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Covid-19: CLOROCHINA O VACCINI ?

CHE DIO CE LA MANDI BUONA E CON POCO VENTO (SENZA NON SEMBRA ORMAI POSSIBILE)

di Aldo Zanchetta

In un mondo globalizzato truffe globalizzate. Oggi è tempo di pensare in grande, no? Anche nelle truffe, no? Sulla storia dei vaccini come unico, necessario e urgente rimedio a un virus che ancora non conosciamo bene (lo dicono scienziati credibili) sento odore di bruciato. Sulla necessità assoluta dei vaccini si sta costruendo una narrazione sospetta.

Oggi la tecnoscienza domina il pensiero occidentale, la sua economia, la sua gerarchia di poteri. Due sono i progetti tecnici grandiosi in corso che promettono tanto denaro ai loro principali gestori e che stanno coinvolgendo tutto il mondo: il cosiddetto 5G, che riguarda i sistemi di comunicazione senza fili (wireless), e i vaccini antivirus.

Il primo comprende una rete di oltre trentamila satelliti –che hanno continuato a essere lanciati nella ionosfera anche in tempo di Covid- per distribuire giorno e notte onde elettromagnetiche sull’80 o 90 % della terra (se ne salveranno forse gli eschimesi, già in difficoltà per lo scioglimento dei ghiacci) a sistemi reticolari di macro e microantenne ricetrasmittenti che a loro volta alimenteranno i miliardi di telefoni portatili, le televisioni, le decine di miliardi di chip previsti per far funzionare il cosiddetto “internet delle cose”.

Il secondo prevede un piano di vaccinazione globale, per 7,8 miliardi di esseri umani tramite applicazione di microchip sottopelle (o di tatuaggi a fior di pelle in grado di comunicare).

Se pensate a esagerazioni vi sbagliate: sono notizie ufficiali fornite dagli stessi interessati.

Fra i due progetti ci sono chiari legami. Non nel senso che il 5G indebolisca l’organismo favorendo il virus. Può essere, ma non è di questo che qui intendo parlare. I legami consistono nel fatto che alcuni degli uomini più ricchi del mondo (classifica Forbes 2019) sono coinvolti in entrambi. Ce lo dicono loro stessi con gli enormi investimenti in entrambi i campi ma questo richiede spazio e lo farò successivamente. Qui vorrei richiamare l’attenzione sulle vicende di questi giorni di un medicinale che potrebbe (dico potrebbe) rendere non necessario il ricorso ai vaccini, risparmiando costi enormi e rischi altrettanto enormi. Parlo della clorochina, che si tenta in ogni modo di screditare. Ma parlando della clorochina intendo parlare in senso lato di tutte le possibili, alternative ai vaccini, e il ragionamento va al di là del fatto se la clorochina dovesse essere dimostrata non adeguata.

Prima di scendere a parlare di un episodio di questa guerra in corso, mi preme porre una domanda: perché il problema su cui si sta lavorando è solo quello di sconfiggere i virus mano mano che si presenteranno (e le previsioni che ce ne vengono fatte sono preoccupanti) e non quello di eliminare o ridurre drasticamente le cause del loro moltiplicarsi? Se, come sembra certo, il salto dei virus dai loro originari portatori all’essere umano dipende dallo sfacelo dell’ambiente naturale, perché non partire da lì e investire lì le enormi risorse finanziare che si stanno raccogliendo per la ricerca e poi l’applicazione dei vaccini? Supposto che i vaccini ci assicurino contro i nuovi virus, risolto questo forse non ci restano intatti i grandi problemi del riscaldamento climatico, dell’inquinamento di suolo, acqua e aria e di tutti gli altri connessi alla civiltà industriale?

Vengo ora alla competizione fra clorochina e vaccini (ripeto: non prendetemi alla lettera. Qui con clorochina intendo le molte alternative ai vaccini, fra le quali al momento la clorochina sembra una delle più interessanti). Procedo per flash.

Fine Gennaio. Il pandemonio della pandemia è scoppiato. I (tele)giornali si riempiono di notizie catastrofiche. Il conteggio giornaliero dei morti è un bollettino di guerra. “Restate in casa!” è la parola d’ordine. La confusione dei sapienti in medicina è grande (imbarazzante per i padri predicatori de LA SCIENZA, la nuova religione, e dei suoi officianti, GLI ESPERTI).

