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Elezioni in Germania: …VERSO IL QUARTO REICH MERCANTILE

di Vittorio Stano (Hannover)

Tre lustri fa si sancí a Lisbona di fare dell´economia europea la piú competitiva e dinamica del mondo, fondandola sulla conoscenza. Il retropensiero era: piena occupazione in Europa.

La vis propulsiva dei Paesi dell´Unione doveva entrare in sinergia con lo spirito di collaborazione degli stessi e, facendo leva sulla solidarietá, mirare alla realizzazione del progetto europeo dei padri costituenti: l´Europa dei popoli.

Ma giá nel 2006, con la direttiva n. 123, gli organi decisionali dell´UE, attraverso il commissario Frits Bolkenstein fecero capire in che direzione dovevano andare i paesi membri: privatizzazione selvaggia di tutto il settore pubblico, compresi scuola, sanità e trasporti.

Merkel & Schäuble furono i primi a dichiarare che la Comunitá Europea, diventata Unione Europea, non era nata sul principio della solidarietá e che ogni Paese doveva badare a sé stesso. Cioé il capovolgimento dei valori iniziali: dalla solidarietá tra i popoli dell´Unione a homo homini lupus!

Questa clamorosa defaillance politica tedesca, si é trasformata man mano nel vero epicentro della crisi. Non crisi dell´euro ma del progetto europeo nel suo complesso.

Mentre Merkel & Schäuble dimenticavano volutamente i buoni propositi dei padri costituenti, nuove generazioni di eurocrati diventavano neoliberali e inoculavano il virus neoliberista in un corpo che era stato propugnatore delle logiche solidali e cooperative dell´economia sociale di mercato. La crisi finanziaria ha fatto il resto, tanto che oggi non si sa cosa é Stato e cosa é mercato e se le banche devono essere privatizzate o se le banche hanno privatizzato lo Stato.

L`UE é ormai in balia delle tecnoeurocrazie tra le quali spadroneggia quella tedesca che, avendo reso subalterna quella francese, ha aperto la via alla chiusura in gabbia degli europei in un sistema che corrisponde agli interessi economici dello stato piú grande e pesante economicamente.

I media mainstream, con i loro servi addetti alla dis-informazione, possono anche raccontare che con la Merkel stiamo procedendo verso il federalismo europeo e i politici di oggi, non capaci di vedere il rischio, potranno anche dare la loro adesione,  ma… é sotto i nostri occhi, le istituzioni europee stanno procedendo con brutale velocitá verso il Quarto Reich mercantile. Non c´é bisogno né di fanfare, né di saluti romani, né di panzer, ma di cinico pragmatismo teutonico. I conflitti, al posto di essere riconosciuti in istituzioni appropriate, ossia politicamente pluraliste, sono aboliti. Nei fatti esiste una struttura di comando e di obbedienza che parte da Berlino e si estende fino a Bruxelles. Questa sta plasmando le tecnoburocrazie dell´Unione che, a loro volta esercitano il loro dominio sovrannazionale sugli altri 26 membri. L´Europa tedesca si fa strada. Quando alla loro smodata potenza economica e finanziaria (vedasi il loro demenziale surplus), che governano coi diktat nel disprezzo delle regole, aggiungeranno anche la politica estera comune e la difesa “europea”, allora saremo giá nel Quarto Reich.

I tedeschi fanno i loro interessi, ma i politici degli altri paesi dell´Unione, possibile che non riescono ad organizzare uno straccio di proposta alternativa a questo scempio o, almeno, a contrastare questa visione egoistica e unilaterale della politica economica?  Sono servi volontari e anche contenti di esserlo?  O fanno parte delle stesse lobbies e logge massoniche che tramano, chi nell´ombra e chi allo scoperto, per raggiungere gli stessi obiettivi?  Sono tutti come la nostra Mogherini o peggio?  Se fossero tutti come la Mogherini, la servitú alla Merkel e alla Germania sará eterna.

Con il Brexit i funzionari tedeschi stanno occupando tutti i posti strategici che gli inglesi stanno lasciando. Junker invece di aprire una procedura trasparente di ripartizione fra i funzionari degli stati membri, sta lasciando fare alla Merkel e a Gabriel. Cosí l´UE in queste retrovie strategiche ha giá un´impronta teutonica piú forte. Anche in quest´ambito la Francia di Macron mostra un incredibile stato di deliquescenza. Merkel docet.

Le elezioni politiche del 24.9.2017, anche se riservassero la sorpresa di impalmare il candidato socialdemocratico Schulz, non porterebbero i cambiamenti necessari. Tutti i partiti, esclusa la LINKE, vogliono le stesse cose, sia pure con accenti diversi, quasi insignificanti. Schulz non critica in maniera ferma e decisa gli errori commessi dall´ex cancelliere Schröder nei suoi due mandati. Non incalza la Merkel perché teme di perdere gli elettori moderati e non vuole scoraggiare gli indecisi. Per questo la sua é una sconfitta annunciata.

In questa noiosa campagna elettorale sembra che l´SPD si potrebbe accontentare della riproposizione della grande coalizione. Se fosse cosí, c´é da augurare alla LINKE un grande risultato a due cifre. L`SPD rischia di sbattere sul naso e addirittura essere costretta all´opposizione in quanto la Merkel ha ancora due forni nei quali poter cuocere le sue pagnotte:  quello dei Grünen e quello della FDP.

