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AMAZON, ovvero la modernità dello schiavismo

amazondi Massimo Demontis (Berlino)
Ha fatto marcia indietro Amazon almeno per quanto riguarda il controverso servizio di sicurezza usato per controllare, vessare e sorvegliare i lavoratori stagionali. Ora però il leader mondiale del commercio internet finisce nel mirino dell’antitrust tedesco. Lo ha reso noto da Bonn l’autorità garante della concorrenza e del mercato il Bundeskartellamt facendo sapere di aver avviato contro Amazon una verifica delle clausole contrattuali imposte agli operatori terzi che vendono i loro prodotti sulla piattaforma del colosso di Seattle.
L’accusa del Bundeskartellamt è pesante: Amazon avrebbe imposto ai venditori una clausola di “parità dei prezzi” secondo la quale essi non potrebbero vendere i prodotti offerti su Amazon a prezzi inferiori, e quindi più vantaggiosi per i consumatori, su altre piattaforme come eBay o anche sul sito internet del venditore.

Libera concorrenza impedita?

È quanto vuole verificare l’autorità antitrust tedesca perché la clausola di Amazon potrebbe impedire la libera fissazione dei prezzi da parte dei venditori e di conseguenza impedire o limitare la concorrenza tra le varie piattaforme di vendita online.

Il “sistema” secondo il Bundeskartellamt andrebbe in generale a svantaggio dei consumatori perché   “in condizioni normali”, dice il suo presidente Andreas Mundt, i venditori avrebbero interesse a vendere i loro prodotti a prezzi diversi su diverse piattaforme.

La marcia indietro

Intanto come è noto Amazon avrebbe disdetto il contratto con la società di servizi di sicurezza H.E.S.S (Hensel European Security Services) di Kassel dopoché il primo canale tedesco ARD aveva mostrato dipendenti della società sorvegliare gli alloggi dei lavoratori stagionali – pare avessero addirittura il permesso di entrare in qualsiasi momento – e vessare la troupe televisiva e i lavoratori stranieri facendo bella mostra del loro abbigliamento Thor Steinar, una marca molto nota e usata in ambienti di estrema destra.

Il servizio televisivo aveva anche mostrato collegamenti tra dipendenti del servizio di sicurezza e ambienti hooligan e di estrema destra, collegamenti smentiti dalla H.E.S.S.

Il reportage

Il 13 febbraio un reportage trasmesso dall’ARD sulle condizioni di lavoro degli stagionali nel centro logistico Amazon di Bad Hersfeld aveva scuscitato scandalo sia nell’opinione pubblica sia nel mondo politico e sindacale.

Amazon il più grande sito commerciale online del mondo macina miliardi sulle spalle dei lavoratori stagionali fatti arrivare in Germania da tutta Europa per il business natalizio, in particolare dai paesi in cui la disoccupazione giovanile è più alta e dove la disperazione ha raggiunto livelli di guardia.

Alloggiati in modo indecoroso in spazi angusti, come ha mostrato il reportage al quale è stato dato non a caso il titolo di „Ausgeliefert“ che significa essere in balia di qualcosa/qualcuno, i sette “fortunati” che condividono l’alloggio vivono senza un minimo di privacy sotto l’occhio vigile e onnipresente dei mastini del servizio di sicurezza. Presenti persino quando gli stagionali mangiano e forti del „potere“ di controllare i loro zaini, le loro borse e i loro effetti personali. Insomma, un clima di paura come hanno dichiarato alcuni di essi ai giornalisti dell’ARD.

Sono freddi questi „alloggi“ di fortuna e accolgono lavoratori e lavoratrici provenienti da Spagna, Ungheria, Romania, Polonia corsi qui in Germania per un salario orario di 9 euro lordi che ad Amazon garantisce primati in Borsa e a loro ancora una vita precaria, la stessa dalla quale sono fuggiti nei loro paesi di origine.

Nel periodo natalizio Amazon fa ricorso a 5000 stagionali per coprire l’impennata del business che fa tintinnare le casse dell’azienda. Tre mesi di lavoro, alloggi angusti, privacy neanche a parlarne, un solo bus per turno di lavoro, sempre strapieno, per raggiungere il centro logistico, se fai tardi ti viene ridotta la paga, ritmi di lavoro serrati. Scaduti i tre mesi ricevi il ben servito. Che potrebbe arrivare prima se non dimostri di essere un lavoratore modello, uno di quelli che rigano dritto.

Si muove la politica e il sindacato

Non è la prima volta che vengono alla luce notizie sulle condizioni di lavoro da Amazon. Alcune informazioni erano già filtrate nel 2011 quando si venne a sapere che nei centri di Werne e Rheinberg nel Nordreno-Westfalia Amazon avrebbe utilizzato centinaia di disoccupati in prova per alcune settimane senza paga nonostante conoscessero già le procedure aziendali o quando un giornale locale della Pennsylvania aveva intervistato i lavoratori di un centro logistico che denunciavano le temperature insopportabili causa di svenimenti e malesseri tra i lavoratori.

Il ministro del Lavoro Ursula von der Leyen ha chiesto ad Amazon chiarimenti e ha „minacciato“ le agenzie interinali che lavorano con l’azienda americana di ritiro della licenza.

Il sindacato Ver.di fa sapere di essere in trattativa per salari più alti per i dipendenti a tempo indeterminato e chiede al gigante internet di riconoscere il contratto di categoria del commercio al minuto.

E domani?

Ma quanto durerà in realtà lo shock? Poco. Forse qualche giorno. In primis quello fariseo di certa politica.

Lo shock, se di shock vogliamo parlare, sarà breve perché la ricerca del prodotto a buon prezzo non conosce soste e non ha morale. La politica e i sindacati non hanno né la forza né l’interesse per opporsi allo scandalo. Prima di tutto viene il posto di lavoro poi – molto in fondo – la dignità e la salute. D’altra parte, ogni tanto è bene ricordarlo, lo scandalo che adesso porta il nome di Amazon potrebbe avere il nome di decine di altre aziende note e meno note.

In fondo i bassi salari, quelli da fame e da sfruttamento, le condizioni di lavoro brutali e vergognose, le condizioni di salute dei lavoratori, i loro diritti, sono solo un optional, episodi marginali da immolare sull’altare della flessibilità e della globalizzazione senza frontiere.

Importante è che domani arrivi a casa puntuale l’ultimo modello di smartphone o di jeans vintage o di sneakers. A buon prezzo. Non importa dove, come e a quali condizioni è stato prodotto.

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