Dura critica dell’ex cancelliere alla politica europea della Germania
di Massimo Demontis (Berlino)
Nel suo intervento di ringraziamento per aver ricevuto a Münster il Preis des Westfälischen Friedens, premio che viene assegnato ogni due anni a personalità che si battono per l’unità e la pace in un’Europa federale, il vecchio cancelliere Helmut Schmidt ha criticato duramente la politica di Berlino nella crisi dei debiti sovrani. È una voce fuori dal coro quella di Helmut Schimdt, fuori dal coro della politica, fuori dal coro dei mass media, fuori dal coro di un’opinione pubblica anestetizzata e impaurita.
Schmidt, a tratti brusco, abituato a parlare senza peli sulla lingua e talvolta in modo rude, ha attaccato “l’egoismo nazionale” tedesco ammonendo che l’Unione Europea “potrebbe fallire a causa dei tedeschi”.
Purtroppo, ha detto Schmidt ricordando il lavoro fatto dall’ex presidente francese Valéry Giscard d’Estaing per l’integrazione europea, “una parte dell’opinione pubblica tedesca è sfortunatamente condizionata da un punto di vista nazional-egoistico”.
Parlando di un eventuale fallimento dell’Europa, l’ex cancelliere socialdemocratico ha lanciato un vero e proprio j’accuse alla classe politica tedesca e al governo perché “la Germania lascia percepire troppo agli altri stati membri di essere il potere economico più forte del continente”.
Criticando le istituzioni, Angela Merkel in quel momento si trovava insieme a Hollande a Ludwigsburg, Helmut Schmidt ha affermato che “la Corte costituzionale tedesca, la Banca centrale tedesca e ancor prima la Cancelliera Merkel, in parte a causa della disperazione dei nostri vicini, si muovono come se fossero il centro dell’Europa”.
Nella sua laudatio il novantatreenne Schmidt non ha risparmiato critiche anche alle istituzioni europee, colpevoli di non aver “fatto efficaci progressi nel creare una costituzione europea”. “I 20.000 bravi dipendenti della Commissione europea, ha ironizzato Schmidt, sono impegnati con compiti secondari”.
Per l’ex cancelliere, chiaro il riferimento all’annuncio fatto da Draghi di voler acquistare i titoli di stato dei paesi in crisi, si salva solo la Banca centrale europea “l’unica a funzionare in modo soddisfacente”.
Schmidt infine mette in guardia i tedeschi: “non possiamo mai e poi mai diventare la causa dell’interruzione, della rovina, della disintegrazione del grande progetto di Unione europea”. Perché il mondo intero, afferma Schmidt, “chiede all’Europa di parlare finalmente con una sola voce”.
Non è mancato nemmeno un accorato appello nell’intervento del vecchio cancelliere secondo il quale “c’è bisogno assoluto bisogno di collaborare con i francesi e con tutti i vicini”. Non basta volere l’Unione europea, “dobbiamo, molto, molto di più, operare e agire in modo proattivo”.
servo dei banchieri, nemico del popolo. Il suo predecessore Adolfo lo avrebbe eliminato
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