Lettera all’ANPI Nazionale e Provinciale di Torino.
L’oggetto di questa mia lettera non vuole essere provocatorio. E’ davvero la domanda che mi sto ponendo e vi pongo!
Sono una donna di 67 anni,insegnante, mediamente acculturata, mediamente informata, mediamente attiva nella vita sociale e politica della mia città e del mio paese; mi sono sempre posta con curiosità e senza pregiudizi verso le tante voci e opinioni delle varie componenti sociali (partiti, movimenti, ecc.).
Unico mio pregiudizio, inteso nel vero senso etimologico della parola, é l’antifascismo: lo spartiacque che segna il confine per ogni confronto democratico, la discussione ed il dialogo, sono possibili soltanto nel momento in cui vengono condivise le regole etico-morali della società, regole che l’ideologia fascista non contempla, mettendo in essere politiche di sopraffazione razziale, territoriale, sessuale…..non devo certo spiegarlo a delle persone informate e schierate come voi.
Vorrei esprimere tutto l’orrore che ho provato nel vedere radunati nelle piazze italiane, il giorno 2 Agosto (giorno della strage di Bologna), fascisti e loro sodali pluri-condannati, assassini condannati, i quali rivendicavano la loro estraneità alla strage (la pista nera è ormai conclamata a tutti i livelli processuali).
Ma ciò che mi ha addolorato è stata l’ assenza totale di opposizione, come se fosse legittimata la loro presenza, non mi risulta nessuna contestazione formale, nessuna richiesta di revoca dei loro assembramenti, mi sbaglio forse? E’ passata anche tra di noi la mistificazione che vorrebbe parificare fascismo e comunismo falsificando anche le verità storiche ?
Per contro assisto incredula alla repressione più feroce verso coloro che ancora tentano di affermare i valori fondanti della nostra vita democratica: tutti giovani ragazzi, ricchi di ideali, di entusiasmo, di volontà ferrea nel contrastare l’onda fascista.
E’ recente la messe di denunce e di misure cautelari, tutte a carico di giovani che in qualche modo hanno agito l’antifascismo: fronteggiando i “balordi “(non so proprio come chiamarli) del FUAN, di casa POUND o altro, i quali si sono presentati in varie situazioni, chiaramente con finalità provocatorie, sempre scortati dalle forze dell’ordine (anche questa vecchia storia: non si può fingere di non sapere quanto certi settori dello Stato siano compiacenti con le nuove destre!).
I giovani antifascisti di Firenze, Genova, Bologna e, per ultimi i 31 denunciati di Torino (che hanno tentato di allontanare un gruppo di del FUAN che volantinava contro un convegno sulle foibe che si teneva all’interno dell’Università e che sono stati manganellati dalle forze dell’ordine, lo scorso febbraio – ndr), testimoniano la durezza della repressione nei loro confronti; ricordo che le indagini e le denunce partono da quegli stessi uffici in parte simpatizzanti con le destre; ed i magistrati, talvolta acriticamente, confermano e comminano misure durissime. (obbligo quotidiano di firma, divieto di dimora a Torino, arresti domiciliari, oltre agli iniziali 3 arresti – ndr).
NOI dove stiamo? Li lasciamo da soli? Temiamo le loro intemperanze, frutto di rabbia giovanile? …. noi non siamo mai stati giovani?
Ci bastano due cerimonie commemorative per affermare che il fondamento della nostra costituzione è stata la lotta antifascista? Temo che prestando sempre più ascolto alle tesi storico-revisionistiche, ci ritroveremo in una società razzista, omofoba e liberticida dove nessun dissenso potrà più essere agito.
Vi prego di prendere in considerazione questo mio sfogo: siamo gli unici, insieme a quei giovani che ci credono, a poter contrastare la deriva assolutoria e negazionista di certa storiografia attuale.
Posso sperare in un confronto su questi temi, finalizzato anche ad eventuali iniziative ?
Grazie per l’attenzione.
