di Tito Pulsinelli (Caracas)
Attenzione, attenzione! Dopodomani potrebbe paralizzarsi l’esportazione petrolifera del Venezuela -secondo esportatore dell’OPEC dopo l’Arabia Saudita- con gravi ripercussioni sul prezzo del greggio e flussi dei rifornimenti verso l’Occidente tutto. Parola di Maurizio Molinari, editorialista de La Stampa (1) che ci mette in guardia contro l’imminente pericolo. Ragioni? Se Chávez, rieletto lo scorso 7 ottobre alla presidenza del Paese sudamericano, dovesse essere impossibilitato a “prestare giuramento“, si accenderebbe la miccia d’un incendio globalitario, con conseguenze spiacevoli asssai. Per fortuna l’editorialista dá l’allarme e tira le orecchie agli USA e ad Europa “distratti, perchè ancora alle prese con la crisi economica e finanziaria” (sic).

Vabbè che in tempi globalisti uno starnuto a Tokio provocava una gelata a Torino, però un rito burocratico a Caracas non genera alcun “corto circuito istituzionale“. Tantomeno causerà il crollo dei rifornimenti di idrocarburi. Chávez è stato confermato alla presidenza del Venezuela, e non c’è cavillo leguleo superiore alla volontà popolare espressa nelle urne, appena tre mesi fa. Questa è la sostanza. L’evocazione di faide intestine o regolamenti di conto tra “gerarchi bolivariani“, è la proiezioni dei desideri ed aspirazioni degli sconfitti, e dei loro sponsor stranieri. Chávez è un presidente in funzione, per di più rieletto, e può “prestare giuramento” al termine della  sua convalescenza.

Che Chávez sia convalescente e non in “fin di vita è qualcosa di difficile da trangugiare per gli untori o killer mediatici alla Moisés Naím e similia. Costui, è l’unica e prediletta fonte di Molinari, che ne riproduce la sloganistica e il gergo destabilizzatore. Assai caratteristico nell’ex ministro dell’area economica del Venezuela -nell’era in cui dettava legge il FMI- oggi scaduto a profeta di disastri sempre rinviati ad altra data. E’ il nuovo mestiere di Mosè, ma il suo verbo non è ancora Tavola della Legge.

Che come si fa ad accostare le conseguenze di venti mesi di guerra irregolare in Siria con la situazione venezuelana? Molinari confonde gli ananas con le bombe a grappolo. Che relazione può esserci tra una questione di azzeccagarbugli costituzionali con la guerra guerreggiata che contrapone la Russia, Cina e Iran alla cosidetta “comunità internazionale”, rimpolata con le petromonarchie del Golfo? Nessuna.

Paranoia? Fregola di untori sprezzanti del ridicolo? Boh. Stranezze dei divulgatori compulsivi dei bollettini riservati di Washington. Mentre Molinari aspetta una lotta a coltello tra il gruppo dirigente di Caracas che -chissà perchè- sarebbe smanioso di restituire il potere a quelli che hanno recentemente sconfitto, non si avvede che il gruppo Renault sta aprendo una linea di produzione con 2000 dipendenti. I francesi, ignari kamikaze o pivelli raggirati dai politici di Caracas?

Meno propaganda e divinazioni, più fatti concreti e rispetto per i lettori. Con editorialisti di questa stazza è agevole capire perchè l’occidente sta come sta.

(1) La pericolosa distrazione occidentale, QUI

FONTE: Selvasorg


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Una replica a “La pericolosa superficialità de La Stampa sul Venezuela”

  1. Avatar antonio.lovatini
    antonio.lovatini

    Molinari è da sempre un prezzolato delle lobby finanziarie U.S.A. E’ incomprensibile il credito che gli viene dato sul Sudamerica nelle TV. Non ne ha imbroccata volontariamente una

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