Volano le società europee sotto la spinta del riarmo e della guerra in Ucraina
Sotto la spinta dell’incremento tendenziale delle spese militari globali1, i ricavi delle principali 100 aziende del settore delle armi, secondo l’ultimo rapporto Sipri2 del 5 dicembre scorso, sono aumentati, nel 2024, del +5,9% attestandosi 674 miliardi di $ (tabella 1), principalmente a seguito della guerra in Ucraina e contro Gaza e delle crescenti tensioni internazionali. Per la prima volta dal 2018 aumentano il fatturato contemporaneamente tutte le prime 5 aziende mondiali: 4 appartenenti agli Stati Uniti e una al Regno Unito (tab. 1).
Tabella 1: le prime 20 aziende del settore delle armi a livello globale. Fonte Sipri
| Posizione | Azienda | Stato | Ricavi settore armi | Aumento ricavi armi % | Totale ricavi | % ricavi armi su totale | |
| 2024 | 2023 | 2024 | 2023/24 | 2024 | 2024 | ||
| 1 | 1 | Lockheed Martin | Usa | 64 650 | 3,2 | 71 040 | 91 |
| 2 | 2 | Rtx | Usa | 43 600 | 4.1 | 80 740 | 54 |
| 3 | 3 | Northrop Grumman | Usa | 37.850 | 3,3 | 41 030 | 92 |
| 4 | 6 | BAE Systems | R. U. | 33.790 | 6.9 | 35 400 | 95 |
| 5 | 5 | General Dynamics | Usa | 33 630 | 8.1 | 47 720 | 70 |
| 6 | 4 | Boeing | Usa | 30 550 | -4,6 | 66 520 | 46 |
| 7 | 7 | Rostec | Russia | 27.120 | 26 | 38 890 | 70 |
| 8 | 9 | AVIC | Cina | 20.320 | -1,3 | 81 290 | 25 |
| 9 | 8 | CETC | Cina | 18.920 | -10 | 55 230 | 34 |
| 10 | 11 | L3Harris Techn. | Usa | 16.210 | 6.6 | 21 330 | 76 |
| 11 | 10 | NORINCO | Cina | 13.970 | -31 | 61 580 | 23 |
| 12 | 13 | Leonardo | Italia | 13 830 | 10 | 19 210 | 72 |
| 13 | 12 | Airbus | Trans eu | 13.370 | 1,2 | 74 890 | 18 |
| 14 | 15 | CSSC | Cina | 12.330 | 8,7 | 49 630 | 25 |
| 15 | 16 | Thales | Francia | 11.800 | 11 | 22 260 | 53 |
| 16 | 17 | HII | Usa | 10.280 | -3,1 | 11 540 | 89 |
| 17 | 14 | CASC | Cina | 10.230 | -16 | 34 100 | 30 |
| 18 | 19 | Leidos | Usa | 9.370 | 4,2 | 16 660 | 56 |
| 19 | 23 | Amentum | Usa | 8.330 | 1,6 | 13 860 | 60 |
| 20 | 26 | Rheinmetall | Germania | 8.240 | 47 | 10 550 | 78 |
| 53 | 49 | Fincantieri | Italia | 2.990 | 4.5 | 8 790 | 34 |
| Top 100 – 2024 | 674.000 | 5,9 | |||||
L’incremento dei ricavi ad un livello inedito anche per il Sipri, oltre che degli ordinativi, ha indotto diverse società ad effettuare investimenti nell’aumento delle linee produttive, in acquisizioni di aziende e nell’impianto di nuove filiali, lasciando presagire che la tendenza in atto possa proseguire anche negli anni a venire.
Le aziende europee spingono la crescita mondiale
La graduatoria delle Top100 aziende mondiali risulta egemonizzata dalle 39 società statunitensi presenti che conseguono ben 334 miliardi $ di ricavi su un totale mondiale di 674. L’incremento più consistente è stato, tuttavia, realizzato dalle 27 società europee censite dal Sipri che salgono a 151 miliardi $ di fatturato, con un aumento annuale del 13%.