Lorena Sancin
𝐏𝐑𝐄𝐒𝐈𝐃𝐈𝐎 𝟒 𝐒𝐄𝐓𝐓𝐄𝐌𝐁𝐑𝐄 𝐇 𝟖,𝟑𝟎𝐏𝐀𝐋𝐀𝐙𝐙𝐎 𝐃𝐈 𝐆𝐈𝐔𝐒𝐓𝐈𝐙𝐈𝐀
Il 4 settembre alle ore 8,30 saremo al Palazzo di Giustizia di Torino con mascherine, distanziati, ma decisi a far sentire la nostra profonda indignazione per le pesantissime misure comminate a 31 giovani!
𝐈𝐥 𝟏𝟑 𝐅𝐞𝐛𝐛𝐫𝐚𝐢𝐨 𝟐𝟎𝟐𝟎 𝐢𝐧 𝐮𝐧’𝐚𝐮𝐥𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐂𝐚𝐦𝐩𝐮𝐬 𝐋𝐮𝐢𝐠𝐢 𝐄𝐢𝐧𝐚𝐮𝐝𝐢 si tenne un convegno autorizzato dall’istituzione universitaria. Titolo del convegno: “Fascismo, colonialismo, foibe” con l’intervento dello scrittore Moni Ovadia e del giornalista e storico Stojan Spetic; convegno che era stato preparato da due serate di incontri e dibattiti tenuti dallo storico Eric Gobetti.
A evento appena iniziato si presentarono al Campus dei giovanotti, del gruppo cosiddetto FUAN, scortati da ingenti forze di polizia.
Avevano pianificato, come tante volte succede, una provocazione per far fallire probabilmente, il convegno stesso e impedirne la partecipazione ai tanti studenti che si stavano avviando verso la sala.
Ci chiediamo se fosse proprio necessario garantire loro quel volantinaggio (tra l’altro volgarmente inneggiante al Ventennio) in quel giorno e proprio a quell’ora e se si volessero creare i presupposti per uno scontro.
𝐒𝐯𝐨𝐥𝐠𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐚𝐭𝐚: dileggiamenti verso i nostalgici balilla, opportunamente protetti dalla celere, cariche di “alleggerimento” dei suddetti, poliziotti in tenuta antisommossa che correvano sui prati universitari, manganelli… che vergogna! (nel frattempo i fieri giovanotti si erano prontamente dileguati).
𝐂𝐨𝐫𝐨𝐧𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐨: fermo immediato per quattro studenti di cui tre tradotti al carcere delle Vallette, operazione massiccia di Polizia, 31 giovani denunciati, misure cautelari durissime per 19…
Sono copioni che non possiamo più accettare!
La narrazione dei “soliti violenti” non attecchisce più: noi eravamo presenti, abbiamo visto e abbiamo sentito.
Si trattò di un fronteggiamento di studenti antifascisti pronti a seguire un’interessante lezione di Storia, i quali si sono trovati davanti coloro che la Storia la negano, per di più scortati dalle Forze dell’Ordine.
Siamo o no un Paese Antifascista? Vogliamo o no dire una volta per tutte che l’Antifascismo è la linea di demarcazione per qualsiasi confronto?
Chiediamo ai giudici se davvero hanno verificato ciò che è stato loro proposto dai Servizi Investigativi, se hanno guardato in faccia a questi ragazzi (studenti e lavoratori) mentre comminavano loro divieti di dimora e arresti domiciliari e ancora quale funzione avrebbero le loro misure: educative? punitive? repressive?
Aspettiamo delle risposte augurandoci di avere come interlocutori dei sinceri antifascisti.
Facciamo sentire la nostra solidarietà alle studentesse e agli studenti sottoposti a misure che Venerdì 4 settembre affronteranno l’udienza del Riesame, ribadendo con forza che l* vogliamo
𝐓𝐔𝐓𝐓* 𝐋𝐈𝐁𝐄𝐑* 𝐒𝐔𝐁𝐈𝐓𝐎!
