CRISIS, Europa, Italia, Politica

Qualcosa si muove in Europa

di Lanfranco Fanti (Bruxelles)
Settimana intensa a livello europeo. Importanti decisioni insieme ad ambiziosi progetti soprattutto nel campo economico finanziario sono state lanciate dalla BCE e dalla Commissione. Anzitutto, la BCE ha lanciato il Outright Monetary Transaction,  meccanismo attraverso il quale la BCE potrà acquistare i titoli pubblici della durate fino a tre anni nei paesi in fase di risanamento così da sottrarli ai raid speculativi e ad impedire che gli effetti negativi di spread e rendimenti ingiustificati ritardino la manovra di aggiustamento dei conti.

Da evidenziare che, al fine di non dare utili riferimenti alla speculazione sistemica, si è deciso di lasciare alla BCE la determinazione dell’importo dell’intervento (teoricamente illimitato), la scelta dei titoli da acquistare (vita residua entro i 3 anni), nonché la determinazione, caso per caso, del momento in cui far scattare l’intervento di mercato.

Da non trascurare, inoltre, il fatto che, a fronte degli interventi OTM, la BCE ha rinunciato al suo status di creditore privilegiato così da non “svalutare” di fatto i titoli pubblici già detenuti da altri soggetti.

Tuttavia, il Meccanismo OTM non sarà privo di dettagliate e minuziose condizionalitá, come richiesto fortemente dal rappresentante della Bundesbank. Ad esempio, è stato stabilito che il Paese in difficoltà debba innanzitutto richiedere l’attivazione di un programma di aiuti ai Fondi EFSF/ESM con sottoscrizione di un Memorandum of Understanding (MoU) che riassumerà una serie di impegni e vincoli sul fronte della disciplina fiscale e delle riforme strutturali, fondamentalmente un piano di austerità con aggiustamenti macroeconomici; per quanto riguarda, invece, la fase di controllo e monitoraggio, la BCE si è riservata la facoltà di sospendere il programma OTM nel caso in cui il Paese oggetto dell’intervento venga meno agli impegni presi nell’ambito del MoU. Da sottolineare, a questo proposito che, sia i tedeschi, sia il presidente Draghi, riterrebbero opportuno prevedere, al fine di conferire maggior rigore all’intervento in esame, un coinvolgimento (che non sarebbe obbligatorio) del FMI sia nella fase di fissazione del Memorandum, sia nella fase successiva del monitoraggio.

Il contributo tedesco al Meccanismo europeo di stabilità (il fondo salva stati), corrisponde a 190 milioni di euro ( il 27% del totale) ed è senza dubbio fondamentale. Vorrei però ricordare che la Germania, udite udite, ha il debito pubblico più alto d’Europa e che Italia e Francia insieme versano il 38% del Fondo salva stati. Se opinione pubblica, media e cittadini tedeschi se ne ricordassero più spesso, l’equilibrio politico europeo ne trarrebbe vantaggio.

Un altro importante meccanismo lanciato questa volta dalla Commissione europea è quello di vigilanza bancaria unica ( single supervisory mechanism) per le banche della zona euro, la cui responsabilità unica spetterà alla Banca Centrale Europea. Le banche supervisionate saranno circa 6000. Inoltre, la Commissione ha proposto che l’Autorità bancaria europea elabori una guida comune per le attività di vigilanza al fine di preservare l’integrità del mercato unico e assicurare l’uniformità nell’attività di vigilanza bancaria in tutti i 27 paesi dell’UE.

Il Parlamento europeo è determinato a giocare un ruolo importante nella preparazione di questo pacchetto legislativo. Sia nel volere influenzare e rendere il più democratico e trasparente possibile il meccanismo di supervisione bancaria ( PE consultato), sia nel vigilare sull’attuazione del regolamento di modifica dell’autorità bancaria europea ( PE co-legislatore).

Come appare evidente, i piani per una unione economica sono in pieno corso d’opera. Il discorso sullo stato dell’unione fatto da Barroso in sessione plenaria a Strasburgo introduce alla tanto auspicata unione politica. Parlare tuttavia di una federazione di stati sembrerebbe una più specifica descrizione dell’esistente più che una visione progettuale del futuro.

Ad ogni modo il cammino sembra intrapreso anche se dettato più da evidenti necessità economico finanziarie (fare fronte al debito oramai ingestibile di alcuni paesi ). Anticipare gli eventi non sembra per ora una caratteristica dei leader europei.