Il 23 marzo una amica, scienziata, mi manda da Parigi un articolo di giornale: Covid-19 : fin de partie?! Ovvero, partita chiusa?! Lo traduco in parte e per cautela lo invio a pochi amici. Lo unisco di nuovo per documentazione. Il nostro governo ha minacciato chi diffonde notizie false, ed è in atto il ricorso ai tribunali da parte del virologo ufficiale del governo contro un <gaglioffo> che ha usato esprimere dubbi sulla verità ufficiale. La verità per decreto, uno dei tanti effetti postumi che questa pandemia ci lascerà in eredità. Speriamo ci sia “un giudice a Barlino” …

L’articolo racconta che un illustre virologo francese di periferia (in Francia, se non hai il posto a Parigi, hai perso), il prof. Raoult, direttore dell’Istituto Ospedaliero Universitario Mediterraneo di Marsiglia specializzato in problemi infettivi, il 26 febbraio ha comunicato di avere ottenuto buoni risultati aggredendo i casi gravi con clorochina in combinazione con un antibiotico. La notizia viene accolta con scetticismo e anche ostilità da parte dei vertici politici e sanitari francesi. L’impiego di tale medicinale, nato per altri scopi e poi esteso a altre terapie, viene proibito in Francia per il trattamento della SARS-CoV-2 (il nome dell’infezione causata dal virus Covid-19). Ci mancherebbe!

Nei giorni successi sui risultati positivi con la clorochimica giungono altre notizie da altri paesi.

*Il 19 marzo, nel corso di una conferenza stampa, <<Donald Trump si è entusiasmato circa la prospettiva di un trattamento a base di idrossiclorochina. “Io penso che questo potrebbe cambiare la situazione. O forse no. Ma da ciò che ho visto, questo potrebbe cambiarla”, ha dichiarato. “Noi pensiamo di rendere questo medicinale disponibile quasi subito”>>. E ancora: <<”Da una settimana e mezzo […] io ne prendo una compressa al giorno”, ha dichiarato fra la sorpresa generale nel corso di uno scambio fra giornalisti alla Casa Bianca>> (

http://www.lesoleil.com › monde › tru…).

*<<Due studi cinesi, pubblicati il 9 e 18 marzo, hanno constatato l’efficacia in vitro dell’idrossiclorochina sul nuovo coronavirus e indagano sull’efficacia in caso di tempesta di cytokines, una reazione infiammatoria violenta che può sopraggiungere nei casi gravi della malattia>> La rivista Lancet Global Healt, una voce autorevole, il 19 marzo riferisce di un saggio clinico cinese che ha mostrato dei risultati preliminari positivi (benché non conclusivi in ragione del piccolo numero dei campioni)>>.

L’articolo cui ci riferiamo, avverte: <<Ma i risultati in oggetto sono lontani da essere convincenti. Questo saggio è stato effettuato da ricercatori di Shangai su 30 pazienti presentanti sintomi leggeri di Covid-19. I risultati pubblicati nel Journal of Zhejiang University, mostrano che se il virus è scomparso da ben l’87% dei pazienti trattati, questi risultati crescono al 93% nel gruppo di confronto che non ha ricevuto questa molecola. Ma i ricercatori ammettono che occorrerà compiere uno studio di maggiore ampiezza per valutare l’interesse dell’idrossiclorochina>>. (http://www.lemonde.fr › 2020/03/24).

*Sempre Le Monde, 24 marzo: <<Malgrado le riserve di una parte della comunità scientifica, il comunicato del prof. Raoult ha innescato un’intensa campagna mediatica. Numerose personalità, dal sindaco di Nizza, Christian Estosi, al presidente americano, Donald Trump, hanno salutato i suoi lavori come la principale pista contro la pandemia>> (

http://www.lemonde.fr › 2020/03/24).

