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Jean-Luc Mélenchon: Monetizzare e cancellare il debito

Sulla scia dei 50 economisti che su Le Monde hanno firmato un appello riguardo l’annullamento del debito detenuto dalla BCE[i], Jean-Luc Mélenchon, leader della France Insoumise, ha pubblicato un interessante articolo su La Tribune, di cui qui offriamo la traduzione[ii].

La signora Lagarde dovrebbe andare al Louvre. Potrebbe così recarsi fino alla stele sulla quale è inciso il Codice di Hammurabi. Certo, non è un testo delicato. «Occhio per occhio, dente per dente» è severo! Ma lo stesso crudele realismo si esprime in un altro modo a proposito di debiti. Il caso trattato è quello del debitore che ha subito i danni di un’alluvione o di un disastro. Il sovrano dell’anno 1750 a. C. dice che questo debitore «non restituirà il grano al creditore, immergerà la sua tavoletta [sulla quale erano segnati i debiti] nell’acqua e non darà l’interesse di quest’anno». Immerga la sua tavola nell’acqua, signora Lagarde! Cancelli i debiti pubblici detenuti dalla BCE. Perché sennò, come il debitore che ha subito l’inondazione, arriverà presto il momento in cui, lungi dal potervi pagare, il debitore le infliggerà la bancarotta totale. Cancelli! Ne abbiamo bisogno oggi per uscire dalla crisi creata dalla pandemia e ripristinare la capacità di azione dello Stato.

Questa crisi ha aggiunto debito a debito, e non per finanziare il futuro, bensì per cercare di salvare il presente. Invano. I debiti pubblici raggiungeranno presto il livello che avevano alla fine della seconda guerra mondiale. E il debito privato ha già raggiunto livelli fino ad ora sconosciuti nella storia.

All’inizio sbalorditi, gli amici dell’austerità illimitata ora si ricompongono. Per alcuni, bisognerà pagare, qualunque sarà il costo, perché non pagare i propri debiti significa peccare. Per loro, il debito è una parola sacra, e pagare, qualunque sia il costo, è un atto di fede. Per altri, è qualcosa di diverso: ecco l’occasione perfetta per continuare la distruzione del sistema sociale col pretesto della mancanza di denaro. Il Fondo monetario internazionale e la Commissione europea hanno già iniziato la loro danza dello scalpo. Qui le pensioni, là i servizi pubblici, le grandi svendite potranno presto ricominciare con il pretesto del debito.

Ma tutti questi sacrifici sarebbero completamente inutili. Anche con 10 miliardi l’anno di avanzo di bilancio non arriveremmo da nessuna parte. Ci vorrebbero 270 anni per estinguere il debito! Contare sul magico ritorno della “crescita” è altrettanto illusorio. Con 1,5 punti di crescita l’anno interamente destinati al rimborso, potremmo vedere la fine del nostro debito tra 248 anni. In sintesi, pagare questo debito, significa costringere diverse generazioni di francesi a sacrificarsi per un feticcio.

Eppure noi ripetiamo da oltre dieci anni che tali debiti non possono essere ripagati – se non tramite la svalutazione, l’iper-inflazione o la guerra. Chi ne vorrebbe? I governi liberali hanno ancora la capacità di riflettere liberamente sulle lezioni della storia? Sono capaci di staccarsi dal loro dogma per pensare alla realtà?

Che fare allora? Ho presentato all’Assemblea Nazionale una proposta di risoluzione sul tema. Invano. Il 6 maggio 2020, in molti – responsabili dei principali partiti d’opposizione in Europa – abbiamo affermato che dovevamo «liberarci dal peso del debito»[iii].

Sì, possiamo liberarci da questo peso! C’è un modo semplice, radicale e potente per farlo: usare la Banca Centrale Europea e il suo potere assoluto riguardo la valuta che stampa. Una Banca Centrale è un creditore speciale, insensibile alle perdite, mai a corto di denaro. Per più di trent’anni, i monetaristi hanno tuttavia fatto di tutto per sottrarre questo potere dalla deliberazione collettiva e democratica. Eppure essa può fare qualsiasi cosa, e bisogna che agisca prima che sia troppo tardi!

