di Tiziana Barillà
«Se l’obiettivo finale è un movimento populista-sovranista mondiale, i tasselli cominciano a comporsi. First the first. And war for the last». Riprendiamo da qui, e togliamo pure quel “se”. Quel “se” è stato cancellato da Steve Bannon pochi giorni fa, quel movimento populista-sovranista mondiale si chiamerà The Movement e avrà sede a Bruxelles. L’ex capo stratega della Casa Bianca lo ha riferito al Daily Beast.
Sarà una fondazione con lo scopo di fare da collante tra i movimenti di destra e anti-establishment di tutta Europa. E sarà un «collante» con la consistenza e il colore dei verdoni. Perché The Movement punta ad aumentare anche il potenziale economico delle organizzazioni di destra, attraverso generosi finanziamenti. Un annuncio che arriva come una manna dal cielo ed equivale a un sorso d’acqua fresca per la destra europea, oggi in gran forma in termini di consenso ma in gravi difficoltà finanziarie.
Mentre la sinistra europea brancola tra i diversi – almeno tre – tavoli di discussione, Bannon entra a gamba tesa alla vigilia delle elezioni europee di maggio 2019. Offrendo alla destra in ricomposizione la possibilità di vincere o quantomeno incidere nella politica europea. Offrendo all’ossimoro per eccellenza, l’internazionale dei nazionalisti, la carta della vittoria.
Dentro il Parlamento europeo
Sondaggi, consulenze su messaggistica e targeting, ricerca di dati. Questo il supporto di The Movement alla rete dei partiti della destra europea. Del resto, Bannon è l’uomo che ha contribuito a fondare e dirigere Cambridge Analytica, giocando un ruolo decisivo nel successo di Trump alla Casa Bianca.
Soldi e supporto logistico, quindi. La fondazione funzionerà come un «supergruppo» all’interno del Parlamento europeo, e punta a contare almeno un terzo di eurodeputati dopo le elezioni di maggio. Bannon, ancora nell’intervista al Daily Beast, ha annunciato che trascorrerà la metà del suo tempo in Europa una volta che le elezioni di metà mandato degli Stati Uniti saranno finite a novembre.
In verità, già nell’ultimo anno di tempo in Europa Bannon ne ha trascorso un bel po’, incontrando uno a uno tutti gli esponenti della destra europea: dall’ex leader di Ukip, Nigel Farage al Rassemblement National di Marine Le Pen in Francia, fino a Viktor Orbán in Ungheria e la Lega di Matteo Salvini.
Quale sia la portata finanziaria non è ancora dato saperlo, quale la provenienza figuriamoci. Ma sappiamo già che il quartier generale sarà a Bruxelles, che fino alle prossime elezioni non avrà più di 10 dipendenti a tempo pieno, e aspetterà il post elezioni per espandersi.
Il vecchio Bannon, rinomato misogino, xenofobo, islamofobo e assai apprezzato dal Ku Klux Klan ha quindi deciso di investire in Europa tutto il suo odio xenofobo e neoliberista. Fermo restando che i movimenti europei in questione avranno un filo (un cappio?) diretto con la Trump Freedom Caucus negli Stati Uniti.
ClosedSociety vs OpenSociety. Il nemico è davvero Soros?
Il competitor di Movement è, senza dubbio alcuno, la fondazione OpenSociety di George Soros. «Soros è geniale», ha detto Bannon nella stessa intervista: «È cattivo, ma brillante». The Movement irrompe quindi in Europa proponendosi come una sorta di alternativa di destra all’Open Society Foundation di George Soros, una fondazione che dal 1984 a oggi ha donato circa 32 miliardi di dollari a cause liberali.
Nell’Europa che ha ormai deciso di dichiarare guerra a migranti e soccorritori, Bannon prova a fare l’asso pigliatutto sul tavolo del sempre più ampio fronte populista e “rossobruno”. Cavalcando quello che ormai da anni è diventato la causa di tutti i mali: George Soros, il nemico Numero Uno, ora burattinaio delle rivoluzioni democratiche, ora promotore dell’islamizzazione dell’Occidente. A conferma della teoria che al peggio non c’è mai fine, adesso la destra europea potrà contare su una fondazione che finanzierà le sue campagne d’odio, bugie e affari.
FONTE: https://www.ilsalto.net/the-movement-dollari-destra-parlamento-europeo/
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