Una dinamica che la ricercatrice del Sipri Jade Guiberteau Ricard riconduce al fatto che “Le aziende europee produttrici di armi stanno investendo in nuove capacità produttive per soddisfare la crescente domanda”. Tant’è che la società cieca Czecholovak Group ha riportato il maggior incremento percentuale relativo ai ricavi del settore delle armi fra le Top100 che la porta a 3,6 miliardi di ricavi, grazie a un +193% annuale, dovuto agli ordinativi per l’Ucraina.
A seguito di tale conflitto e degli ingenti stanziamenti del governo di Berlino per il riarmo, le 4 imprese tedesche in graduatoria hanno registrato un incremento del fatturato complessivo del settore delle armi del 36% arrivando a 14.9 miliardi di $ con la Rheinmetall che aumenta del 47% salendo al ventesimo posto con 8,2 miliardi di $.
Il conflitto nell’est europeo ha inevitabilmente impresso una sensibile accelerazione anche al fatturato delle due aziende russe nella Top100, in particolare Rostec, la principale, che mantiene il settimo posto in graduatoria e, grazie ad un aumento del 26%, raggiunge i 26 miliardi di ricavi. Quest’ultima insieme alla United Shipbuilding Corporation, nonostante le sanzioni abbiano creato difficoltà di approvvigionamento di componenti, hanno visto crescere i loro ricavi complessivi del 23% a 31,2 miliardi grazie all’espansione della domanda pubblica che ha più che compensato la diminuzione dell’export. La spesa militare di Mosca, nel 2024, si è impennata, infatti, del 38% a 149 miliardi $, cifra che peraltro il Sipri ipotizza possa essere sottostimata.
Le società dell’Asia – Oceania riducono lievemente il fatturato
L’unica macroregione le cui aziende della Top100 subiscono una flessione risulta l’Asia-Oceania, le quali arretrano infatti di un -1,2% a 130 miliardi, a causa principalmente di una contrazione del 10% delle 8 aziende cinesi presenti nella graduatoria. Con la Norinco, principale produttore di sistemi terrestri, che accusa addirittura un -31% e scende all’undicesimo posto. Ciò è avvenuto nonostante, nel 2024, il governo di Pechino abbia aumentato le spese militari del 7% portandole a 314 miliardi $.
Gli ordinativi legati alle forniture all’Ucraina hanno invece fornito linfa alle aziende coreane e giapponesi presenti nella graduatoria del Sipri: le 5 nipponiche aumentano i ricavi del 40% arrivando a 13,3 miliardi di $ di ricavi e le 4 di Seul del 31% raggiungendo i 14,1 miliardi.
L’egemonia delle imprese israeliane in Medio Oriente
Stessa tendenza rialzista anche per le 9 aziende del Medio Oriente che, sotto l’impulso dei vari conflitti regionali, aumentano i ricavi del 14% a 31 miliardi $. Fra queste le 3 israeliane che, grazie alle forniture per il massacro a Gaza, incrementano del 16% e si attestano a 16,2 miliardi, aggiudicandosi oltre la metà dei ricavi totali del Medio Oriente (tab. 2). Tali dati sembrano confermare la posizione egemonica di Israele in campo regionale anche come capacità produttiva di armamenti, oltre che come forza militare sul campo. Infatti, la Turchia seppur vanti con 5 unità il maggior numero di società a livello regionale nella Top100, tali aziende generano un fatturato complessivo pari a 10,1 miliardi di $ (+11% annuo), pari a circa 2/3 di quello delle 3 israeliane. L’unica società presente in graduatoria riconducibile a un paese arabo risulta l’emiratina EDGE Group che riporta un fatturato di 4,7 miliardi piazzandosi in 37esima posizione.
Tabella 2: posizione, fatturato e incremento 2024 delle 3 principali aziende israeliane. Fonte Sipri
| Posizione Top100 | Azienda | Ricavi miliardi $ | Incremento annuo % |
| 25 | Ebit System | 6,28 | +13,6 |
| 31 | Israel Aerospace industrie | 5,18 | +12,6 |
| 34 | Rafael | 4,70 | +22,7 |
| Totale ricavi delle 3 imprese israeliane | 16,16 | +16 | |
| Totale ricavi delle 9 imprese Medio Oriente | 31 | +14 | |
| Percentuale ricavi 3 imprese Israele su totale 9 società Medio Oriente in Top100 | 52,13% | ||
Leonardo principale azienda degli armamenti dell’Unione Europea
Per quanto riguarda l’Italia, troviamo due aziende nella Top100, Fincantieri in 53esima posizione con quasi 3 miliardi $ di fatturato e un aumento del 4,5% e, soprattutto, Leonardo con 13,8 miliardi e una crescita del 10,1%, che sale al 12esimo posto, confermandosi la principale azienda di armamenti dell’Unione Europea. Non certo un vanto per il nostro paese.
