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Papa Francesco riceve lunedì il leader della lotta per le terre dei popoli indigeni

qom2-felix Diazdi Adriana Bernardotti (Buenos Aires) – Il dramma dei qom e le vittime dell’attuale modello di sviluppo in Argentina. In un alto gesto politico, il Papa riceve lunedì il leader della lotta per le terre dei popoli indigeni. – Il prossimo lunedì 24/6, Papa Francesco riceverà Felix Diaz, carashe del popolo qom e leader più visibile della lotta per la terra degli aborigeni in Argentina. Il suo popolo vede crescere ogni mese il numero di vittime di soprusi, violenze e perfino assassinati, risultato della connivenza dei governi locali con i capitalisti cosi come dell’inazione (politicamente complice, per ragioni di alleanze e politica) del Governo nazionale. Si tratta di uno dei fianchi più sensibili del kirchnerismo, che Bergoglio aveva già fustigato come cardinale argentino, ma diventa adesso un gesto di forte significato politico.

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L’incontro in Vaticano tra il Papa e il leader indigeno Felix Diaz, accompagnato da sua moglie Amanda Asijak, è stato sollecitato da Adolfo Perez Esquivel, Premio Nobel della Pace nel 1980 per il suo attivismo a favore dei diritti umani in Argentina, fondatore e presidente dell’organizzazione d’ispirazione cristiano-ecumenica SERPAJ (Servizio di Pace e Giustizia). “La Chiesa cattolica ha svolto un ruolo attivo nella conquista dell’ America e ha avuto una grande complicità nel genocidio dei popoli nativi; questa è una parte della memoria storica che il nostro popolo non dimentica. D’altra parte ci sono stati anche molti sacerdoti e ordini religiosi che si schierarono con i popoli indigeni contro l’oppressione. Non è un caso che un gesuita dell’America Latina voglia ricevere e ascoltare i Popoli Aborigeni “, ha dichiarato Perez Esquivel in riferimento all’incontro del prossimo 24/6.

Felix Diaz è il leader eletto dai qom della comunità Potae Napcnà Navoghh “La Primavera”, situata nell’estremo nordest dell’Argentina, molto vicino alla frontiera paraguaiana. Siamo nella provincia di Formosa governata da Gildo Insfran, un peronista che aderisce al FPV (Fronte per la Vittoria), il partito della presidente Cristina Kirchner.

qom5-felix diaz-tierra es vidaI qom sono stati – fino non tantissimi anni fa – un popolo nomade, che viveva della caccia e della pesca nelle ricche foreste che costituivano il loro abitat naturale, fino a che la monocoltura non li ha espulsi dalla maggior parte delle loro terre, deforestando i boschi nativi e privandoli dalle principali risorse naturali.

Il diritto dei qom su questo particolare territorio si fonda su un decreto del governo nazionale del 1940 che gli riconosceva il possesso di 5.000 ettari, che includevano la Laguna Bianca, una risorsa pregiata per il loro sostentamento. Tuttavia, il territorio subito gli è stato decurtato: una famiglia creola, i Celia, otteneva nello stesso periodo un contratto d’affitto dallo Stato per sfruttare economicamente parte delle stesse terre e cominciava un’occupazione che è continuata con i discendenti in tutti questi anni.

Nel 1951 lo Stato nazionale crea il Parco Nazionale del Rio Pilcomayo, che impegna una parte della Laguna Blanca, tanto strategica per la loro sopravvivenza. Un aggravante, come se non bastassero i problemi: questa è anche la terra d’origine del Governatore Insfran, con tutti gli interessi personali e familiari che ciò comporta.

