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Siria: Corbyn e Mélenchon contro l’attacco alla Siria. Cuba, Bolivia, Venezuela condannano l’azione

Esponenti di quella sinistra che non ha abbandonato il pacifismo

In un’Europa drammaticamente allineata alla linea guerrafondaia del trio Trump, May, Macron, emergono alcuni leader politici che continuano a portare avanti alcuni concetti fondamentali come il rispetto del diritto internazionale e la salvaguardia della pace. Una circostanza non scontata visto il clima neomaccartista che si è venuto a creare sulle due sponde dell’oceano Atlantico.

Tra questi vi è sicuramente il laburista inglese Jeremy Corbyn. Lo storico esponente della sinistra britannica già prima dell’attacco quando iniziava a risuonare l’eco dei primi tamburi di guerra aveva ammonito le potenze occidentali dal non compiere atti unilaterali e contrari al diritto internazionale, oltre che al buon senso.

Corbyn ha evidenziato che «le bombe non salveranno vite o porteranno la pace». Per poi denunciare un atto «legalmente discutibile che rischia di aggravare ulteriormente, come ha ammesso il segretario alla difesa Usa James Mattis, un conflitto già devastante e, quindi, non rende più verosimile la responsabilità reale per i crimini di guerra e l’uso di armi chimiche.

La Gran Bretagna dovrebbe svolgere un ruolo di guida per ottenere un cessate il fuoco nel conflitto e non prendere istruzioni da Washington, mettendo in pericolo il personale militare britannico.

Theresa May avrebbe dovuto chiedere l’approvazione parlamentare, non seguire Donald Trump. Il governo dovrebbe fare tutto il possibile per spingere la Russia e gli Stati Uniti ad accettare un’indagine indipendente condotta dall’ONU sull’orribile attacco di armi chimiche dello scorso fine settimana, in modo che i responsabili possano essere ritenuti responsabili».

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Dalla Francia il leader de ‘La France Insoumise’ Jean-Luc Mélenchon, afferma che «gli attacchi contro la Siria sono fatti senza prove, senza mandato dell’ONU e contro di essa, senza accordo europeo e senza voto del Parlamento francese. E senza alcuna prospettiva politica in Siria. Si tratta di un’avventura di vendetta nord-americana, un’escalation irresponsabile. La Francia merita di meglio che questo ruolo. Dev’essere la forza dell’ordine internazionale e della pace».

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Mentre Macron ha decisamente imboccato la strada del neocolonialismo.

Nella serata di sabato altra dura presa di posizione di Melenchon contro l’attacco “senza prove e senza mandato Onu”

Si accoda alla condanna del raid Pablo Iglesias: «L’attacco di Trump e dei suoi alleati ignora l’ONU e calpesta la legalità internazionale. Si produce proprio quando gli ispettori internazionali si apprestano a investigare sull’uso di armi chimiche. Cosa pensa il nostro governo? Ci vogliono raccontare che Trump cerca la pace? No alla guerra».

Di «attacco illegale e criminale contro la Siria da parte degli Stati Uniti e dei suoi vassalli» parla l’europarlamentare iberico Javier Couso, sempre in prima fila nella difesa dei paesi finite nel mirino dell’imperialismo. «Senza prove, senza aspettare l’investigazione dell’OPCW e sulla base delle menzogne dei gruppi terroristici. Infame la dichiarazione di comprensione del governo spagnolo di fronte a un’aggressione unilaterale e illegittima».

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I leader dell’America Latina condannano l’attacco guidato dagli Stati Uniti in Siria

fonte; teleSUR
Diversi governi latinoamericani, compresi quelli di Cuba e Venezuela, nonché leader e presidenti regionali hanno condannato gli attacchi di Stati Uniti, Francia e Regno Unito in Siria, usando come pretesto il presunto uso di armi chimiche a Douma da parte delle forze del presidente Bashar al-Assad senza che indagini adeguate fossero effettuate.

Il governo cubano è stato tra i primi a denunciare l’aggressione alla Siria. Una dichiarazione del ministero degli Esteri cubano afferma che l’azione unilaterale, ignorando il Consiglio di sicurezza degli Stati Uniti, costituisce una “flagrante violazione del diritto internazionale, oltre ad essere un oltraggio contro uno stato sovrano che peggiora il conflitto in Siria e nella regione”.