L’anno 2024, a seguito dei conflitti in atto e delle politiche di riarmo a livello europeo, è risultato particolarmente propizio per l’ex Finmeccanica visto l’incremento dell’utile netto del 63% a 1,159 miliardi di euro, grazie anche a una plusvalenza di 366 milioni, e con ottime prospettive per gli anni a venire alla luce del portafoglio ordini superiore a 44 miliardi. Un settore particolarmente redditizio quello degli armamenti sul quale si sta sempre più concentrando il core business di Leonardo, visto che nel 2024 è arrivato a generare il 72% del suo fatturato totale.
Conclusioni
Sospinti da crescenti investimenti pubblici, i ricavi delle aziende del settore delle armi viaggiano col vento in poppa a beneficio di consistenti profitti per il capitale privato, distraendo preziose risorse dagli investimenti pubblici produttivi e dai welfare state dei paesi europei, il tutto a discapito dell’economia nazionale e delle condizioni di vita dei meno abbienti.
La finanziaria del governo Meloni, in fase di approvazione in questi giorni di fine anno dopo un lungo mercanteggiamento interno alla maggioranza intriso di annunci e retromarcia, sembra procedere speditamente nel solco precedentemente tracciato di un’economia di guerra da paese cobelligerante, con le spese militari che incrementeranno nel 2026 su base annuale del 2,8% a 44 miliardi di euro e di oltre il 45% su base decennale, secondo le stime dell’Osservatorio Milex3.
Inoltre, negli ultimissimi giorni prima dell’approdo in aula, nel classico clima da assalto alla diligenza, su proposta di 5 parlamentari appartenenti ai 3 partiti di maggioranza è spuntato un emendamento di poche righe alla Legge di bilancio 2026 che permetterebbe al Ministero della Difesa e a quello delle Infrastrutture e dei Trasporti di individuare “le attività, le aree e le relative opere, nonché i progetti infrastrutturali, finalizzati alla realizzazione, ampiamento, conversione, gestione e sviluppo delle capacità industriali della difesa” e “del commercio di armi”.
Di fronte alla crisi strutturale che attanaglia il nostro settore industriale da 3 anni a questa parte4 (grafico 1), non vorremmo che il governo Meloni, dopo averla sostanzialmente ignorata fino ad oggi, pensi di rilanciare solo l’industria delle armi abbandonando a sé stessi gli altri comparti a partire dagli impianti siderurgici di Taranto e di Cornigliano nei pressi di Genova che forniscono i semilavorati a quasi tutte le tipologie di attività industriali nazionali, oltre a dar vita ad un cospicuo export. Nel 2024, infatti, le nostre esportazioni di prodotti siderurgici, pur accusando una flessione annuale del 10%, sono ammontati a 20,9 miliardi di euro5, mentre il valore di quello delle armi è risultato di soli 7,6 miliardi nonostante l’aumento nel quinquennio 2020-2024 di ben il 138% .
Andrea Vento, 22 dicembre 2025
Gruppo Insegnanti di Geografia Autorganizzati
Grafico 1) : variazione tendenziale della produzione industriale in Italia, ottobre 2022 – ottobre 2025

NOTE:
1 Vedi saggio “2024: l’inarrestabile aumento delle spese militari” di Andrea Vento
2 https://www.sipri.org/visualizations/2025/sipri-top-100-arms-producing-and-military-services-companies-world-2024
3 https://www.milex.org/2025/10/28/spesa-militare-previsionale-pura-in-crescita-di-un-miliardo-nel-2026-per-litalia/
4 Vedi saggio “Economia di guerra parte XXIII” di Andrea Vento
5 https://www.industriaitaliana.it/siderweb-italia-export-acciaio-2024













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