CRISIS, Italia, Politica

I dieci saggi impresentabili di Napolitano. Volete la guerra civile?

10 piccoli indianidi Giulietto Chiesa
Leggo e rileggo, sbalordito, la colomba pasquale di Napolitano. Sbalordito solo per la sgradevole impudenza che la caratterizza, ma devo dire che mi aspettavo qualcosa di simile.  Condivido le parole di chi, come Flores D’Arcais, ha definito questo tramonto del peggior presidente della storia repubblicana come una “manovra eversiva”. Napolitano è andato molto oltre le prerogative costituzionali che gli sono attribuite e entro le quali avrebbe dovuto essere costretto. (Altri interventi di G. Carotenuto, F. Marcelli, A.Daniele)
Si mette il Parlamento sotto tutela. La “trovata” della “maggioranza certa” è illegale sotto ogni profilo. Dove sta scritto, in Costituzione, che il presidente della Repubblica decide lui cosa sia una maggioranza certa? E’ il Parlamento che deve dirlo, quanto sia certa, o precaria.  Il cosiddetto “comitato di saggi” non è neanche una foglia di fico sopra l’imposizione al paese di un governo inciucio Pd-Pdl. Quei nomi sono uno schiaffo all’intero paese.

Il governo Monti rimane in carica senza che il Parlamento abbia potuto esprimersi. E il governo Monti è il risultato di una catastrofica decisione dello stesso Napolitano. Che ora cerca di imporne un’altra, se possibile peggiore.
Siamo fuori dalla Costituzione. 

Grillo
 ha, per insipienza, per presunzione, offerto il destro a una tale aberrazione. Lo ha fatto non proponendo il nome di un “suo” premier (e, aggiungo io, di un suo “governo ombra”). Che si svegli, o che qualcuno lo faccia svegliare.
Ma l’insipienza di Grillo non assolve Napolitano. Un comico può sbagliare. Se sbaglia, dopo avere ottenuto oltre il 25% dei voti, è una brutta faccenda.

Un presidente della Repubblica non sbaglia. Se attenta alla Costituzione lo fa per scelta. Dobbiamo temere lui e coloro che, dietro di lui, sopra di lui, a fianco a lui, lo consigliano.

Fonte: Il Fatto Quotidiano.

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I dieci saggi impresentabili di Napolitano. Volete la guerra civile?

La classe dirigente, la generazione, il sesso maschile che ha portato l’Italia al disastro dovrebbe salvarla? Questa accozzaglia di partitocrazia e grand commis, tutti maschi, anziani, ricchissimi, sarebbe il meglio che questo paese può schierare per indicare cosa è urgente fare per il paese? La classe dirigente che negli ultimi 40 anni ha distrutto il paese dovrebbe salvarlo?

di Gennaro Carotenuto

Possono essere saggi i tagliagole leghisti che hanno voluto la morte di 5.000 migranti che riposano sui fondali del Mediterraneo? Sarebbero saggi quelli che hanno votato che Ruby era la nipote di Mubarak? Sarebbe saggio colui che provò a legittimare i torturatori repubblichini chiamandoli “ragazzi di Salò”. Chi rappresentano i dieci saggi di Napolitano? Le privatizzate, le banche, la confindustria, la grande finanza che lucra sullo sfascio, i precarizzatori del lavoro, la nomenklatura partitocratica?

Niente donne, niente giovani, niente società civile, niente cultura, niente ricerca, niente diritti, niente disagio! È così evidente che questi dieci non rappresentano il paese reale ma sono chiamati a garantire, in un momento nel quale il crollo di un regime appare dietro l’angolo, quei poteri che rappresentano al di sopra e al di fuori del gioco democratico. Qual è il disegno dietro questa carta (apparentemente) della disperazione giocata dal Presidente Napolitano? È nata ieri una repubblica degli ottimati che prescinde dal voto popolare? È legittima o è un golpe la prorogatio di fatto del governo Monti? Gli italiani che il 24 e 25 febbraio si sono divisi su tutto si sono trovati d’accordo su una sola cosa: la tecnocrazia neoliberale di Mario Monti ha il comune disprezzo di un intero popolo. Continuare a imporla sulla base di una cultura emergenziale con la quale in questo paese sono state fatte passare tutte le nefandezze è un colpo di mano. Ben maggiore legittimità avrebbe un governo Bersani, pur bocciato in Senato, per condurre il paese a nuove elezioni.