𝗔𝗱𝗲𝗿𝗶𝘀𝗰𝗼𝗻𝗼 𝗮𝗹𝗹’𝗲𝘃𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗹𝗲 𝘀𝗲𝗴𝘂𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗦𝗲𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗔𝗡𝗣𝗜 :
ANPI “68 Martiri” Grugliasco
Anpi Nizza Lingotto
Anpi V Circoscrizione Torino
ANPI Nichelino – Sez. Concetto Campione
Anpi Venaria
ANPI Torino – Sezione Fernando Gattini
ANPI Villastellone Sez Alasia
VEDI ANCHE:
FOIBE, Torino: Forze dell’ordine mobilitate per consentire il volantinaggio ai fascisti e arresta gli antifascisti
Intervento di Donatella Di Cesare su L’Espresso del 3 Settembre 2020:
«È inaccettabile processare gli studenti per antifascismo» https://espresso.repubblica.it/attualita/2020/09/03/news/donatella-di-cesare-e-inaccettabile-processare-gli-studenti-per-antifascismo-1.352719
Intervento di Moni Ovadia sul Manifesto del 3 Settembre 2020:
Dichiarazione odierna di Zerocalcare su La Repubblica:
Dichiarazione di Francesca Frediani che riassume lo svolgimento dei fatti di Torino del 13 febbraio 2020: https://www.facebook.com/mammeinpiazza/videos/305126174079362/
Dichiarazione Moni Ovadia dopo la conclusione del Convegno sulle Foibe del 13 febbraio a Torino:
https://www.facebook.com/mammeinpiazza/videos/2691340337780030/
Dichiarazione di Stojan Spetich, di fine luglio 2020, dopo l’imposizione delle misure cautelari imposte a 31 manifestanti: https://www.facebook.com/mammeinpiazza/videos/313055269972299/
Dichiarazione di Moni Ovadia di fine luglio 2020, dopo l’imposizione delle misure cautelari imposte a 31 manifestanti: https://www.facebook.com/mammeinpiazza/videos/633411694269811/
Dichiarazione delle Mamme in Piazza per la libertà di dissenso, di fine luglio 2020, dopo l’imposizione delle misure cautelari: https://www.facebook.com/mammeinpiazza/videos/1228005670867682/
La nostra migliore gioventù
Antifascismo. 31 giovani torinesi domani saranno domani davanti al giudice del riesame di Torino per chiedere la revoca delle limitazioni alla libertà: liberateli e non incriminateli.Essi incarnano lo spirito migliore della nostra repubblica. Per loro l’antifascismo non è una parola vuota
Il 13 febbraio scorso all’università di Torino si è svolto un convegno intitolato «fascismo, colonialismo, foibe» autorizzato dall’istituzione universitaria e promosso da alcune sezioni dell’Anpi, Nizza Lingotto, 68 martiri di Grugliasco, V sezioni riunite, Nichelino. E dal Comitato delle mamme in piazza per la libertà del dissenso.
Io ero invitato come relatore. Prevista la proiezione dell’importante documentario della Bbc, The fascist legacy (L’eredità fascista). Film acquistato dalla Rai oltre 25 anni fa, doppiato a cura del regista Massimo Sani ma la tv di stato non lo ha mai messo in onda.
Mentre il convegno si svolgeva, secondo quanto mi è stato riferito da alcuni degli organizzatori, sono arrivati gli immancabili neofascisti a fare un volantinaggio scortati da tre camionette della celere con agenti in tenuta antisommossa.
Gli studenti antifascisti si sono contrapposti ai fascisti al grido di: «Fuori i fascisti dall’Università». Sono seguite cariche di «allegerimento» da parte delle forze di polizia a cui hanno fatto seguito l’arresto di alcuni militanti antifascisti che sono stati subito oggetto di durissimi provvedimenti costrittivi.
Per dovere di onestà ripeto che non sono stato testimone oculare dei fatti ma riferisco ciò che mi è stato detto da persone che personalmente ritengo degne della massima fiducia. Io mi trovavo all’interno dell’aula in cui si teneva il convegno.
Ma, a prescindere da come si è svolta la dinamica dei fatti c’è una domanda che dovrebbe sgorgare spontanea dal cuore di ogni cittadino italiano degno di tale qualifica: per quale ragione le nostre forze dell’ordine che giurano fedeltà alla Costituzione repubblicana debbano scortare fascisti, neofascisti e affini.
La nostra Carta non è neutra, è ontogeneticamente e intrinsecamente antifascista.
