In occasione della giornata della memoria, che ricorre il 27 gennaio, bisogna ricordare ai parlamentari europei avvolti nella loro suprema ignoranza e, ove non ignoranti, nella loro miseria intellettuale e politica, (e ricordare a tutti, in Italia e in Europa) che il campo di Auschwitz-Birkenau fu liberato dai soldati dell’Armata Rossa dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, che sventolavano una bandiera rossa con, nell’angolo superiore, lato asta, una falce e martello gialli e una stella a cinque punte rossa bordata di giallo.
Che il 1 maggio del 1945 fu innalzata sui resti del Reichstag, a Berlino, questa bandiera:

con l’iscrizione in cirillico che recita:«150ª Divisione fucilieri, Ordine di Kutuzov di II classe, divisione Idritskaja, 79º Corpo fucilieri, 3ª Armata d’assalto, 1° Fronte bielorusso»
Replicata nella storica foto scattata dal fotografo di guerra ucraino Evgenij Chaldej, che fissa l’istante in cui il soldato dell’Armata Rossa Abdulkhakim Ismailov[3] sventola una bandiera rossa dell’Unione Sovietica su una delle torri del palazzo; (in realtà, fu scattata effettivamente il 30 aprile 1945, ma la scena venne ricreata dallo stesso fotografo il 2 maggio seguente con dei soldati sovietici presenti casualmente sul posto in quel momento).

Bisognerà ricordare che quella bandiera arrivò in cima al Reichstag grazie al sacrificio di 27 milioni di cittadini dell’URSS e di altri milioni di combattenti di tanti paesi.
E che grazie a coloro che hanno sventolato questa bandiera e le bandiere con la falce e il martello in diverse versioni, la comunità umana, per la prima volta nella sua storia millenaria ha recuperato dignità emergendo dalla miseria in cui era stata costretta e lasciata languire per secoli sotto il dominio di pochi sfruttatori e criminali.
I quali, dopo la sconfitta del nazi-fascismo, si sono via via riaffacciati con la loro arroganza fino a portarci nella situazione in cui oggi versiamo; grazie ad una parallela (altrui) dimenticanza di quella bandiera che esprimeva la centralità dei lavoratori e delle lavoratrici (della terra e dell’industria) e la loro potenza cosciente in tutti i paesi del mondo.
I molti errori compiuti in questo epocale tragitto non cancellano né la bandiera, né la falce e martello, piuttosto dovrebbero indurre tutti coloro che vi si sono riconosciuti a riprenderla in mano, rivista e corretta non nel simbolo, ma nei modi in cui quei valori devono essere affermati e mantenendo integri i valori che rappresenta, perché sono universali, come canta Fortini nella sua Internazionale, che fu vinta, ma vincerà.
L’auspicio è dunque che dopo che sul Reichstag, quella bandiera sventoli prima o poi, sull’edificio sottostante:

E che la falce e il martello si insedino, possibilmente senza necessità di distruggere alcunché, al centro del cerchio costellato di stelle dell’Unione.
Alcuni commenti sul penoso e ridicolo voto del Parlamento Europeo:
Mario Sai Facebook 24/1/2025
Il Parlamento Europeo vieta all’interno dell’Unione l’uso della bandiera di coloro che
liberarono Auschwitz. È la prova di quanto siano illiberali i regimi liberali e di quanto
sia un ente inutilmente costoso il Parlamento Europeo.
Roberto Mapelli Facebook 24/1/2025
Equiparare la svastica alla falce e martello a 80 anni dalla liberazione dal
nazifascismo, sconfitto ad esempio in Italia o in Jugoslavia da partigiani in gran parte
comunisti, non solo è una vergogna contro la storia e la sua dignità, ma un atto di
ispirazione reazionaria… Una schifezza ideologica senza pari…
Paolo Desogus Facebook 25/1/2025
Tra i tanti eventi che descrivono il disfacimento delle istituzioni europee vi è l’equiparazione della svastica e della falce e il martello votata dal parlamento di Bruxelles. Il suo significato pratico è nullo. Il Parlamento Europeo non decide concretamente sulla messa al bando dei simboli politici, né l’equiparazione ha un valore nell’abito degli studi storici.
Si tratta in ogni caso di un atto politico che risponde alle ossessioni delle forze reazionarie, molto forti nei paesi dell’est e che trova sponda tra i liberali europei, alle prese con una crisi di identità e di ricerca di una giustificazione della propria esistenza in un contesto che ha liquidato le premesse delle politiche che i loro esponenti hanno sposato da Maastricht a oggi. L’equiparazione di svastica e falce martello, preceduta dall’equiparazione di nazismo e comunismo votata dallo stesso Parlamento europeo qualche anno fa, ha però un significato da non trascurare. Mira infatti a colpire la vicenda del movimento operaio internazionale e a disinnescare la sua attualità. Mira in altre parole a colpire una sola parte politica. I nazisti o i fascisti riescono benissimo a mimetizzarsi in altro modo, talvolta proprio sotto le insegne liberali. L’equiparazione ha lo scopo di squalificare le forze sociali che la crisi economica attuale potrebbe rinvigorire e ricompattare. Non ha infatti alcuna giustificazione storica, che solo un manipolo di imbecilli, armati di ignoranza e falsa coscienza, può considerare valida o prendere sul serio.
Bruno Gravagnuolo Facebook 26/1/2025
Ieri Goffredo Buccini con un corsivo sulla falce e il martello aboliti per decreto dal parlamento della UE, in una risoluzione che accumuna ad essi la svastica sostiene che comunismo e nazismo sono in sostanza la stessa cosa. La risoluzione per fortuna non è stata votata dal PD con l’eccezione della Picierno che, pur malata, ha mandato a dire che lei avrebbe votato sì se avesse potuto, a smentire la diceria comune sulla sua universale inutilità. Ebbene che dice Goffredo di Buccino? Che il comunismo ha commesso crimini uguali a quelli del nazismo, che il PCI ricevette soldi da Mosca, che il PCUS e i bulgari volevano uccidere Berlinguer. E insomma che Stalin era uguale a Hitler. Uno stupidario totale che calpesta l’unicità della Shoa, che dimentica quanto DC e alleati fossero foraggiati dagli USA e dalla CIA, non senza un ruolo nelle stragi organizzate dallo Stay Behind durante gli anni ’70, prima e dopo. Che l’URSS fu decisiva con Stalingrado per battere il nazismo. Che Hitler scatenò una guerra mondiale che fece 50 milioni di morti di cui più di 20 furono sovietici. Dimentica inoltre che il comunismo ebbe attori e realtà nazionali diversi, contribuendo alla decolonizzazione, al welfare state e alla democrazia. Finge di non sapere che falce e martello nonché essere presenti nella iconografia del socialismo precomunista furono inalberati anche dai socialisti democratici ovunque fino agli anni ‘70 e ‘80.














Scrivi una risposta a gattapazza Cancella risposta