*Il 20 marzo, il ministro della sanità francese, inizialmente ostile, era diventa più cauto: <<Se la clorochina si dimostrerà essere un trattamento contro il coronavirus, “si avrà con che curare i malati francesi”, assicura Olivier Vèran … perché l’esportazione di questo medicamento da due settimane è impossibile in Francia (

http://www.publicsenat.fr › parlementaire).(NB: il maggiore produttore di clorochina è la società francese SANOFI).

*Tre giorni prima, il 17 marzo, il governo francese ha annunciato di voler estendere queste sperimentazioni: <<“Questi nuovi saggi clinici della clorochina verranno realizzati con una equipe indipendente dal professor Raoult, che effettua questi saggi a Marsiglia e ne richiede l’estensione”, ha precisato il portavoce del governo, Sibeth Ndiaye>> (

http://www.lemonde.fr › 2020/03/24).

*<<Il 23 marzo il governo francese autorizza in Francia l’uso della clorochina per trattare le “forme più gravi” del coronavirus>>. (Solo in istituzioni pubbliche e ospedali, nds) (

http://www.sudouest.fr › 2020/03/23 › l…).

*<<Una settimana è stata sufficiente perché la clorochina passi dallo statuto di “falsa soluzione”, vilipesa dalla maggioranza del mondo scientifico, a quello di medicinale candidato contro il Covid-19. Da fonte governativa si conferma che l’autorizzazione accelerata di un saggio clinico di grande ampiezza, supervisionato dall’ISERM, è stata concessa questo martedì>> (

http://www.lesechos.fr › idees-debats).

*15 aprile: <<Per Macron, “il Professor Raoult è un grande scienziato” … Le prove controverse a base di clorochina del prof. Didier Raolult … La Francoa è il paese europeo più avanzato” assicura il Presidente su RFI …>> (

http://www.ladepeche.fr › 2020/04/15).

Il 29 maggio il colpo di scena: <<La pubblicazione su The Lancet dello studio Hydroxychloroquine (HCQ) ou chloroquine (CQ) avec ou sans macrolide pour le traitement du COVID-19: une analyse des registres internationaux” è denso di conseguenze. Alcune sperimentazioni vengono sospese … In Francia il Consiglio Superiore della Sanità pubblica ha emesso un parere sfavorevole sull’impiego della clorochina per trattare il Covid-19 in conseguenza di questo studio e, di conseguenza, è stato abrogato il decreto che autorizzava la sua prescrizione>> (

http://www.linternaute.com › actualite).

Il 25 maggio improvvisamente l’OMS interrompe la sperimentazione di trattamento della SARS-CoV-2 a base di idrossiclorochina iniziata il 28 marzo con l’ausilio di 400 ospedali di 35 diversi paesi su 3500 infettati perché essa avrebbe dimostrato l’inefficacia e gli effetti negativi del medicinale (“The Executive Group has implemented a temporary pause of the hydroxychloroquine arm within the Solidarity Trial while the data is reviewed by the Data Safety Monitoring Board”-@DrTedros #COVID19).

<<Di fronte a queste ripercussioni, un centinaio di scienziati di diversi paesi dei 5 continenti sottoscritto una lettera aperta (lettre ouverte.) nella quale essi criticano le modalità di effettuazione di tali esperimenti. Nella lettera i firmatari esprimono le loro “inquietudini legate alla metodologia e alla qualità dei dati” di questo studio. Essi lamentano l’assenza di riferimenti precisi e di esami etici. Pertanto chiedono all’OMS e ad ogni altra istituzione “indipendente e rispettata” un’analisi e una “verifica indipendente” di questo studio. (http://www.linternauta,com).

A questo punto mi fermo con le citazioni e proseguo con alcune mie modeste considerazioni personali.

La lettera dei 100 scienziati muove ben 10 pesanti rilievi sulle modalità con cui il documento pubblicato da The Lancet è stato redatto, cosa che sorprende per una rivista rinomata e che ne esce abbastanza malconcia in questo caso.