Nel 2007 entra un nuovo attore, l’Università di Formosa: la famiglia Celia “dona” al governo provinciale 600 ettari di terre fin lì abitate da famiglie qom e la Provincia li destina ad un nuovo campus accademico, dopo aver sgomberato gli aborigini residenti. Sono precisamente queste le terre ora in conflitto.

qom-3-muerte primaveraLa lotta della Primavera si è fatta visibile a livello nazionale nel novembre 2010, quando il Governatore Insfran ordina la dura repressione dei membri della comunità che dal mese di luglio sostenevano un blocco sulla strada provinciale 86 sollecitando la devoluzione della terra che era stata loro derubata. Il risultato della repressione è stata la morte di un membro della comunità (Roberto Lopez), di un poliziotto (Heber Falcon) e, poco dopo, di un altro indigena (Mario Lopez) in un sospetto incidente stradale, una modalità di violenza sistematicamente ripetuta in questi anni. Altre 35 persone sono state detenute e nella maggior parte sono ancora sotto processo.

Allo scopo di interessare il Governo nazionale, 70 membri della comunità, sotto la guida del leader Felix Diaz, hanno raggiunto la città di Buenos Aires per sollecitare un’udienza con la Presidente Kirchner. Cercando di richiamare l’attenzione di Cristina e dei suoi ministri, gli “indiani” hanno realizzato azioni mai viste per la capitale: hanno messo le tende nella Piazza de Mayo, hanno portato avanti uno sciopero della fame e, infine, hanno realizzato un blocco stradale sul viale principale della città: la Avenida 9 de Julio.

Allora sono finalmente riusciti ad essere ricevuti dal Ministro dell’Interno Florencio Randazzo, con il quale sono stati firmati accordi per la maggior parte disattesi. Altre morti e aggressioni sono seguite negli anni successivi, molte delle quali hanno colpito a figli e familiari diretti di Felix Diaz. Nuovi accampamenti hanno occupato la Piazza, l’ultimo dei quali pochi giorni fa, urtando ogni volta contro il muro della Presidente che rifiuta un incontro. Finora non sono serviti di molto neanche gli interventi della Commissione Interamericana dei Diritti Umani che ha dettato una misura cautelare eccezionale per obbligare lo Stato a garantire protezione e sicurezza ai membri della comunità (aprile 2011). Nemmeno sono state risolutive, fino ad oggi, la prima visita nel paese del Relatore Speciale delle Nazioni Unite sui diritti e libertà fondamentali dei Popoli Indigeni, James Anaya (dic. 2011), né le udienze convocate dalla Corte Suprema della Nazione sul conflitto di “La Primavera”, le prime riguardanti la problematica degli aborigeni in Argentina, e che hanno visto sfilare, davanti al Supremo Tribunale, i diversi protagonisti (marzo 2012 e maggio 2013).

qom4-golpeadoNel frattempo la comunità continua a subire ogni sorta di prevaricazioni ai loro diritti umani fondamentali. Particolarmente grave la mancanza regolare di acqua potabile, con tutte le conseguenze sanitarie che  ciò comporta per la salute della popolazione. La denutrizione, le condizioni abitative più che precarie, l’analfabetismo, la disoccupazione endemica, sono i tratti dominanti di queste popolazioni, a cui vengono negati i diritti di cittadinanza nel paese. Non a caso una delle domande presentate al Governo nazionale nel primo tavolo di negoziazione del 2011, è stato quello di facilitare l’ottenimento del Documento Nazionale d’Identità, indispensabile per avere accesso alle prestazioni del Sistema di Sicurezza Sociale.

Un’altra rivendicazione molto sentita riguarda il diritto a preservare la loro lingua e identità culturale, minacciata dal razzismo, dalla discriminazione e dalle politiche d’annientamento delle comunità tradizionali aborigene.
La lotta dei qom di Formosa è accompagnata da dirigenti nazionali di diverse organizzazioni  dei diritti umani: Horacio Verbitsky per il CELS, Pablo Pimentel per APDH, Nora Cortiñas per Madres di Plaza de Mayo linea Fundadora, la confederazione sindacale CTA, ecc.
Inoltre, nuovi collettivi di base si sono costituiti per supportare specificamente le loro rivendicazioni, come è il caso di Resistenza Qom, nata al caldo delle manifestazioni del 2010 e dell’accampamento nelle vie principali della Capitale. Quest’organizzazione è stata tra le promotrici della prima radio comunitaria che trasmette in lingua qom da “La Primavera”: FM89.3, Radio Potae Napocnà, è oggi uno strumento privilegiato per rendere servizi di diverso tipo ai residenti, per supportare l’organizzazione e per preservare l’identità di questo popolo.