I fascisti e coloro che si ispirano alla «ideologia» di quel regime criminale non hanno titolo né diritto ad esprimersi negli spazi pubblici in quanto ogni loro manifestazione viola il dettato costituzionale e si configura come crimine contro la democrazia.
Tengano le loro kermesse nostalgiche in luoghi privati e i cittadini italiani ricordino che si tratta di nostalgia per la guerra, il colonialismo, il razzismo, il genocidio, il razzismo.

La democrazia italiana ha ricevuto dalla permanenza del veleno fascista nelle fibre più delicate del tessuto nazionale, micidiali ferite purulente a partire dallo stragismo.
L’Italia all’uscita dalla seconda guerra mondiale si collocò nell’area atlantica sotto l’egemonia degli Stati Uniti per i quali il nemico era diventato l’Unione sovietica. Le amministrazioni stelle e strisce non si fidavano degli antifascisti e pretesero che nei gangli vitali dello stato fossero reintegrati i compromessi col regime e «licenziati» coloro che avevano combattuto contro il fascismo.
Per questo principale motivo, a mio parere, l’Italia non si è mai liberata dalla micidiale eredità fascista.
Ora, tornando ai giovani antifascisti torinesi, 31 dei quali il 4 settembre, domani, saranno davanti al giudice del riesame di Torino per chiedere la revoca delle limitazioni alla libertà: liberateli e non incriminateli.
Essi incarnano lo spirito migliore della nostra repubblica. Per loro l’antifascismo non è una parola vuota da far risuonare retoricamente alle manifestazioni celebrative e commemorative, non è un simulacro buono per simulare appartenenze di comodo, per loro l’impegno antifascista è un orizzonte di lotta per edificare una società di giustizia, di uguaglianza. È una forza propulsiva che si contrappone alla barbarie della guerra, del razzismo, dei privilegi intesi come forma di rapina che disgrega l’integrità sacrale della vita.
Questi non sono i giovani delle discoteche, degli apericena o delle happy hour, vivono la vita come partecipazione ai valori che istituiscono e difendono la civiltà democratica e sanno vivere con passione e con la gioia di chi ha iscritto il proprio cammino nel solco che porta dalla tirannia alla libertà come fecero i nostri partigiani che si sacrificarono per amore della vita e per fermare i cultori della morte.
Fonte: Il Manifesto del 2 Settembre 2020
«È inaccettabile processare gli studenti per antifascismo»
Dopo Zerocalcare anche la filosofa Donatella Di Cesare si schiera dalla parte dei giovani universitari torinesi. Colpiti da durissime misure cautelari per essersi opposti alla presenza in aula dei militanti del Fuan. E lancia un appello: «È importante una mobilitazione di tutti in segno di solidarietà»
E’ possibile che l’università abbia concesso un’aula ai militanti del Fuan? È possibile che la polizia non solo li abbia scortati, ma assuma un atteggiamento ambiguo, per non dire provocatorio, verso i collettivi studenteschi che, in presidio, avevano organizzato una protesta contro i fascisti? E, infine, è possibile che ben trentuno studenti vengano colpiti da gravissime misure cautelari che vanno dagli arresti domiciliari, all’obbligo di firma quotidiano, al divieto di dimora a Torino?
I fatti, che si sono svolti al Campus Einaudi dell’Università di Torino, risalgono al 13 febbraio e sono stati quasi dimenticati dopo il covid. I provvedimenti punitivi sono arrivati alla fine di luglio.
Questi studenti sono accusati né più né meno di antifascismo. Insieme a loro avrebbe dovuto esserci chiunque abbia buona memoria e non dimentichi la Costituzione.
Perciò è inaccettabile che siano sotto processo e siano già vittime di punizioni che stanno danneggiando la loro vita e pregiudicando il loro diritto allo studio. Conosco personalmente alcuni di loro, in particolare due mie studentesse. Sarebbe davvero “surreale”, come ha detto Zerocalcare , che pagassero un prezzo per aver protestato contro la presenza dei fascisti all’università. Il 4 settembre saranno davanti al giudice per chiedere la revoca delle limitazioni. È importante una mobilitazione di tutti in segno di solidarietà.
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