di Tito Pulsinelli (Caracas)
Lascia sul terreno le rovine materiali e morali d’una vera e propria guerra – E’ ora di fermarli
Non è uno Stato unitario o centralizzato, non è una Federazione, nemmeno una Confederazione. Non ha una propria forza armata, nè una Banca centrale che emetta valori e titoli per le nazioni associate. Non dispone neppure di una Costituzione, perchè proibì alla cittadinanza di votare il relativo referendum. Il responso non era quello gradito dall’elite finanziaria. Che cos’è? Un trattato commerciale di (più o meno) libero scambio a cui aggiunsero d’imperio una moneta unica,
confezionata alla misura della necessità categorica di “riunificazione” della Germania. Solo 17 delle 27 nazioni aderenti al trattato di libero commercio, sono entrate nella camicia di forza dell’euro. La BCE fa emissioni monetarie solo per la banca privata. Proibito finanziare gli Stati, l’economia reale, ossia i cittadini, la domanda, il consumo o i produttori di merci e servizi concreti. L’esercito è privo di autonomia, senza iniziativa, subordinato gerarchicamente ad una “alleanza” comandata dallo stato maggiore degli Stati Uniti, e deve comprare unicamente armi di quel Paese. Le banche centrali nazionali dissolte nel mare morto d’un utopismo che fa del “mercato+moneta” il Santo Graal globalista.

La Cina, l’India, il Brasile, tutte le economie e i blocchi geopolitici emergenti, però, basano lo sviluppo su economie miste; dispongono di una moneta e di una banca centrale sovrana; forze armate in grado di difendere gli interessi strategici nazionali. Con governi deliberanti, capaci di determinare le mete a breve e medio termine. All’interno della “entità europea” è andata persa anche la governabiltà fondata sulla divisione dei poteri, perchè tutto è stato consegnato nelle mani dei banksters. E’ stato stracciato il contratto sociale, con “democrazie” a scartamento ridotto o tutelate. dall’esterno o dall’alto.
Tra l’altro, siffatti sicari globalisti hanno conquistato il potere in Italia, Grecia e nella BCE senza golpe militare. Nessun bisogno d’un generale Pinochet, nè dei suoi massacri, o dei viaggi di Milton Friedman a Santiago per battezzare il nascituro neoliberismo, nel Cile del 1973. Oggi, l’autodesignata dirigenza è riuscita a mettere in ginocchio l’Europa con mezzi più “civili” ma più distruttivi.

La prudente e graduale strada dell’Europa dei 6, percorsa dall’iniziale trattato sul carbone e l’acciaio venne abbondanata con l’irruzione sulla scena dei “tecnocrati”, ebbri di gioia quando si annessero con pochi spiccioli le economie dell’Europa orientale, fonfate sul monopolismo statale. In un battibaleno, le rivoltarono come un calzettino, trasformandole nell’estremo opposto: grandi monopoli privati stranieri. Il capitale finanziario è improduttivo, si sa, “fa impresa” a questo modo, privatizzando il lavoro accumulato di varie generazioni con monete di rame o carta straccia delle Borse. L’Europa divenne una cavia del trionfalismo e della fede cieca nei cinque sacri macro-indicatori di Maastricht, che ha minato la coesione di un continente antico. Ha corroso internamente società vitali e prospere, trasformandole in “mercati”, i cittadini in consumatori, e le elezioni in un corrotto spettacolo di nepotismo e svilimento morale.

Ci hanno lasciato le rovine materiali e morali d’una vera e propria guerra, l’odio sociale successivo ai golpe dei gorilla, ed un’Europa senza bussola, priva d’un progetto geopolitico credibile. Alla mercè dei potentati d’oltre Atlantico, ostaggio del loro sfrenato bellicismo. Dalla distruzione dello Stato sociale sono passati alla disintegrazione tout court degli Stati e delle nazioni, delle strutture produttive e della peculiarità di modelli funzionali di convivenza E’ tempo di rompere ogni indugio, vista la storica incapacità tedesca di trasformare la supremazia economica in un progetto coerente di blocco continentale, conveniente per tutti gli europei. Non solo ai banchieri e ai loro lacchè. E’ ora di fermarli. Sono spietati e non esiteranno a dissotterrare l’ascia della guerra psicologica e asimmetrica. Come in ogni momento di svolta e di nessuna credibilità dei poteri formali, covano sotto la cenere cruenti colpi bassi degli apparati segreti, occulti, paralleli, nazionali o stranieri. Ai danni della società civile.

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FONTE: selvasorg.blogspot.it


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2 risposte a “L’Entità Europea non serve agli europei”

  1. Avatar alfredo rizzo
    alfredo rizzo

    Ma cos’è lo Stato? Non è forse l’autorità che si impone perchè legittima? E chi legittima lo Stato se non la legge? E’ questo il principio sommo dello “Stato di diritto”: non esiste autorità senza legge. L’Unione è esattamente l’idea di un’autorità che si fonda prevalentemente e innanzitutto sulla legge. Il territorio e la popolazione si aggiungono alla prima, perchè sono definiti dai paesi membri che, in base a un accordo internazionale, aderiscono all’Unione. Ma quest’ultima esiste e vive sulla base di regole di diritto accettate dai consociati e alle quali si devono attenere le stesse istituzioni che le hanno predisposte. Una Corte veglia sul rispetto delle regole medesime. Solo questo può garantire pace e prosperità a un’Europa che qualcuno, tra le due guerre, pretese di fondare sull’autorità di uno Stato sottratto a qualsiasi controllo interno ed esterno, per ciò stesso del tutto “illegale” in quanto non conforme ai criteri minimi dello Stato di diritto.

  2. […] però vesti apparentemente candide, consiglio la lettura delle riflessioni di Tito Pulsinelli (clicca per leggere), Paolo Barnard […]

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