Dottrina nucleare della Federazione Russa
Francesco Dall’Aglio ( da Facebook 26/9/2024)
Prima di esaminare la questione delle modifiche proposte ieri dal Consiglio di Sicurezza russo alla dottrina nucleare della Federazione chiariamo un attimo una cosa che forse, in questi anni così confusi, ci è sfuggita. Gli Stati Uniti e i loro dipendenti (tra cui noi) hanno deciso di ‟infliggere una sconfitta strategica” a una potenza nucleare, armando e finanziando l’esercito di una nazione controllata per usarlo a questo scopo, in cambio di vaghe promesse che ovviamente non si concretizzeranno mai (ma questo, al più, riguarda la nazione controllata e la credulità della sua opinione pubblica e della sua leadership, e la cosa, al di là della pietà umana, al momento non ci interessa).
Visto che le cose non vanno come hanno sognato nel loro delirio di cambi di regime e decolonizzazioni hanno messo in opera una serie di escalation, aumentando la quantità, la qualità e la letalità degli armamenti forniti, fino ad arrivare a discutere pubblicamente, sui giornali e in televisione oltre che nelle cancellerie e nei comandi militari, se autorizzare l’impiego in profondità sul territorio russo, su strutture militari e civili di importanza strategica, di armamenti a lungo raggio non solo del tutto indistinguibili, nel momento in cui vengono rilevati, da armi nucleari ma che inoltre, distruggendo installazioni strategiche e indebolendo le difese russe, potrebbero aprire la strada ad altri attacchi convenzionali che farebbero altri e maggiori danni, o ad attacchi nucleari veri e propri. Immaginate, così per sfizio, cosa sarebbe successo e che reazioni ci sarebbero state se sul New York Times o sulla Pravda, e al quartier generale della NATO e del Patto di Varsavia, si fosse apertamente discusso e ci si fosse detti pronti a inviare, rispettivamente, missili balistici ai mujahedin afghani per colpire obiettivi strategici sul territorio sovietico o missili balistici ai vietcong per colpire obiettivi strategici sul territorio statunitense. Tutto questo, ripeto, ci è forse sfuggito: ma è invece il caso di tenerlo ben presente.
Ciò detto, le modifiche proposte ieri alla dottrina nucleare della Federazione Russa che disciplina l’impiego del suo arsenale nucleare tattico e strategico sono queste (trovate un breve riassunto della Reuters al link 1). Il nucleare resta una ‟misura estrema per proteggere la sovranità del Paese”, ma siccome la situazione politico-militare sta cambiando ‟dinamicamente”, bisogna adattare la dottrina alle realtà correnti. Il lavoro degli specialisti dei vari ministeri va avanti da un anno (possiamo sbizzarrirci su quale è stato l’evento scatenante, dunque) e la loro opinione è che bisogna adattare alle nuove realtà l’approccio russo.
Come risultato si propone una serie di ‟chiarimenti” sulle condizioni d’impiego dell’arma nucleare. In particolare, la versione aggiornata del documento prevede che d’ora in poi ogni attacco verso la Russia da parte di uno stato che non possiede armi nucleari ma con la ‟partecipazione” o il ‟sostegno” di uno stato nucleare sarà considerato un attacco congiunto alla Federazione Russa da parte di entrambi. In secondo luogo, ‟sotto determinate condizioni”, ‟informazioni attendibili” circa l’inizio di un attacco aerospaziale e il passaggio della frontiera con aerei strategici o tattici, missili cruise, droni, missili ipersonici ‟e altri apparecchi volanti” può portare a una risposta nucleare. Infine, la protezione nucleare è estesa anche alla Bielorussia, alle stesse condizioni.
Ora, già la dottrina nucleare del 2020 (link 2) stabiliva che anche un attacco militare convenzionale poteva portare a una risposta nucleare, ma c’era la questione della ‟minaccia alla sopravvivenza della Federazione” (tant’è che, appunto, né il ponte di Crimea, né gli HIMARS, né l’invasione dell’oblast’ di Kursk hanno mai lasciato intendere che la risposta russa potesse essere nucleare. Con tutto il rispetto per chi abita da quelle parti, non scateni una guerra nucleare perché i militari ucraini si fanno i selfie davanti al Pyateročka di Sudža).
Ora questa dicitura, almeno nella formulazione orale che abbiamo ascoltato ieri, viene apparentemente a cadere, il che lascia credere che la soglia di utilizzo delle armi nucleari si è abbassata notevolmente. In più, ed è questo il dato più importante, abbiamo questa sostanziale equiparazione della minaccia di uno stato non-nucleare ma con alleati nucleari a quella di uno stato nucleare. Questo è nei fatti il vero cambiamento dottrinale.
Se, a titolo d’esempio, in precedenza la Russia, in caso di attacco missilistico anche massiccio da parte di uno stato non-nucleare sarebbe partita da logico presupposto che quell’attacco non poteva costituire una minaccia nucleare perché proveniva, appunto, da uno stato non nucleare, ora non è più così. E non nel senso che la Russia creda che gli USA o chi per loro possano aver fornito armi nucleari all’Ucraina, e che quindi quello che sta arrivando è un attacco nucleare: ma che essendo l’Ucraina alleata di stati nucleari sarebbero questi ultimi che potrebbero successivamente lanciare un attacco nucleare dopo che l’attacco convenzionale ucraino ha indebolito le difese russe. In sintesi: se sei alleato di uno stato nucleare devo partire dal presupposto che qualsiasi tuo attacco convenzionale è la ‟fase 1”, alla quale seguirà una ‟fase 2” che si gioverà dei danni che il tuo attacco convenzionale ha prodotto alle mie difese.
