di Víctor Hugo Majano (Caracas)
Per la MUD (Mesa de Unidad Democratica, ovvero il conglomerato politico che si oppone al governo Maduro, ndr) non basta il tempo e non bastano i centri – illegali – adibiti alla consultazione elettorale, che hanno chiamato “plebiscito”. Nel migliore dei casi, la partecipazione a questo voto non supererebbe 2,6 milioni di voti. Questo, nel migliore dei casi, appunto e concentrando al massimo i votanti nelle 9 ore di operazioni che iniziano alle 7 del mattino del 16 luglio 2017.
E la ragione è molto semplice: i punti in cui si può esprimere il voto per un processo elettorale illegale e anomalo è pari al 13 per cento dei seggi previsti nelle normali elezioni organizzate dal CNE (organo costituzionale che gestisce le elezioni in Venezuela, ndr) e a meno del 5 per cento dei tavoli di voto. Un seggio elettorale è costituito, in media, da circa 3 tavoli.
In termini assoluti, il corpo elettorale nelle normali elezioni ha a disposizione 14 mila 515 centri che raccolgono 40 mila 601 singole postazioni per una popolazione di circa 19 milioni di elettori. La MUD, in questo caso, ha messo a disposizione solo 1.933 seggi di voto e non è chiaro se saranno allestiti più tavoli per ciascun seggio.
Ciò significa che ci saranno molti elettori per ogni postazione, con una moltiplicazione dei tempi di attesa. Mentre gli elettori previsti nelle normali elezioni dal CNE sono 1.343, quelli di ogni postazione organizzata dalla MUD, saranno, in media nazionale, più di 10 mila.
Nelle normali elezioni organizzate dal CNE possono votare una media di 149 persone all’ora, mentre per questa anomala consultazione organizzata dalla MUD, dovrebbero votare 1.121 persone all’ora per ciascuna postazione, considerando che l’orario previsto per il voto è tra le 7 del mattino alle 4 del pomeriggio.
Perché ciò accada, gli elettori al “plebiscito” dovrebbero votare a una velocità di 19 persone al minuto in ciascuna delle postazioni di voto, il che è ovviamente impossibile.
Ma anche una proiezione più modesta presentata ieri dal perito elettorale COPEI, Enrique Naime, è assolutamente irraggiungibile. Egli assicura che il “plebiscito” avrà una partecipazione di circa 12 milioni di persone.
Per fare questo, nelle 9 ore di apertura dei seggi di domenica, le diverse postazioni di voto dovrebbero ricevere e far votare circa 12 persone al minuto, o, il che è lo stesso, una persona ogni 5 secondi. Altrettanto assurdo.
Se invece confrontiamo i tempi medi di voto che si sono realizzati nelle precedenti elezioni legali gestiti dal CNE, pari a 52 secondi per ogni elettore, sarebbero necessarie 92 ore di tempo in ogni postazione di voto. In questo caso, i 12 milioni di elettori ipotizzati dalla Mud si convertirebbero in elettori in una quantità di circa 6.258 per ogni postazione, votando ad un ritmo di 149 persone all’ora.
In concreto, con le risorse che dicono di poter mettere a disposizione (numero di seggi e postazioni di voto), nell’ipotesi più favorevole arriverebbero ad assicurare la partecipazione di 2 milioni e 592 mila elettori. Fisica e matematica non consentono di acquisire e stipare più voti.
Tuttavia, questo scenario è ancora più complicato e diventa più negativo, se si considera che l’entità dei seggi rispetto alla concentrazione della popolazione votante (in città e quartieri ad alta densità di popolazione, ndr) è molto bassa.
Nel caso del Distretto Capitale (area metropolitana di Caracas, ndr) è molto sorprendente che il numero di postazioni per il voto è a malapena di 35, mentre durante le normali consultazione organizzate dal CNE, essi sono 891. Questo equivale a meno del 4 per cento della normale copertura delle singole postazioni, e quindi pone ogni postazione della MUD di fronte ad un onere di oltre 46 mila potenziali elettori.
