COVID-19

“DOPO LA PANDEMIA L’UMANITA’ DOVRA’ CAMBIARE LA DIREZIONE DEL SUO DESTINO”. INTERVISTA A LEONARDO BOFF

di Pierluigi Mele

Il Covid-19 si sta allargando in tutti continenti. Anche in America Latina l’emergenza sanitaria si sta facendo sempre più drammatica. Come in Brasile.

Ne parliamo con un grande intellettuale brasiliano, il teologo Leonardo Boff.

Leonardo, il Coronavirus sta colpendo, con circa un mese di ritardo, anche il Continente Latinoamericano. Sappiamo della drammatica situazione in Ecuador (in particolare della città di Guayaquil, dove i cadaveri dei malati vengono gettati per strada). In Brasile com’è la situazione?

 

Il Brasile vive una situazione drammatica. Ci sono già 431 morti e 10.275 contagiati per coronavírus (dati di ieri ndr). La nostra fortuna è che, a differenza degli USA, abbiamo il Sistema Universal de Saude (SUS) che assiste gratuitamente tutta la popolazione. Sotto l’attuale neo-liberismo estremo, la tendenza stessa del Governo era privatizzare tutto il sistema. Adesso si rivela come un grande strumento che sta salvando molta gente, specialmente i poveri. La nostra disgrazia è il fatto di avere un Presidente, Jair Messias Bolsonaro che, unico al mondo, e contro la Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), del Parlamento Nazionale e del suo proprio Ministro della Sanità, Mandetta si oppone al distanziamento sociale. Fino a due giorni fa in televisione sollecitava il popolo ad andare nelle strade, riprendere il lavoro, mantenere aperte tutte le attività commerciali, i ristoranti e i bar.

Psicanalisti lo hanno già analizzato come un paranoico con manie di persecuzione. Vede tutto come un complotto del comunismo internazionale per dominare la globalizzazione. Una cosa ridicola, visto che non esiste più il sistema comunista, eccetto in Cina, alla quale prima si era approssimato e dopo è passato ad attaccarla.

Lui odia il popolo, i neri, i poveri, gli indigeni e tutte le persone con altre opzioni sessuali. È una persona che mente al popolo attraverso la televisione. Usa frequentemente fake news e propaga direttamente l’odio. Fortuna che i militari, sono più di 200 ad occupare funzioni di governo, lo hanno frenato. Oggi sappiamo che non dispone più del potere di prendere qualsiasi decisione. Il Generale  Braga Neto, Ministro da Casa Civil (Capo di Gabinetto della Presidenza della Repubblica) è il “Presidente Operativo”. Significa che è lui l’effettivo Presidente del Brasile e Bolsonaro continua nell’incarico solo pro forma.

In pratica, è avvenuto un golpe interno. Questo fatto non è oggetto di notizie e commenti in nessun organo di stampa e televisione in Brasile, che sono sotto censura, in quanto si temono reazioni violente dei seguidor fanatici di Bolsonaro.

Agli amici continua a dire, contro tutto il mondo, che si tratta di un “lieve raffreddore” e di una “isteria collettiva”. Si vede che vive in un mondo parallelo, di fantasia, incapace d’intercettare la realtà brasiliana e mondiale.

Eravamo governati da un psicopatico che portava avanti una politica, da molti chiamata di necropolitica, che esalta la morte e lo sterminio dei suoi oppositori che non li vede come avversari, ma come nemici.

 

 

Quali sono le zone più colpite? E nelle favelas qual è la situazione?

 

Siamo appena nella seconda settimana dell’epidemia. Le classi ricche e medie sono state le prime ad essere raggiunte, specialmente a São Paulo con più di 17 milioni di abitanti e 260 morti, a Rio de Janeiro con 58 morti e poi la capitale Brasilia, con alcuni morti. In totale fino ad oggi (domenica 5 aprile) sono 432 morti e 10.278 contagiati. Ancora non è arrivata nelle favelas. A Rio sono circa 3 milioni le persone che vivono in grandi conglomerati, quasi senza nessuna infrastruttura sanitaria, molti senza acqua corrente e senza alcool o gel per difendersi contro il virus. A São Paulo è più o meno la stessa situazione. Se arrivasse alle favelas che esistono in quasi tutte le grandi città si teme una vera ecatombe.