Non rappresenta il paese reale il governo Monti, non rappresentano il paese reale i dieci presunti saggi. Se un disegno s’intuisce è che i D’Alema e i Berlusconi pretendono di fare melina per altri cinque anni sperando di addormentare il fenomeno grillino. Se questa operazione riesce gli italiani comuni tra cinque anni staranno peggio di prima. Magari rassicureranno la finanza, la BCE, i mercati, che potranno continuare a spolparci un po’ al giorno. Se non riesce crolleremo di colpo e lo Stato, la Nazione stessa avrà perso ogni legittimità. Altro che Europa allora, ch’è diventata una foglia di fico. Tutto il peggio sarà possibile. Ma il crollo non sarà quello dell’Argentina o della Grecia; sarà Weimar.

Intanto, di sicuro, l’invenzione di Napolitano blocca il corso democratico della legislatura. Il suo dovere, se Bersani non riesce a formare un governo, è incaricare Berlusconi (o chi per lui) e, dopo di questo, Grillo (o chi per lui). Non proseguire in questi tentativi, e non potendo sciogliere le camere, blocca il corso naturale delle cose impedendo soluzioni che, evidentemente, sono considerate da evitare ad ogni costo dai padroni del paese dei quali la lista dei saggi rappresenta un elenco di spicciafaccende ben pagati.

È sotto gli occhi di tutti che l’Italia potrebbe esprimere dieci, cento, mille saggi di ben più alto profilo di quelli indicati da Napolitano ma che si è scelto di nominare quelli perché in realtà ognuno di loro garantisce un potere. Garanti dei poteri forti, dei grandi interessi, di una generazione e di un sesso, quello maschile, che ha umiliato e stuprato il paese. Garanti della fase terminale della nostra democrazia nata nel 1945 dalla Resistenza, che è agonizzante almeno dal sequestro di Aldo Moro e in coma da quando è sceso in campo Silvio Berlusconi.

Non si capisce intanto chi lavora per chi. Lavora per il Re di Prussia Beppe Grillo, incapace di capire di star sprecando una golden share che non ritornerà per spazzar via la peggior classe dirigente d’Europa commissariando un governo Bersani e obbligandolo a realizzare parti importanti del proprio programma? Lavora per il Re di Prussia quella parte di centro-sinistra che muore dalla voglia di far fuori Bersani e inciuciare con Berlusconi a qualunque prezzo, vogliosa solamente di un altro giro di valzer, di mantenere privilegi e vitalizi e spingere sul Colle il Massimo peggiore di tutti loro a garanzia del mercimonio? O lavora per il Re di Prussia Napolitano che spinge altri milioni di italiani tra le braccia di Grillo o di qualunque altro pifferaio sorgerà a indicare che il re è nudo? Qualcuno si illude che basterà un Renzi a salvarci. Se non si sgonfierà quando si rivoterà il Movimento Cinque Stelle, o ben di peggio di questo (le Albe dorate greche dovrebbero darci brividi), sfonderanno ogni argine. La politica, questa politica ha perso ogni legittimità e il caos è dietro l’angolo.

Volete la guerra civile?

Fonte: gennarocarotenuto.it

(da fabionews.info)

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Cinque stelle: è questo il cambiamento che si aspettavano gli Italiani?

di Fabio Marcelli

Non credo che nuove elezioni segnerebbero un passo in avanti nella tormentata crisi politica, economica, sociale e ideale che sta vivendo il nostro Paese. Al contrario, potrebbero costituire una nuova inutile torsione e un aggravamento della situazione, aumentando sofferenze, malessere e angosciosa in quella grandissima parte della popolazione italiana che si trova a malpartito per effetto delle malaugurate scelte dei governi precedenti da Berlusconi a Monti.

Né costituirebbe una soluzione un nuovo deprecabile governissimo che non ci consentirebbe di avanzare di un millimetro sulla strada obbligata della deberlusconizzazione e provocherebbe sicuramente un ulteriore degrado e discredito della classe politica.

Che fare quindi?