La clorochina venne scoperta nel 1934 da scienziati tedeschi e successivamente venne usata come rimedio alla malaria. Essa, e alcuni suoi derivati, è stato un ottimo mezzo di contrasto a questa malattia. Col tempo però alcuni insetti infettanti hanno potenziato le loro difese risultando resistenti al medicinale (fenomeno ben noto e oggi gravissimo per i batteri resistenti agli antibiotici, come da preoccupante denunzia dell’OMS) per cui oggi la sua efficacia per questo impiego è ridotta. Successivamente si è trovato che essa è valida per altre infermità e viene impiegata ad es. per la cura dell’artrite reumatoide. (Da Wikipedia: <attualmente il suo impiego è limitato, essendo stato riscontrato negli ultimi anni un crescente numero di ceppi resistenti, specie nel Plasmodium falciparum, mentre ritiene ancora la sua attività contro il Plasmodium vivax, Plasmodium ovale, Plasmodium malariae e per i ceppi Plasmodium falciparum sensibili al principio attivo>). Essa è vendibile infatti solo dietro prescrizione medica.

Le controindicazioni rilevate dall’OMS avverse all’impiego della clorochina sono ampiamente note da tempo e sono riportate nei foglietti informativi inseriti nelle confezioni, come obbligatorio per tutti i farmaci. Chiunque stia assumendo medicine può verificare e troverà in tutti i casi lunghi elenchi di controindicazioni. Queste controindicazioni per la clorochina sono reperibili sul web (es.

http://www.humanitas.it › principi-attivi › antiparassitari › clo…).

Essa è largamente impiegata da decenni ad es. in Brasile, dove io stesso negli anni ‘90 ho dovuto utilizzarla obbligatoriamente due volte prima di viaggi in Amazzonia. Possibile che non si sia verificata una situazione per la quale si sarebbe dovuto sospendere il suo impiego? E tale sospensione non è stata considerata necessaria nei paesi occidentali dove è impiegata per le malattie sopra menzionate?

Uno dei rischi più seri sembra essere il dosaggio eccessivo. Ma lo stesso prof. Raoult fino dal primo documento qui allegato avvisa della cosa e indica il dosaggio con cui ha operato.

Di questi impieghi la OMS è stata sicuramente al corrente (la malaria è una delle infezioni che più la impegna) e se i rischi erano così gravi perché non è intervenuta prima d’oggi? Distrazione gravemente irresponsabile? Anche da parte delle autorità sanitarie dei vari paesi dove viene impiegata, Francia inclusa, dove una delle principali multinazionali farmaceutiche del paese la produce?

Oggi, oltre alla contestata clorochina, altre soluzioni sono sotto esame e alcune sembrano dare delle speranze concrete (vedi le sieroterapie, ad es., ma non solo). L’azione con cui il Covid-19 attacca sembra più chiara e questo ha portato a una fortissima diminuzione di casi gravi. Perché ripiegare senza se e senza ma sui vaccini? E perché così di corsa? Da parte loro paesi come Brasile, Nigeria, Algeria, Marocco e Senegal hanno deciso di non interrompere le sperimentazioni, consci che il ricorso ai vaccini rappresenterebbe un salasso economico insopportabile.

Spero sia chiaro che non ho difeso la cloro china come LA soluzione, che potrà alla fine anche risultare definitivamente da scartare. Ho solo raccontato una storiella di come vengano affrontati certi problemi, con beffa dei cittadini. Una piccola aggiunta: per ora l’unico governante di grandi paesi che non si è espresso a favore dei vaccini è Donald Trump. E gli Stati Uniti hanno acquistato 500 milioni di dosi di clorochina alla multinazionale francese SANOFI, cosa che ha fatto infuriare Macron. Forse perché un sondaggio ha fatto emergere che la maggioranza dei cittadini statunitensi è ostile ai vaccini. Questo è l’anno elettorale … Vedremo.

(Aldo Zanchetta)


 

Di seguito due articoli comparsi su Le Monde e su France Télévisions (https://www.francetvinfo.fr/) sul dietro front dell’OMS che aveva sospeso la sperimentazione  sull’Idrossiclorochina a seguito di studi comparsi su The Lancet e su The New England Journal of Medicine, due prestigiose riviste mediche.