La FDP é come l´araba fenice: muore e poi rinasce dalle sue ceneri, a fasi alterne (…di alterne fortune) , senza meriti particolari. È scelta da quel 5-10% di elettorato mobile, trasversale, non apertamente razzista, non  fissato su un partito e pronto al voto utile per dare una stampella alla Merkel. Questi elettori con cinismo e arroganza pensano che la solidarietá europea sia aria fritta. I tedeschi stanno bene e a loro non interessa se nel resto d´Europa si sta sempre peggio. Sono quelli che daranno alla Merkel quella percentuale che le permetterá di ritornare a fare la maestrina in Europa e a bacchettare i leaders politici imponendo loro di “fare i compiti a casa”. Anche a Macron. Chi vota FDP vuole che gli eletti siano intransigenti neoliberali che devono porsi di traverso ad ogni progetto di riforma mirante alla redistribuzione piú equa della ricchezza del Paese. In questo vedono nel ministro delle finanze Schäuble il perseverante paladino della conservazione dei privilegi tedeschi.

Quello che ci aspetta dopo il 24.9. p.v. é una nuova fase del merkiavellismo, cioé della cinica politica da bottegaia danarosa che specula sulle sciagure dei suoi avversari politici locali e internazionali, soprattutto di quelli piú sprovveduti e incapaci.

Sorpresa annunciata di queste elezioni sará il superamento della barriera del 5% della AFD, “alternativa” razzista, misogina, asociale e antidemocratica. Questo movimento di identitari vuole una netta svolta a destra della societá tedesca in ogni ambito. La Germania, e l´Europa, hanno bisogno di piú democrazia, piú stato sociale, piú giustizia sociale. Loro vogliono l´esatto contrario: chi ha poco deve pagare ancora, chi ha tanto deve avere ancora di piú. L´AFD vuole la cancellazione del salario sociale, della tassa di successione, e nessuna tassa patrimoniale per i ricchi. Inoltre, vogliono la revisione della storia tedesca: i carnefici nazisti devono diventare vittime. Poco.

Nelle tre legislature merkeliane la percentuale dei cittadini che, pur lavorando, vive sotto la soglia di povertá é raddoppiata. Sono oltre 8 milioni di persone, circa 1/4 dei lavoratori dipendenti, che vivono con i Mini job, “lavoretti” istituzionalizzati da 500 € al mese. L´inventore dei mini-job é l´ex dirigente della (VW) Volkswagen Peter Hartz, lo stesso artefice di un´altra “bella” proposta per risolvere la disoccupazione nella UE:  …riallocare temporaneamente i giovani senza lavoro in un altro paese europeo che li ospiti per l´addestramento e l´impiego. Bingo!

Un altro palliativo che non affronta di petto il problema della disoccupazione e della crescita economica in Europa. Questa drammatica situazione sta a dimostrare con evidenza il tragico fallimento delle politiche di austeritá e dello stesso liberismo economico.

Merkel & Schäuble credono di aver giá vinto le prossime elezioni e dispensano sorrisi di compiacimento agli adulatori o di scherno nei confonti degli avversari politici. Merkel si rifiuta addirittura, in un democratico dibattito nel Bundestag, su interrogazione della pugnace Sarah Wagenknecht della LINKE , di far sapere come affronterá i problemi sul tappeto dopo il 24.9.2017.

In queste settimane sui muri di tutta la Germania é affisso un gigantesco manifesto elettorale della CDU-CSU. Al centro c´é Angela, cuore di tenebra, in completo blu-manganese tra i suoi proconsoli, che dispensa un sorriso indefinibile: <<Continuiamo cosí>> , é lo slogan della perfida Albione.

Dopo le elezioni il governo tedesco sicuramente, forte dell´appoggio di Macron, dará un´accellerazione alle manovre di “riforma, rafforzamento e integrazione dell´UE”. Ma in quale direzione? Ci sono diverse ipotesi sul tappeto. La Commissione di Junker ha una sua proposta piuttosto farraginosa. Quasi sicuramente la Commissione verrá costretta dalla Germania a rafforzare la normativa fiscale che assoggetterá i paesi che non si adeguano a qualcosa che assomiglierá a un governo coloniale. Esattamente quello che é successo alla Grecia, ma su scala piú vasta. Per l´Italia saranno guai. La Germania tenterá di innestare il pilota automatico ordoliberale. Questo significherebbe il massacro dell´Italia che verrebbe costretta cosí a uscire dalla zona euro. L´Italia deve invertire la linea di subalternitá alla Germania, consapevole che la sua uscita sarebbe letale per la moneta unica e, anzitutto, per la Germania stessa. Nei prossimi mesi si decide l´assetto fututo dell´EU. I governanti italiani devono valutare bene le loro mosse coordinandole con gli altri paesi. Non si fidassero peró di Macron. L´ ex funzionario della banca Rothschild non difenderá gli interessi dell´Italia nel prossimo dibattito sulla riforma dell´eurozona. Siamo allo psicodramma nazionale ed europeo. I risultati delle elezioni, tedesche e italiane, saranno decisive per il futuro dell´Unione Europea.

 

Discussione

Un pensiero su “Elezioni in Germania: …VERSO IL QUARTO REICH MERCANTILE

  1. Nulla di nuovo. L’EU non è nata per essere “l’Europa dei popoli”, ma “l’Europa dei ricchi” e della Germania. Un disegno criminale degno di una “nuova Norimberga”.

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    Pubblicato da Lidia Beduschi (@LidiaBeduschi) | 11/09/2017, 16:37

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