Vero è che occorre restituire fin da subito centralità al Parlamento, istituzione umiliata oramai da decenni sia dalla complessiva svalutazione della democrazia operata dai poteri forti, che dalla tendenza dell’esecutivo a legiferare in proprio a colpi di decreto-legge. Restituendo dignità e potere decisionale al Parlamento (e tagliando i privilegi feudali dei suoi componenti) si restituiscono dignità e potere decisionale ai cittadini e si dà una boccata di ossigeno alla democrazia in affanno per i motivi accennati ed altri ancora. Va però tenuto parallelamente conto del fatto che ci troviamo in un sistema parlamentare governato dal principio della fiducia del Parlamento al governo e non in un sistema assembleare.  Tralascio qui ogni disquisizione sulla possibilità del transito dall’uno all’altro a Costituzione immutata.

E’ poi il caso di fare tre precisazioni. La prima, è che, se è vero che comunque il Parlamento sovrano può legiferare senza bisogno di un governo nella pienezza dei suoi poteri, sarebbe ad ogni modo meglio, dal punto di vista dell’efficacia dell’azione complessiva del sistema che un tale governo, sia pure a termine e con compiti ben delimitati, esistesse. In questo senso si potrebbe incaricare una figura di garanzia che riesca a concordare, sui punti che elencherò e magari anche altri, un programma che veda l’adesione di Cinquestelle da un lato e Pd-Sel dall’altro più chiunque altro si voglia aggregare. Sono d’accordo con Travaglio che si è presentata un’occasione da non perdere in questo senso che la posizione eccessivamente rigida del Cinque Stelle ha contribuito a sciupare. Ma vorrei aggiungere che forse siamo ancora in tempo a coglierla.

La seconda, è che ripristinare la centralità del Parlamento ha senso se si riprende un rapporto forte con il Paese. Da questo punto di vista mi sarei aspettato da parte dei Cinque Stelle un maggiore sforzo di inventiva anche nell’uso degli strumenti telematici sulla scorta fra l’altro di esperienze recenti come quella islandese. Buona l’idea della consultazione in rete sul presidente della Repubblica da eleggere. Vediamo come sarà attuata.

La terza riguarda invece la recente iniziativa del presidente Napolitano di nominare dieci “saggi”. La loro saggezza è tutta da dimostrare, si vedano ad esempio Violante e Quagliarello. Non è comunque chiaro fino in fondo che cosa tali più o meno saggi dovrebbero fare.

E’ ora che il Movimento Cinque Stelle, e chi lo ha votato, si interroghi a fondo sulla sensatezza delle proprie posizioni che hanno prodotto finora solo un governo zombie e la nomina di “saggi” tutti più o meno organici al sistema di potere esistente.

E’ questo il cambiamento che si aspettavano gli Italiani?

Saggi o meno, governo o no, igruppi parlamentari possono prendere fin da subito l’iniziativa e votare leggi sui seguenti temi:

1. riforma elettorale, abolizione del porcellum e introduzione della proporzionale pura, unico metodo democratico e conforme alla Costituzione;

2. conflitto d’interessi;

3. pagamento immediato alle imprese dei debiti della pubblica amministrazione;

4. leggi per l’asilo e la cittadinanza;

5. leggi per svuotare le carceri abolendo le odiose disposizioni della Fini-Giovanardi, della Bossi-Fini e della Cirielli che le hanno riempite di poveracci;

6. reddito minimo di cittadinanza;

7. riduzione di tutti gli appannaggi dei politici a massimo 5.000 euro;

8. Annullamento definitivo delle “grandi opere” e dell’acquisto degli F-35;

9. Apertura di un’inchiesta sul debito pubblico per adottare misure in materia.

Vi pare poco? Saranno almeno vent’anni, ma sicuramente di più, che governi di ogni salsa, dotati a volte di robuste maggioranze parlamentari, traccheggiano su questi ed altri temi senza cavare un ragno dal buco. Ci provi il Parlamento sovrano eletto a  febbraio, possibilmente  nominando un governo tenuto a realizzare questi o altri punti di programma. I gruppi parlamentari prendano l’iniziativa. I giuristi democratici mettono gratuitamente le proprie competenze al servizio del Paese, per avanzare su questi ed altri temi, tenendo presente che l’Italia si può salvare solo rinnovandosi a fondo e liberandosi dai parassiti che lo infestano, comunque essi si chiamino.

Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03/31/cinque-stelle-e-questo-cambiamento-che-si-aspettavano-italiani/545973/

Tratto da: Informare per Resistere 

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Ancora tu

di Alessandra Daniele

È stata una Pasqua di morte senza resurrezione. In ventiquattr’ore abbiamo perso Enzo Jannacci, Franco Califano, e la democrazia.
La democrazia era molto malata da tempo.
Il delirante risultato elettorale del mese scorso sembrava avere l’unico pregio d’essere il solo in grado di evitare quella riconferma di Monti al governo che, prima del voto, io ritenevo tristemente ineludibile. Invece Napolitano ha scovato in extremis il modo per confermare la mia pessimistica previsione: benché stia evidentemente sul cazzo almeno al 91% degli elettori, Monti resterà premier.

A questo punto, forse dovrei secernere un pippone indignato sulla povera democrazia italiana soffocata nel sonno, ma è dolorosamente difficile difendere il diritto di voto di un popolo che lo usa sempre a cazzo di cane.
Un popolo che ancora una volta ha creduto alle peggiori stronzate, e ancora una volta ha riempito il Parlamento di cialtroni incapaci telecomandati da miliardari mitomani.
Gli italiani hanno perduto il diritto all’autodeterminazione? Se lo riacquistassero, entro cinque anni eleggerebbero premier il virus Ebola.
Il modo in cui Grillo e i grillini abusano della metafora dei morti viventi dimostra che, oltre che di Costituzione, non capiscono un cazzo nemmeno di zombie movies. Gliene sfugge proprio il fulcro allegorico, particolarmente evidente in tutti i classici, dal capostipite Night of the Living Dead, alle variazioni come 28 Days Later, all’attuale The Walking Dead: gli zombie non sono l’unico, e spesso neanche il maggiore pericolo, anzi, in definitiva la minaccia peggiore per i sopravvissuti sono proprio gli altri sopravvissuti, specialmente quelli implotonati in modo paramilitare/religioso, con la pretesa di essere gli unici autorizzati a fare ”pulizia”.
È difficile difendere il diritto degli italiani di votare la fiducia al Governor.
Nel 2011 l’Italia è stata commissariata per debiti, la nostra già scarsa sovranità nazionale residua ci è stata pignorata. Ci viene permesso di continuare ad abitare in Italia, ma pagando, perché di fatto il paese non ci appartiene più.
Se rifiutiamo la Grossolana Coalizione che ci hanno assegnato, saremo riportati al guinzaglio a votare, e ci strofineranno il muso sulla scheda finché non avremo imparato a non votare fuori dal vaso.
Dopo Monti avremo ancora Monti, magari con un altro nome, ma sempre Monti.
Ce lo siamo meritato.
Intanto i grillini, com’è successo ai leghisti, finiranno per integrarsi, a dispetto della loro presunta ”diversità” hanno già dimostrato di conoscere i principali trucchi del mestiere:
– Puntare ai vantaggi tattici per il proprio partito, fottendosene dei reali interessi del paese.
– Millantare titoli, e nello stesso tempo vantarsi della propria ignoranza.
– Sparare cazzate, e poi darne la colpa ai giornalisti.
– Lasciare Monti al governo.
La speranza più concreta di cambiamento che c’è rimasta è venire nuclearizzati dalla Corea del Nord.

Fonte: http://www.carmillaonline.com/archives/2013/04/004673.html

Tratto da: Informare per Resistere 

Discussione

Un pensiero su “I dieci saggi impresentabili di Napolitano. Volete la guerra civile?

  1. Gente che si straccia le vesti perché Napolitano ha nominato i saggi……

    Io che vivo in Francia ho altra idea :
    – il parlamento ha dimostrato (i deputati hanno creato un loro mondo surreale, pieno di menzogne) di essere bloccato. Una delle ragioni è che nel parlamento non esiste il REALISMO, a causa delle molte menzogne….
    – Napolitano, più realista, ha capito che un Paese senza governo, ma infognato nelle infinite discuss. parlamentari, di gente che non sa gestire il pubblico perché si occupa del PRIVATO, affonderà il sistema perché ha conseguenze sull’economia. Ha quindi capito che ci vuole una soluzio provvisoria per non fermare il Paese. Ha nominato persone di alta levatura (è stato detto, ma non so), per il bene del Paese.

    In toto : la mentalità italiana è a terra, incompatibile con la realtà economica. Questa è la madre di tutti i problemi !
    U. Realist

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    Pubblicato da Ulrico Reali | 02/04/2013, 12:21

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