Sia The Lancet che anche The New England Journal of Medicine hanno ritirato ieri lo studio preso a motivazione della sospensione della sperimentazione dall’ OMS, perché tre dei 4 autori dello studio pubblicato che aveva al centro i rischiosi effetti collaterali dell’uso dell’Idrossiclorochina hanno rinunciato e si sono dissociati dal quarto autore (Sapan Desai, chirurgo e fondatore della società Surgisphere, società che avrebbe dovuto raccogliere e rendere accessibili dati medici da 96.000 pazienti in 671 ospedali nei sei continenti. Cosa che non sembra essere avvenuta.

 


 

The “Lancet” annuncia il ritiro del suo studio sull’idrossiclorochina

(da Le Monde)

Questo studio ha portato alla sospensione dell’uso di questo trattamento in Francia contro Covid-19. Un’altra prestigiosa rivista, The New England Journal of Medicine, ha anche ritirato un articolo relativo alla malattia.

Di Hervé Morin, (pubblicato il 4 giugno 2020) 

Improvvisamente, due delle più grandi riviste mediche del mondo hanno ritirato articoli relativi a Covid-19, sulla base dei dati forniti da una società americana, Surgisphere, e in origine, ora, più che discutibili.

La Lancet ha annunciato giovedì 4 giugno il ritiro dello studio pubblicato il 22 maggio nelle sue colonne, secondo cui l’idrossiclorochina, associata o meno a un antibiotico come l’azitromicina, ha aumentato la mortalità e le aritmie cardiache in pazienti ricoverati in ospedale per Covid-19. Questo studio è stato seguito in Francia dall’abrogazione dell’esenzione che ha consentito l’uso di questa molecola contro il nuovo coronavirus SARS-CoV-2 e la sospensione di studi clinici intesi a testarne l’efficacia.

Il New England Journal of Medicine (NEJM) ha fatto lo stesso per un articolo pubblicato nelle sue colonne il 1 ° maggio, in cui si afferma che l’assunzione di farmaci antiipertensivi non ha influenzato la gravità di Covid-19. In entrambi i casi, l’autore principale dello studio era Mandeep Mehra (Harvard Medical School) e i dati provenivano da Surgisphere.

In una dichiarazione, The Lancet ha affermato che il ritiro è stato richiesto da tre coautori, ma non da Sapan Desai, chirurgo e fondatore della società Surgisphere, che avrebbe dovuto raccogliere dati medici da 96.000 pazienti “in 671 ospedali nei sei continenti ” .

Mandeep Mehra, Frank Ruschitzka (University Hospital Zurich) e Amit Patel (University of Utah) “non sono stati in grado di eseguire un controllo indipendente dei dati alla base della loro analisi”, scrive The Lancet . Di conseguenza, hanno concluso che “non possono più garantire la veridicità delle fonti di dati primarie. The Lancet prende in seria considerazione le domande sull’integrità scientifica e ci sono molte domande senza risposta riguardanti Surgisphere e i dati che sarebbero stati inclusi in questo studio.

“Sviluppo infelice”

Curiosamente, la richiesta di ritiro inviata al NEJM è firmata da tutti i firmatari, incluso Sapan Desai. La corrispondenza degli autori è molto più laconica di quella indirizzata a The Lancet . Nel testo della ritrattazione pubblicato da quest’ultimo, i tre coautori spiegano di aver avviato un audit sull’origine dei dati, ma i ricercatori che avevano incaricato di svolgere questa analisi indipendente “ci hanno informato che Surgisphere non avrebbe trasmesso non tutti i dati, i contratti con i clienti e l’audit della loro certificazione ISO ” . Questo “sviluppo sfortunato” li porta quindi a ritrarre il loro studio. Si scusano con la rivista, con i suoi lettori, “per qualsiasi imbarazzo o inconveniente che ciò potrebbe aver causato” .

In effetti, questo articolo di Lancet ebbe diverse conseguenze immediate nel contesto del Covid-19. L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha temporaneamente sospeso il reclutamento di pazienti con idrossiclorochina in un ampio studio clinico internazionale, Solidarity. In Francia, i sedici studi clinici che hanno testato l’idrossiclorochina erano stati sospesi su richiesta dell’Agenzia nazionale per la sicurezza dei medicinali (ANSM).