Un contributo a questo progetto è arrivato anche da Roma attraverso l’a

ssociazione italoargentina Progetto Sud onlus – Cooperazione Italia Argentina, grazie alle varie iniziative politiche e culturali di autofinanziamen

to realizzate nella capitale italiana a favore di questa e altre lotte popolari in Argentina.

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L’Argentina non è l’unico paese dove avvengono gravi ingiustizie e atti di sopruso verso i popoli aborigene, al contrario. È in compagnia del resto dei paesi dell’area dove, indipendentemente del carattere progressista o conservatore dei governi, i recenti successi economici sono ancora fortemente dipendenti dall’esportazione di monoculture o minerali richiesti dalle economie asiatiche, o dall’innalzamento dei prezzi degli alimenti e altre commodities.

Sicuramente non sarà nei programmi del Governo impedire l’inclusione delle terre di Fo

rmosa in una produzione capitalista di alto rendimento come è quella della soia ogm, esportata in Cina come mangime porcino. I dati parlano da sé: per il raccolto 2011-2012, considerando i 5 paesi del Cono Sud (Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay e Bolivia), il 44% della terra coltivata aveva una sola coltura, semi di soia. Nel 2010, i cinque paesi avevano seminato 47 milioni di ettari di soia.

Di questo totale, il Brasile ha rappresentato il 50%, 40% l’Argentina, 6% Paraguay, Bolivia e Uruguay 2%, rispettivamente. E’ stato anche calcolato che il Brasile rappresenta solo il 5% della produzione agricola mondiale, ma consuma il 20% di tutti i pesticidi nel mondo.

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Il Governo non vorrà, nemmeno, mettere a rischio la fedeltà del Governatore Gildo Insfran e dei suoi rappresentanti nel Senato, soprattutto davanti alle prossime scadenze elettorali. Comunque non può castigare i qom doppiamente, solo perché l’abbandono a cui li sottopone costituisce un vantaggio per i vari avversari politici, compresa la Chiesa.

Come affermava Felix Diaz giorni fa, chiedendo un’udienza con la Presidente Cristina Kirchner: “Lo Stato deve garantire i nostri diritti. Non vogliamo che il governo ci consideri come oppositori, ma come indiani, vogliamo essere ascoltati”.

Speriamo che questa volta il governo argentino finalmente lo capisca.

……………………………………………..

Per saperne di più:

-Comunidad Potae Napocna Navogoh (La Primavera): http://comunidadlaprimavera.blogspot.com.ar/

Resistenza Qom: http://qoomih-qom.blogspot.com.ar/

Progetto Sur  – Cooperazione Italia Argentina: http://www.progettosuronlus.org/

felix-diaz

Felix DIaz, capo indiano del popolo qom

Discussione

Un pensiero su “Papa Francesco riceve lunedì il leader della lotta per le terre dei popoli indigeni

  1. E’ vero gli indigeni hanno i loro diritti e vanno rispettati, conme vanno rispettati i tanti stranieri che hanno lavorato con sforzo, fatica e nostagia in quella terra che ha inviato nel mondo beni, ha subito dittatura, ha pianto e comunque è libera a partire dal 1821, data importante per l’Italia ed il risorgimento italiano Se non ci fosse stato l’ammutinamento di cadice, non ci sarebbe stata la libertà dell’America latina.. Basta Baia dei aPorci Fu un errore che comunque voleva aprire la strada alla distensione mondiale

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    Pubblicato da valeria manini | 22/06/2013, 15:23

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