di Tonino D’Orazio (15 febbraio 2019)
Il numero di miliardari è raddoppiato da dopo la crisi del 2008. (Oxfam). Erano 27, ora sono 42. Complessivamente, la ricchezza di questi miliardari è aumentata di 900 miliardi di dollari l’anno scorso, ad un tasso di 2,5 miliardi di dollari al giorno, mentre quella della metà più povera della popolazione del pianeta è sceso dell’11%. L’uomo più ricco del mondo, Jeff Bezos, capo di Amazon, detiene 112 miliardi di dollari nel 2018, in pratica il bilancio sanitario dell’Etiopia è l’1% della sua ricchezza. Oxfam ha sottolineato che “i ricchi non hanno solo una fortuna in piena espansione, ma anche i più bassi livelli di tassazione degli ultimi decenni“. “Se la tendenza fosse invertita, la maggior parte dei governi avrebbe risorse sufficienti per finanziare i servizi pubblici“. Ha precisato inoltre che su un dollaro di imposta sul reddito, solo quattro centesimi provengono dalla tassazione della ricchezza. L’ONG ritiene inoltre che “la ricchezza sia particolarmente sottovalutata“. Oxfam stima che i più ricchi nascondano almeno 7.600 miliardi di dollari in alcuni paesi come il Brasile, il Regno Unito e nei paradisi fiscali. Il rapporto annuale Oxfam è pubblicato in un contesto in cui la tassazione delle maggiori fortune provoca dibattiti in diversi paesi. In Francia, il movimento dei giubbotti gialli ha riacceso il dibattito sulla rimozione della Tassa Imposta Patrimoniale voluta da Macron. Negli Stati Uniti, la neoeletta parlamentare democratica Alexandria Ocasio-Cortez ha proposto di tassare i più ricchi al 70% del patrimonio, con il sostegno del premio Nobel Paul Krugman.
Robotica. Arrivano le piante cyborg, una si chiama Elowan. I ricercatori del famoso MIT (Boston) si sono divertiti. Hanno creato una pianta robotica, la chiamiamo “cyborg botanica”. Ovviamente non si tratta di manipolazione genetica delle piante. Di questo siamo già pieni. Qual è il principio? È una pianta (fino ad adesso va tutto bene) dotata di sensori elettrochimici che le permettono di essere “indipendente” e muoversi da sola! No, lei non lascia il suo vaso ma ordina ai sensori di spostarsi verso la fonte di luce. L’obiettivo dichiarato è quello di migliorare la capacità di sopravvivenza delle piante. Forse conviene investire altrove, ci sarebbe tanto da fare.
Macron e Luigi XVI. Non è un’idea veramente mia ma un ricordo scolastico della storia francese. Esiste, se possibile, un parallelo fra i due? Indebolito dalla crisi dei giubbotti gialli e dalla sua caduta nei sondaggi, Macron fa affidamento sul grande Dibattito Nazionale, lanciato per riscrivere il legame politico logorato con i francesi, i quali sono invitati, fino al 15 Marzo, a consegnare i loro contributi, nelle riunioni pubbliche previste o su Internet. “Trarrò soluzioni reali da questo dibattito, perché voglio renderlo un atto II del mio mandato“, promette il presidente, che ha inaugurato questa consultazione durante due incontri maratone con i sindaci. In ogni caso, l’approccio assomiglia a quello di Luigi XVI, che, agli albori della rivoluzione francese, lanciò il suo Stato Generale … “Abbiamo bisogno dell’aiuto dei nostri leali sudditi per aiutarci a superare tutte le difficoltà che dobbiamo affrontare, relative allo stato delle nostre finanze …” Stesso errore. Proposta di Luigi XVI ai francesi: “ridurre i deficit assicurando loro la “felicità”, “la prosperità del regno” e “la pace e la tranquillità di cui siamo stati privati così a lungo”. Macron chiede come ridurre il debito, mantenere il budget e garantire la felicità, senza voler sinceramente cambiare nulla. Se ben ricordo non finì molto bene.