Non ci sono posti letto sufficienti negli ospedali. Dappertutto mancano le mascherine e l’alcool-gel, che interessano il corpo medico e infermieristico. La curva è ascendente e la mortalità è del 4,3%. Il Ministero della Sanità è riuscito ad imporre il distanziamento sociale generale, includendo fabbriche, scuole e le famiglie. Ma sono molti, specialmente a Rio de Janeiro che non ubbidiscono, continuano nelle strade senza protezione, animati dalle parole insane e irresponsabili del Presidente Bolsonaro. Temiamo una ecatombe con migliaia di morti, data l’estensione continentale del Brasile, l’assenza di infrastrutture sanitarie specifiche e la saturazione degli ospedali.

 

La Chiesa brasiliana come sta operando?

 

La Chiesa sta fornendo un grande aiuto. La Conferenza nazionale dei Vescovi ha fatto successivi appelli affinché tutti restino in casa. Utilizza tutta la vasta rete di comunità ecclesiali di base (che sono migliaia) e le parrocchie per soddisfare i più bisognosi. Sta organizzando grandi raccolte di alimenti, vestiti, articoli sanitari e si attiva nelle favelas per orientare sul coronavirus la popolazione povera che non ha mezzi per seguire i notiziari. Si sta riscontrando molta solidarietà nella popolazione, che dona tonnellate di alimenti, carta igienica e medicine.

 

Ultime, ma fondamentali, domande : la pandemia ci costringe tutti a pensare. Quali priorità sta ridefinendo per l’umanità? Per un credente cosa può significare questa terribile pandemia? 

 

La pandemia del coronavirus sta rigettando tutte le tesi del neo-liberismo e dello stesso capitalismo. Questo difendeva la competizione quando ora  l’importante è la cooperazione e la solidarietà. Difendeva l’individualismo quando ora ci rendiamo conto del fatto che tutti siamo interdipendenti. Sfruttava in una forma impietosa la natura e ora ci rendiamo conto che dobbiamo rispettare e prenderci cura della Madre Terra, in quanto il virus è una reazione e una rappresaglia della stessa Terra contro le aggressioni che gli facciamo da più di due secoli. Il Micro sta sconfiggendo il Macro. Il coronavirus rende ridicolo tutto l’apparato bellico dei paesi militaristi che hanno costruito armi di distruzione di massa, nucleari, chimiche e biologiche. Ci sta dando una lezione: cosi come stiamo trattando la Casa Comune, con pochissimi miliardari a spese di miliardi di poveri e della sistematica depredazione della natura, non possiamo continuare.

Il virus non distingue ricchi e poveri, gente di potere e altri senza potere. Attacca indistintamente tutti. Può essere quello che gli scienziati tanto temono: il NBO (Next Big One) il “prossimo grande virus”, quello che può sterminare la specie umana. Questo possiede caratteristiche somiglianti al Big One. Sicuramente non distruggerà la specie umana, ma Gaia, il pianeta Vivo, la Madre Terra ci sta dando segnali. Questa è la prima guerra globale dentro un mondo globalizzato. Tutti sono colpiti: o stabiliamo relazioni di solidarietà e cooperazione, prendendoci cura gli uni degli altri e dell’unica Casa Comune o ingrosseremo la processione di quelli che spingono nella direzione di un abisso.

Possibilmente il mondo sarà un altro dopo che avremo attraversato la crisi del coronavírus. O il sistema si imporrà con più violenza ancora, o dovremo cambiare la direzione del nostro destino su questo pianeta.

Come cristiani crediamo in quello che sta scritto nel Libro della Saggezza 11,26: ”Dio è l’innamorato amante della vita”. Alimentiamo la speranza che Lui non lascerà che questa vita sparisca per l’irresponsabilità degli esseri umani. In qualche modo la vita è stata resa eterna da Gesù risuscitato e da Maria assunta al cielo. Noi, la Terra e l’universo dovremmo avere lo stesso destino loro. Ma ciò non è automatico. Possiamo essere tanto stolti di distruggere le basi chimico-fisiche ed ecologiche che supportano la vita, anche la nostra. E li sarebbe la fine della specie homo sapiens/demens. La Terra continuerà seguendo nello spazio siderale, intorno al sole, ma senza di noi. Ma la nostra speranza è maggiore di qualsiasi altra pazzia commessa dagli esseri umani.

 

(Traduzione dal portoghese di Gianni Alioti).

 

FONTE: http://confini.blog.rainews.it/

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