di Tonino D’Orazio
Il riferimento è alle sanzioni contro la Russia e al diktat yankee che ci impedisce di superare le importazioni energetiche, soprattutto gas, dalla Russia, fissata al massimo al 40%. La decisione è stata presa dall’amministrazione Trump, ma semplicemente in continuità con l’amministrazione precedente Obama-Clinton nel ritenere l’Europa colonia, cortile di casa e ricca mangiatoia da proteggere contro eventuali invasori via terra.
Insomma dobbiamo acquistare e consumare, per il restante 60%, il gas americano. Non è una fake news. Anche se il ridicolo dell’ingiunzione è più che evidente, tanto che è difficile crederci. Invece, malgrado il costo triplo del gas frakkato americano rispetto a quello russo; malgrado la difficoltà di approvvigionamento (sarebbero necessarie circa mille navi-cisterna che ogni mese attraversino l’Atlantico e poi tornino vuote); malgrado le enormi infrastrutture di ricezione (a nostro carico ovviamente) da costruire; malgrado i costi complessivi e i nuovi di disastri ecologici oltre che per la cementificazione di nuovi porti che potrebbero diventare obsoleti appena tornasse un barlume di saggezza e di “riappacificazione” con la Russia “che non ci ha fatto niente”; ecc …
Ma quanto costa questo gas, (shale gas), sottoprodotto del petrolio estratto con il fracking, cioè “fratturazione idraulica delle rocce di profondità”? “La fratturazione idraulica o fracking (dall’inglese hydrofracking) in geotecnica è lo sfruttamento della pressione di un fluido, in genere acqua (mista a sabbia e prodotti chimici), per creare e poi propagare una frattura in uno strato roccioso nel sottosuolo. (Wikipedia). In pratica è la tecnica per estrarre gas naturale e petrolio non di qualità dalle rocce di scisto in grande profondità.
Disastri ambientali? Enormi. Come enormi sono le quantità d’acqua necessaria. Fuoriuscite, incidenti, perdite e scarico di acque reflue tossiche nei corsi d’acqua. Utilizzo di sostanze chimiche potenzialmente dannose per la salute umana e che potrebbero sicuramente contaminare le falde acquifere presenti intorno all’area di estrazione. (Solo l’80% del liquido velenoso iniettato torna a galla). Correlazioni tra bomba fracking e lievi scosse sismiche? Costi di liquefazione, trasporto e costruzione di migliaia di navi-cisterna (ma qualche politico, per lo sviluppo del nostro paese, sarà felice se ci faranno costruire le eliche, come per le famose ali dei bombardieri F-35 che, pagati, ancora non decollano); il massacro ambientale per i degassificatori necessari alla distribuzione, ecc …
Costi di produzione enormi, insostenibili (quasi tutte le ditte canadesi e statunitensi sono al limite del fallimento), non competitive e senza sbocco per il mercato. No, anzi, dimenticavo, il mercato c’è.
Se imponessimo agli europei di comprarcelo, questo gas? Sono così ubbidienti, al limite del masochismo, e lo pagherebbero anche il triplo di quello siberiano. In fondo è al massacro sociale che si stanno abituando ed anche alla perdita di miliardi di euro (e di posti di lavoro) che potrebbero essere assicurati da normali scambi commerciali con la Russia. E se gli imponessimo anche di non acquistare pannelli solari dalla Cina? E se gli imponessimo …
America First? o Europa First?
Mah! Sembra non esserci speranza; ma forse non tutto è ancora perduto.
Malgrado le nostre diverse diversità, questa volta hai perfettamente Ragione quanto scrivi sull’articolo.
"Mi piace""Mi piace"