Il ministro della sanità, Olivier Véran, dopo un parere sfavorevole dell’Alto Consiglio per la sanità pubblica, basato sull’articolo di Lancet, ma anche su altri studi e segnalazioni di farmacovigilanza, aveva abrogato l’esenzione che consentiva usa questa molecola in ospedale contro Covid-19.

Una piccola azienda poco conosciuta

Ma, rapidamente, erano emerse critiche metodologiche, costringendo The Lancet a un correttivo, quindi alla pubblicazione di una “preoccupazione” (espressione di preoccupazione) riguardo a questo studio che Didier Raoult, promotore in Francia di un trattamento che combina idrossiclorochina e azitromicina , aveva descritto come “disordinato” . Prima di trattare i suoi autori di “piedi della scienza nichelati” .

Un altro studio basato sui dati di Surgisphere, pubblicato solo in pre-pubblicazione, ha portato diversi paesi dell’America Latina ad aggiungere un parassiticida, l’ivermectina, alla panoplia dei trattamenti Covid-19. L’articolo aveva anche attirato critiche lì.

Mercoledì 3 giugno, l’OMS ha annunciato la ripresa del suo processo di solidarietà, l’analisi dei dati da parte di un comitato indipendente di monitoraggio e follow-up non ha rivelato alcuna tossicità legata all’uso dell’idrossiclorochina. Il test di recupero britannico non si è fermato. Si prevede inoltre di riprendere gli studi clinici francesi. Olivier Véran ha chiesto a Lancet di accedere ai dati, ha detto il portavoce del governo Sibeth Ndiaye mercoledì. Una richiesta che rischia di rimanere una lettera morta.

Leggi anche Halt per l’idrossiclorochina in Francia

Resta ancora da analizzare come Surgisphere, una piccola azienda sconosciuta qualche settimana fa, avrebbe potuto collaborare con rinomati ricercatori e aver superato il filtro della rilettura presumibilmente inarrestabile di due delle più prestigiose riviste mediche.

 


Idrossiclorochina: tre autori del controverso studio si ritirano, “The Lancet” ritira l’articolo

“Non possiamo più garantire la veridicità delle fonti dei dati primari”, scrivono i tre autori a “Lancet”, mettendo in discussione il rifiuto dell’azienda che li ha raccolti, guidati dal quarto autore, di dare accesso al Banca dati.

Una scatola di pillole di idrossiclorochina (Utah, Stati Uniti), 20 maggio 2020. (GEORGE FREY / AFP)

Da France Télévisions (https://www.francetvinfo.fr/)

Tre dei quattro autori del controverso studio pubblicato il 22 maggio sulla rivista scientifica The Lancet sull’uso dell’idrossiclorochina contro Covid-19 hanno ritirato la loro firma a questo articolo a causa di dubbi sui dati utilizzati.

Questi autori affermano che Surgisphere, la società che ha fornito questi dati, non ha fornito tutti i dati per la revisione indipendente e che “non possono più garantire la veridicità delle fonti primarie di dati”.

Pubblicato su The Lancet il 22 maggio , lo studio ha concluso che l’idrossiclorochina non è benefica per i pazienti ricoverati in ospedale a Covid-19 e può persino essere dannosa. La sua pubblicazione ebbe un impatto mondiale e ripercussioni drammatiche, spingendo in particolare l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) a sospendere gli studi clinici sull’idrossiclorochina contro Covid-19.

La metodologia dello studio è stata messa in discussione

Ma alla fine, dopo molte critiche che hanno messo in discussione la metodologia dello studio, anche a nome degli scienziati scettici sull’interesse dell’idrossiclorochina nel trattamento di Covid-19, l’OMS ha annunciato mercoledì la ripresa di studi clinici con questa molecola.

I critici hanno messo in dubbio in particolare i dati su cui si basava lo studio (96.000 pazienti ricoverati tra dicembre e aprile in 671 ospedali) raccolti dalla società americana Surgisphere, guidata dal quarto autore Sapan Desai.

“Abbiamo avviato un’analisi indipendente di Surgisphere con l’accordo di Sapan Desai per valutare l’origine degli elementi del database, confermare che fosse completa e replicare le analisi presentate nell’articolo” , scrivono gli altri tre autori nel testo pubblicato da Lancet.

 


 

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