“Gli Stati Uniti hanno attaccato la Siria senza dimostrare il presunto uso di armi chimiche del governo di Damasco, e nonostante il fatto che l’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche sia già sul campo per aprire un’indagine a Douma”, si legge nella dichiarazione.

Cuba è un paese firmatario della Convenzione sulle Armi Chimiche, e respinge fermamente l’utilizzo di questo armamento e di altri di sterminio di massa da parte di chiunque e in qualsiasi circostanza, ha sottolineato il ministero degli Esteri.

“Il governo rivoluzionario cubano trasmette la sua solidarietà e simpatia al popolo e al governo della Siria per la perdita di vite umane e i danni materiali come conseguenza di questo attacco odioso”.

Nel frattempo il governo venezuelano ha rilasciato una dichiarazione dopo aver criticato l’attacco,  che ignora gli elementi di base delle norme internazionali. “Il governo della Repubblica Bolivariana del Venezuela respinge e condanna fermamente l’attacco militare unilaterale perpetrato dagli Stati Uniti, dalla Francia e dal Regno Unito, contro il territorio e il fraterno Popolo della Repubblica Araba Siriana”, ha affermato in una dichiarazione il ministro degli Esteri del Venezuela.

“Ancora una volta, gli Stati Uniti e alcuni dei suoi alleati ignorano i principi e le norme più elementari del diritto internazionale, quando intraprendono un’azione unilaterale, senza discussione e approvazione all’interno degli organi autorizzati dalle Nazioni Unite”.

I commenti da Caracas e l’Avana arrivano poche ore dopo che gli Stati Uniti, il Regno Unito e la Francia hanno sparato oltre 100 missili in Siria secondo il governo siriano, la Russia e le forze armate statunitensi. L’esercito siriano ha detto che più di 70 missili dei 105 sparati contro le sue strutture sono stati intercettati dalle difese aeree.

Anche Evo Morales, il presidente della Bolivia, ha condannato gli attacchi ricordando che gli Stati Uniti hanno inventato una storia simile per giustificare le loro reali intenzioni in Iraq.

“Con la forza della dignità, la difesa della pace e dei popoli del mondo, condanniamo fermamente l’attacco squilibrato di Trump contro i nostri fratelli e sorelle siriani: ieri hanno inventato false armi di distruzione di massa per invadere l’Iraq, oggi lanciano missili con un scusa simile”.

Ha inoltre affermato che l’obiettivo finale di Bush era quello di ottenere il controllo sul petrolio, e che ora Trump vuole le risorse naturali della Siria.

Il ministro degli Esteri venezuelano Jorge Arreaza ha suggerito che l’attacco è un nuovo tentativo di riavviare la cosiddetta Guerra Fredda e ha chiesto che il popolo sia pronto per quanto è in arrivo.

“Le misure per dar vita a una nuova Guerra Fredda sono un segno inconfondibile di disperazione e declino dell’imperialismo. Il sistema è sconcertante nelle sue stesse fondamenta.I POPOLI devono essere ATTENTI, MOBILITATI e all’OFFENSIVA. Nulla è più pericoloso di una bestia ferita a morte”.

“L’aggressività occidentale guidata dal suprematismo bianco degli Stati Uniti trova una soddisfazione sadica nel mentire per giustificare la brutalità contro i popoli del mondo. Siamo miliardi che vogliono la pace nel mondo! No alla guerra! No all’imperialismo!”, ha dichiarato Delcy Rodriguez, capo dell’assemblea costituente del Venezuela”.

La guatemalteca premio Nobel per la Pace, Rigoberta Menchu, ha condannato l’aggressione e chiesto alla comunità internazionale di fermarla.

“Chiedo alle persone del mondo di condannare la guerra in Siria che veste a lutto la speranza dell’umanità per la pace e faccio appello energicamente a tutti i paesi che compongono l’ONU affinché agiscano immediatamente per fermare le operazioni statunitensi, francesi e britanniche in Siria”.

 

(FONTE e Traduzione da l’AntiDiplomatico)

 

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