La crisi del 2008 e la pandemia hanno avuto un effetto inaspettato per monetaristi e neoliberisti: la BCE è dovuta intervenire costantemente per contenere i tassi di interesse, salvare le banche e consentire agli Stati di indebitarsi a tassi ragionevoli. All’improvviso ha finito per accumulare quasi il 25% del debito pubblico degli Stati della zona euro. E questo anche se non ha il diritto di rifornire direttamente gli Stati! È il colmo: la BCE ha acquistato in massa titoli di debito pubblico da operatori finanziari privati. Un sistema cervellotico per tutti! Questi titoli, tenuti nel suo bilancio, non le servono, Ma gli Stati devono comunque ripagarli alla scadenza, indebitandosi o tassando.

La nostra soluzione è semplice: cancellare questi titoli di debito pubblico. Non costerà un euro a nessuno, nessuno sarebbe derubato da questa soluzione e niente vi si frappone. Né giuridicamente, né nei fatti, poiché un annullamento non è un finanziamento monetario e non rientra nella fattispecie vietata dall’articolo 123 del Trattato sul funzionamento dell’Unione. L’articolo 32.4 del protocollo allegato al Trattato europeo consente esplicitamente alla BCE di compensare le perdite delle Banche centrali nazionali ricorrendo alla creazione monetaria.

La BCE potrebbe trasformare questi titoli in «debito perpetuo» o in debito a lunghissimo termine o anche sospenderli definitivamente. La formula non ha importanza. Ciò che conta è lo sforzo da cui tutti sarebbero sollevati. Le somme liberate dalla cancellazione consentirebbero agli Stati di investire nel cambiamento ecologico e nel progresso umano – essi ora non lo fanno, anche quando possono prendere a prestito a tassi negativi, come dal 2015. Nei cinque anni precedenti la pandemia, il debito pubblico medio dei paesi della zona euro si è addirittura ridotto dal 91 all’84% del PIL, trascinando verso il basso l’investimento pubblico, il quale non è nemmeno tornato al livello del 2008! E non saranno gli scheletrici piani di ripresa elaborati a livello europeo – meno del 3% del PIL europeo, ripartito su più anni – a cambiare la situazione.

Non affronterò qui gli altri aspetti che da parte mia considero essenziali per la riorganizzazione, in Europa, di una finanza produttiva e innovativa. Non sto quindi parlando della necessità di un polo finanziario pubblico, né del cambiamento dello status della Banca Centrale che anche credo sia essenziale, né della politica fiscale che sarebbe richiesta. [Questi aspetti] sono certo necessari per sottrarre, in modo duraturo, gli Stati dalle mani dei mercati finanziari.

Mi sforzo qui invece di dimostrare che, a portata di mano, c’è una soluzione ragionevole al fine di evitare il naufragio umano e sociale rappresentato dal mantenimento della politica attuale.

Questo circuito potrebbe anche essere una soluzione per saldare i debiti privati ​​insolvibili accumulati da molte piccole imprese durante la crisi. Di fronte a una visione sacrificale della moneta gestita da ideologi, io credo al contrario al benessere collettivo controllato. A tal fine servono investimenti utili a realizzare la virata ecologica e sociale dell’apparato produttivo e degli standard di consumo. Questo è ciò di cui i nostri popoli hanno bisogno, soprattutto dopo quattro decenni di politiche restrittive. La cancellazione indolore di debiti che dobbiamo a noi stessi tramite la nostra Banca Centrale aprirebbe un nuovo ciclo d’investimenti urgenti, liberandoci dal peso del passato e da un futuro asservito ad un rimborso senza fine.

(traduzione di Mario Cosenza)


[i]https://www.lemonde.fr/idees/article/2021/02/05/la-bce-peut-offrir-aux-etats-europeens-les-moyens-de-leur-reconstruction-ecologique-sociale-economique-et-culturelle_6068861_3232.html.

[ii]https://www.latribune.fr/opinions/melenchon-mes-solutions-pour-nous-liberer-d-un-futur-enchaine-au-remboursement-sans-fin-de-la-dette-877377.html).

[iii]https://melenchon.fr/2020/05/06/en-europe-le-mur-de-la-dette-doit-tomber/.

 

FONTE: https://www.lafionda.org/2021/02/16/monetizzare-e-cancellare-il-debito/

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