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Berlino. Il partito Die Linke sotto controllo e osservazione: Pericoloso per la “democrazia”

di Massimo Demontis (Berlino)
In Germania il partito Die Linke è sotto osservazione sia da parte del Verfassungsschutz, un organismo che raccoglie informazioni a tutela della Costituzione e del libero ordinamento democratico, sia da parte dei servizi segreti.In tutto 27 parlamentari su 76, un terzo del gruppo parlamentare, compresi il capogruppo in Parlamento e leader del partito Gregor Gysi, la segretaria nazionale Gesine Lötzsch e Petra Pau vicepresidente del Parlamento, ai quali vanno aggiunti 11 membri dei parlamenti di alcuni Laender. Costo complessivo annuale 400.000 euro per sei persone addette al controllo.
“Sotto osservazione, ma non sotto sorveglianza” ha dichiarato il ministro dell’Interno Hans-Peter Friedrich (CSU, cristiano-sociale). Il ministro ha anche detto che non vengono utilizzati i tipici mezzi dei servizi segreti e che l’osservazione si limita all’analisi di discorsi e scritti, sottolineando anche che il Verfassungsschutz ha il mandato legislativo di osservare organizzazioni e partiti che forse sono anticostituzionali.
Non così invece in Bassa Sassonia, dove il presidente del Verfassungsschutz del Land Hans-Werner Wagel ha ammesso l’utilizzo dei metodi dei servizi segreti in quanto “pezzi del partito sono contro la Costituzione e dunque è necessario metterlo sotto controllo”.
Nel mirino del Verfassungsschutz e dei servizi segreti sono finiti non soltanto i membri dell’ala definita radicale del partito (i cosiddetti Fundis), per lo più aderenti a piattaforme comuniste e di superamento del sistema capitalistico, ma anche l’ala detta realista (i Realos), di matrice socialdemocratica. E con essi tutte le figure di primo piano del partito, da Gysi alla Lötzsch, da Petra Pau a Sahra Wagenknecht, leader della piattaforma comunista, passando per Dietmar Bartsch, considerato in tutti i partiti il più socialdemocratico di tutti i dirigenti del Die Linke.
Viene spontaneo chiedersi: cosa fa lo stato per il controllo di partiti e organizzazioni neonaziste, soprattutto dopo lo scandalo della cellula nera Nationalsozialisticher Untergrund (NSU), un gruppo terrorista di matrice neonazista che per oltre dieci anni ha seminato morti e terrore in tutta la Germania?
Per l’osservazione e il controllo del partito di estrema destra NPD (Nationaldemokratische Partei Deutschlands – Die Volksunion), giudicato vicino al NSDAP, vengono spesi 590.000 euro all’anno e impiegate dieci persone.
Due pesi e due misure? È possibile, è sensato, accomunare un partito come Die Linke, con tutta la sua storia e il suo passato, a partiti e organizzazioni di estrema destra che si richiamano al nazionalsocialismo?
E come è potuto accadere che l’NSU potesse rimanere in clandestinità per 14 anni? C’è chi parla di fallimento da parte di organi dello stato, ma anche chi avanza vere e proprie ipotesi di complicità. Insomma, da più parti si sostiene che organi dello stato avrebbero fatto come le tre scimmiette.
Gregor Gysi ha criticato duramente il Verfassungschutz dicendo: “è uno scandalo, questi qui sono proprio fuori di testa”. Critiche anche da parte dei liberali e dei verdi. Dirk Niebel (FDP), ministro per lo Sviluppo e dirigente nazionale dei liberali, ha dichiarato: “non è possibile che deputati siano messi sotto controllo sull’intero territorio nazionale. In una democrazia questo non va bene”. Volker Beck, figura di primo piano dei Grünen, si è chiesto che senso ha mettere Die Linke sotto osservazione e controllo per poi porre l’accento sulla “sproporzione dell’intervento se lo si paragona con il dispendio di mezzi messi in campo contro l’NPD”. Di tutt’altro avviso il segretario generale della CSU Alexander Dobrindt che si è spinto a chiedere la proibizione del partito.
Secondo quanto riportato dal quotidiano online Frankfurter Rundschau, un portavoce del ministero dell’Interno avrebbero dichiarato che i parlamentari del Die Linke “sono giustamente sotto osservazione, perché da essi può partire un pericolo per la democrazia tedesca. Nel partito si concentrano forze che aspirano a un cambiamento dell’attuale modello di stato e di società”.
“È lecito avere visioni politiche e di società che vadano al di là del presente (alternative, ndr)?”, ha fatto notare Jakob Augstein, columinst di Spiegel online e editore del settimanale politico Der Freitag (Il Venerdì). “Sì, e non solo: è necessario. La visione di una società giusta-equa la si ritrova nella stessa Costituzione. Ma paese non è più sociale da molto tempo” ha aggiunto Augstein, “basti pensare che non di rado in Germania il salario orario è inferiore a 5 euro”.

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