Intanto  il Parlamento europeo ha nominato i tre negoziatori  che parteciperanno al gruppo di lavoro costituito dal presidente Van Rompuy per elaborare un progetto e una road map per il futuro dell’ Eurozona. Quando si parlerà di costituente democratica sarà una buona notizia.

A livello di singoli Paesi, vorrei sottolineare, oltre al risultato delle elezioni nei Paesi Bassi in cui i partiti anti europei e xenofobi hanno subito una importante sconfitta a vantaggio dei due partiti maggiori che appaiati quasi come numero di seggi ottenuti ( 41 i liberali, 39 i socialisti ) dovranno trovare il modo di formare un governo diciamo di solidarietà nazionale che guidi il paese in un momento di confusione politico economica, non possiamo chiamarla crisi in Olanda…La buona notizia è il prevedibile rientro dell’Olanda ad atteggiamenti e proposte più “european friendly”.

In Francia, il Presidente Hollande ha annunciato che le prospettive di crescita previste per il 2013 sono al ribasso dal 1,2% al 0,8%. Inoltre, per ridurre il debito pubblico al 4,5% del PIL quest’anno ed al 3% il prossimo, il governo francese ha annunciato tagli stringenti alla spesa pubblica, cosa che, secondo Hollande, non accadeva in Francia da trenta anni. Secondo il piano del governo, Il taglio sarà di 30 miliardi di euro, dieci dei quali verranno da tagli alla spesa pubblica (pensioni, salari etc) e venti dall’aumento di tasse  (metà per le industrie, metà per i privati).

La patrimoniale del 75% ai redditi superiori al milione di euro è stata confermata, spingendo il pluri milardario Bernard Arnault a trasferirsi a Bruxelles in Belgio.

A proposito di Belgio, due importanti iniziative politiche sono in discussione. La prima riguarda un progetto di legge che prevede la scissione tra banche commerciali e banche di deposito, il secondo riguarda l’introduzione di una tassa sui depositi in Svizzera, come già fatto da Germania, Austria e Gran Bretagna.

Se la stessa tassa venisse introdotta in Italia, si recupererebbero, tassando il 25% dei 150 miliardi tenuti in deposito, circa 27 miliardi di euro.

Se entrambe le proposte venissero introdotte a livello europeo, la scissione tra banche di deposito ed una tassazione sui depositi in Svizzera, e più in generale una regolamentazione sui paradisi fiscali, sarebbe una vera e propria buona notizia…

Chiudo con una personale riflessione su alcuni fatti italici. E se Della Valle avesse ragione a definire i suoi disant dirigenti Fiat dei “furbetti cosmopoliti”? E se Landini avesse avuto ragione nello schierarsi senza se e senza ma per il referendum contro le controriforme del lavoro?

Paghiamo lo scotto di una Totale assenza di una politica industriale in Italia, vedi anche il caso Ilva, completamente sproporzionato a vantaggio di grandi gruppi industriali che hanno ricevuto anni di incentivi per poi indebitarsi, delocalizzare invece di investire in ricerca e innovazione. Il costo del lavoro è tra i più alti in Europa, burocrazia e amministrazione e soprattutto corruzione frenano investitori esteri.

Non meravigliamoci se i lavoratori contestano l’apparato PD, mentre la base, stanca e disillusa, tende orecchie ai facili richiami di Renzi di ringiovanire e cambiare classe dirigente. Troppi errori, troppi silenzi, troppa paura a prendere posizioni scomode a vantaggio di calcoli di segreteria.

La sinistra paga i suoi errori in un momento di grave crisi economica e sociale, e chi propone soluzioni non ha credibilità perché responsabile stesso di quei silenzi, di quelle paure, di quei calcoli.

Discussione

Un pensiero su “Qualcosa si muove in Europa

  1. E’ Giusto che il meccanismo OTM non sia privo di condizioni. La sinistra non ha sbagliato politica economica, ma la sinistra si è illusa ed ha lasciato che molti si illudessero che potesse esistere un tipo di econo mia basata solo sul terziario, che si potesse lasciare perdere la economia industriale e lasciare posto ad un impiego per tutti nel terziario. Ha permesso che si pensase che non si dovesse più lavorare per fare soldi, che bastasse giocare in borsa, anche solo attraverso il computer. Ha sbagliato a sostenere un modello che era tuttavia non italiano Ora la sinistra deve , a mio avviso, educare alla macroeconomia ed alle modifiche strutturali, tenedo presente le esigenze dei singoli, soprattutto la certezza del domani.

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    Pubblicato da valeria manini | 17/09/2012, 15:44

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