Un peso simile, anche se relativamente minore dovrebbero sopportare i seggi e le postazioni organizzate dalla MUD negli Stati di Carabobo e Zulia, che occupano, rispettivamente, il quarto e il primo posto per numero di elettori potenziali.
Una prima ipotesi potrebbe indicare che l’obiettivo è semplicemente quello di esporre i seggi e le postazioni con molti elettori a lunghe file che darebbero l’idea di una partecipazione massiccia. Cioè, puro teatro.
In ogni caso, hanno già annunciato che la consultazione non avrà alcun puntuale controllo tecnico. Chiunque voglia può votare, ovunque, anche se non è iscritto nelle liste elettorali. La festa, in realtà, è davvero per la foto (cioè per la rappresentazione mediatica, ndr).
FONTE: Ciudad CCS / Víctor Hugo Majano
Traduzione: Cambiailmondo.org
Una consulta ilegal de la MUD para la pura foto (Infografía)
A la MUD no le dan los tiempos y los centros su consulta ilegal, que mal llama plebiscito. En el mejor de los casos, la participación no podría pasar de los 2,6 millones de votos. Es decir, a capacidad máxima y cumpliendo con las 9 horas de operaciones, desde las 7 de la mañana.
Y la razón es muy sencilla: sus puntos para el anómalo proceso equivalen al 13 por ciento de los centros de votación del CNE y a menos del 5 por ciento de las mesas. Un centro de votación tiene como promedio cerca de 3 mesas.
En cifras absolutas, el organismo electoral cuenta con 14 mil 515 centros que reúnen 40 mil 601 mesas para una población de cerca de 19 millones y medio de votantes. La MUD, por su parte, sólo tendrá mil 933 puntos y no está claro que tenga más de un espacio de atención.
Esto significa que hay muchos electores por cada punto, lo que multiplica los tiempos de atención. Mientras los electores por centro del CNE son 1.343, los de cada punto de la MUD, en promedio nacional, son más de 10 mil.
Al CNE le correspondería atender un promedio de 149 por hora, pero a la MUD 1.121, considerando el horario de 7 a 4.
Para que eso ocurra, los opositores tendrían que votar a una velocidad de 19 personas por minuto en cada punto, cosa que evidentemente es imposible.
Pero, incluso, una proyección más modesta presentada ayer por el experto electoral de Copei, Enrique Naime, es absolutamente inalcanzable. Él asegura que llegarán a recibir los “votos” de unas 12 millones de personas.
Para hacer esto, en las 9 horas de operación dominical, tendrían que recibir a unas 12 personas por minuto, o lo que es lo mismo, uno cada 5 segundos. Igualmente absurdo.
También, si se ve desde otra perspectiva, y se mantienen los tiempos del CNE, equivalentes a 52 segundos por elector, se necesitarían 92 horas en cada punto. Los 12 millones de votantes esperados se convierten en promedio en 6 mil 258 por cada punto decidiendo a un ritmo de 149 por hora.
En concreto, con los recursos que dicen que esperan desplegar, el resultado más favorable llegaría a 2millones 592 mil participantes. La física y las matemáticas no permiten meter más votos.
Sin embargo, ese panorama aún se complica y se hace más adverso, si se considera que en entidades con población electoral muy densa la cobertura es muy baja.
En el caso del Distrito Capital es muy llamativo que la cantidad de puntos apenas llega a 35, mientras que los centros de votación del CNE son 891. Eso es menos del 4 por ciento y coloca la carga de cada espacio en más de 46 mil electores.
Algo similar, aunque en menor proporción ocurre con los estados Carabobo y Zulia, que ocupan el cuarto y el primer lugar, respectivamente, de electores.
Una hipótesis inicial pudiera apuntar a que la idea es simplemente exhibir centros con muchos electores y grandes colas que den cuenta de una participación supuestamente masiva. Es decir, puro teatro.
En todo caso ya han anunciado que el asunto no tendrá ningún control. Todo el que quiera puede votar donde quiera, aunque no esté inscrito en el registro electoral. La fiesta en realidad es para la foto.
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