Si tratta adesso di capire cosa vuol dire ‟partecipazione e sostegno”. È una formula volutamente molto ambigua e potenzialmente molto estesa, che include non solo la fornitura di materiale militare, ma anche l’intelligence necessaria a recapitarlo sul bersaglio. Così come resta ambiguo il significato di ‟attacco massiccio” di aerei, missili o droni. Quanti sono? Infine. la questione delle ‟informazioni attendibili” sul fatto che questo attacco stia per essere lanciato e che supera il confine lascerebbero intendere che la Russia si riserva il ritiro di un attacco preventivo, oltre che di risposta. Resta il dubbio, volutamente coltivato: l’inizio di un attacco e il superamento del confine, o l’inizio dell’attacco e basta. E la risposta nucleare dove sarebbe diretta? Sull’Ucraina o sul paese che fornisce ‟partecipazione e sostegno”?
Ad ogni modo non c’è da preoccuparsi. Dalle colonne de La Stampa Anna Zafesova ci rassicura: ‟lo zar spalle al muro alza ancora la posta”, ma tanto ‟ha armi spuntate”, perché il suo missile più potente ha fallito il lancio. Gli altri 5580 non la preoccupano. Prendiamo esempio.
NOTE:
Link 1: https://www.reuters.com/…/putin-says-russia-reserves…/
Link 2: http://static.kremlin.ru/…/IluTKhAiabLzOBjIfBSvu4q3bcl7…
Fondamenti della Politica Statale nel campo della Deterrenza Nucleare
La parole di Putin prima della riunione a porte chiuse
Innanzitutto è stato fissato il principio fondamentale dell’impiego delle armi nucleari, e precisamente che l’uso delle forze nucleari è una misura estrema per proteggere la sovranità del paese. Sottolineo che abbiamo sempre affrontato tali questioni con la massima responsabilità. Ben consapevoli del potere colossale che possiedono queste armi, abbiamo cercato di rafforzare la base giuridico-internazionale della stabilità globale e di non permettere la “proliferazione” delle armi nucleari e dei loro componenti.
Oggi la triade nucleare rimane la più importante garanzia della sicurezza del nostro Stato e dei nostri cittadini, uno strumento per mantenere la parità strategica e il bilancio delle forze nel mondo. Insieme a ciò, vediamo che l’odierna situazione politico-militare sta cambiando dinamicamente e di questo siamo obbligati a tenerne conto. Compreso l’emergere di nuove fonti di minacce militari e rischi per la Russia e i nostri alleati. È importante prevedere lo sviluppo della situazione e cambiare di conseguenza le posizioni del documento di pianificazione strategica, adattandole alle realtà attuali. Nell’ultimo anno, gli specialisti del Ministero della Difesa, del Ministero degli Affari Esteri, dell’Apparato del Consiglio di Sicurezza e di altri dipartimenti, hanno condotto un’analisi profonda e completa e hanno valutato l’indispensabilità di adeguare i nostri approcci al possibile utilizzo delle forze nucleari.
Sulla base dei risultati di questo lavoro, è stato proposto di apportare una serie di modifiche riguardo la determinazione delle condizioni per l’uso delle armi nucleari. Pertanto, nella bozza dei “Fondamenti” è stata ampliata la categoria degli Stati e delle alleanze militari contro cui viene attuata la deterrenza nucleare, è stato integrato l’elenco delle minacce militari, per neutralizzare le quali vengono eseguite le misure di deterrenza nucleare. Su cosa vorrei ancora attirare la vostra attenzione in particolare: nella versione aggiornata del documento, si propone che l’aggressione contro la Russia da parte di qualsiasi stato non nucleare, ma con la partecipazione o il sostegno di uno stato nucleare, sia considerata come il loro attacco congiunto alla Federazione Russa. Vengono anche indicate chiaramente le condizioni per cui la Russia passa a impiegare le armi nucleari. Considereremo questa possibilità non appena riceveremo informazioni attendibili sull’inizio di attacco massiccio con armi aerospaziali e sul loro attraversamento del nostro confine statale. Intendo: aerei strategici e tattici, missili da crociera, droni, aerei ipersonici e altri aerei. Ci riserviamo il diritto di utilizzare armi nucleari in caso di aggressione contro la Russia e la Bielorussia, come membro dello Stato dell’Unione. Tutte queste questioni sono state concordate con la parte bielorussa, con il Presidente della Bielorussia. Compreso anche se il nemico, utilizzando armi convenzionali, crea una minaccia critica per la nostra sovranità. In conclusione, vorrei sottolineare che tutte le modifiche sono state soppesate a fondo e commisurate alle minacce militari moderne e ai rischi per la Federazione Russa”.














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