8 grandi banche sono accusate, da parte della Commissione europea, di un accordo di cartello sul mercato obbligazionario. In breve, “secondo la Commissione, i broker hanno scambiato informazioni sensibili e hanno coordinato la loro strategia sull’acquisto e la vendita di titoli sovrani in euro“, tra il 2007 e il 2012, proprio così! Che nessuno faccia finta di stupirsi. La Commissione europea ha quindi emesso una “comunicazione di addebiti”, che corrisponde, nel linguaggio tecnocratico a una specie di accusa. Secondo la Commissione, “i contatti tra traders sarebbero avvenuti principalmente – ma non esclusivamente – nei forum di discussione online“! Nulla da dire, bisogna monitorare i social network dei banchieri, perché le banche sviluppano i propri social network interni che possono anche lasciare meno tracce nella comunicazione e nelle istruzioni. Ma “l’esecutivo europeo” è super gentile e non ha rivelato nessuno dei nomi delle istituzioni interessate. Secondo indiscrezioni, spesso affidabili, dell’Agence France Presse (AFP, 31/01) vi sono i nomi di quattro banche: Credit Suisse, Credit Agricole, Deutsche Bank, Bank of America Merrill Lynch. Queste ultime tre banche sono tra le SVT (Specialiste in Valori del Tesoro). Giusto per ricordare: Le banche sono così carine. Così oneste. Così etiche … hanno tutte un dipartimento di “responsabilità sociale d’impresa”,. Hanno anche “deontologi” pagati e incaricati della “deontologia” …
La “nuova” (che non è tanto nuova) Teoria Monetaria Moderna ci viene dagli Stati Uniti, portata da una “giovane” rappresentante americana del 14 ° distretto di New York, Alexandria Ocasio-Cortez (AOC), vera speranza del Partito Democratico per gli anni a venire, e scatena passioni attraverso l’Atlantico. Cosa dice? Si potrebbe riassumere come segue: “Il denaro è una funzione sociale, e non una contingenza con intrinseca rarità, contrariamente alle teorie del monetarismo. Come tale, il suo uso deve soprattutto contribuire al bene pubblico, e non essere completamente determinato dalle regole del settore privato, tanto più quando quest’ultimo ha evidentemente fallito nel ruolo che la teoria monetaria dominante gli attribuisce“. Un altro elemento avanzato nella teoria monetaria moderna è che qualsiasi stato che stampi la propria moneta, per definizione, non può mai fallire. L’esempio vale per Usa, G.B. e Jappone. Ovviamente per il grande sito di notizie economiche e finanziarie globali di Bloomberg, la “teoria della moneta moderna è uno scherzo che non è divertente”.
Controllo di Internet: la Russia vuole testare la sua disconnessione dal Web globale. La battaglia geopolitica non ha limiti e la Russia, che sta considerando di disconnettersi da Internet, non la considera per caso. “Il paese potrebbe essere temporaneamente disconnesso dal Web esterno. L’obiettivo ufficiale? Controllare se la rete interna può continuare a funzionare in un cerchio chiuso, in caso di un grande attacco cibernetico in particolare “. La Russia si sta preparando a fare rete su un secondo Internet, un Internet che potrebbe essere condiviso con i cinesi per esempio e tagliato fuori da Internet occidentale. da una parte o dall’altra. Un Internet “sovrana”. Tecnicamente, le autorità russe e i principali fornitori di servizi Internet hanno fissato una data – forse il 1 aprile – per disconnettere temporaneamente il paese dalla rete globale. I server (soprannominato Runet, per lo spazio Internet russo) reindirizzerebbero tutto il traffico ai punti di accesso controllati dal “poliziotto” delle telecomunicazioni del paese. I dati scambiati con server al di fuori del territorio nazionale sarebbero bloccati. Una delle conclusioni di questo tentativo russo è che Internet diventa iper-controllata e che se uno stato vuole censurare o vietare, nulla di più semplice per un’autorità pubblica. L’altra lezione è che, lungi dal calmarsi, le tensioni geopolitiche al contrario stanno aumentando e il mondo si sta gradualmente separando pericolosamente di nuovo in due. Est e ovest.
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