I Paesi BRIC “obbligati” a sospendere gli acquisti di petrolio, l’ Europa no. I salti mortali del “libero mercato”
Il vicepresidente iranano delle relazioni con il Parlamento, Mohammad Reza Mir Tayedini, ha messo in evidenza le contraddizioni crescenti degli Stati Uniti rispetto all’embargo petrolifero che ha cercato di imporre al mondo. “Con una manovra di ritirata tattica, Washington ha dovuto esentare ben 11 Paesi dalle sanzioni contro l’Iran. La politica fatta di sanzioni e restrizioni è sostanzialmente fallita”. La Spagna, Francia, Italia, Grecia, Germania, Regno Unito, Belgio, Olanda, Polonia, Repubblica Ceca e Giappone, sono autorizzati dalla Casa Bianca a continuare le importazioni di petrolio dagli odiati atatollah.
In questo curioso tiramolla fatto al riparo degli schiamazzi della sperimentata macchina mediatica, gli USA però hanno ribadito la pretesa che altri Paesi – non appartenenti alla lista degli 11 – sospendano le importazioni. In questa buffa commedia non meraviglia più di tanto che i fulmini ricadano con più veemenza contro un gruppo di altri 12 Paesi. Tra cui spiccano quelli del BRICS (Cina, India, e Sudafrica). Insomma, c’è la pretesa di prendere due piccioni con una fava: castigare l’Iran e colpire anche la concorrenza diretta ai PIAI! (1)
Alle rimostranze della lista dei 12 (Cina, India, Corea del sud, Sudafrica, Indonesia, Malesia, Pakistan, Filippine, Singapore, Sri Lanka, Taiwan e Turchia) gli USA rispondono con l’invito ad accrescere i rifornimenti dai Sauditi e dagli Emirati (sic!). In piena retorica globalista, Washington si attiva per seminare confusione nei mercati, e destabilizza artificialmente la finora sacra legge (sic) della domanda e dell’offerta. Lo strappo alla (iper) retorica del “libero mercato” è oltretutto inutile, perchè l’Arabia saudita sfrutta già al massimo la sua capacità produttiva, e non è in grado di soddisfare la domanda supplementare provocata dalle turbative della Casa Bianca e del Pentagono.
Questo imbroglio concettuale, mostra il grado crescente di contraddizioni vaganti nel campo globalista, costretto ad evidenziare un certo velleitarismo “punitivo”, e una sbarazzina dicriminazione tra chi è “esentato” e chi è “obbligato” all’embargo. E non è tutto, perchè il Venezuela solleverà in sede OPEC il problema delle interferenze “extra-economiche” sul mercato petrolifero internazionale.
Il cartello di Paesi produttori ha sempre fatto quadrato attorno ai soci minacciati con l’ embargo. “E’ un gran mito che l’area del Golfo possa compensare la quota di greggio ora fornita dall’Iran”, ha detto il ministro venezuelano degli idrocarburi R. Ramirez. In seno agli operatori di acquisti al futuro, si moltiplicano i pronostici d’un barile a 160 $ USA con qualche bordamento, e di 205 $ se si trattasse di una campagna pìù articolata contro l’Iran.
NOTE
(1) Paesi Industrializati Altamente Indebitati (PIAI)
FONTE: selvasorg.blogspot.com
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