bananasdi Roberto Musacchio
Può un partito, un leader, che è per il Fiscal Compact, la TAV, le missioni militari, chiedere, anzi quasi imporre, il voto a me che sono contro tutte quelle cose? Mi sono interrogato sul fastidio profondo che mi hanno provocato le ultime uscite sul cosiddetto voto utile e ho pensato che la cosa richiede qualche riflessione in più anche rispetto alle, per me, salutari risposte che circolano in rete e che invitano Bersani a rivolgersi a Monti, o gli ricordano il governo sostenuto con Berlusconi, o lo mostrano ancora con Monti dopo il voto, o, appunto, legano l’utilità ai contenuti e alle idee. E le riflessioni riguardano la natura della nostra democrazia, ma anche della nostra etica, e dei soggetti che agiscono sullo scenario pubblico, come i partiti.

Devo dire che interrogativi, per me, inquietanti mi li aveva posti anche la Carta d’intenti  la cui sottoscrizione era stata resa obbligatoria per poter votare alle primarie della coalizione del PD. Mi sembrava assai discutibile, e lo ho scritto, che per esprimere un senso di appartenenza di campo e una scelta all’interno di esso, i cittadini e le cittadine dovessero essere impegnate a sottoscrivere cose quali il rispetto dei Trattati Europei, come il Fiscal Compact.

Mi sembrava questo una sorta di plebiscitazione di un impegno programmatico che andasse ben aldilà di ciò che serve per definirsi di uno schieramento e penalizzante per la possibilità di esprimere il proprio orientamento sulle scelte di fondo di quel campo stesso.

Per giunta ero rimasto colpito come in molti, anche nelle discussioni su FB, dichiarassero una sorta di esplicita mendacità in quanto sottoscrittori di qualcosa che non condividevano, ad esempio il Fiscal Compact, per il “buon fine“ di poter votare magari quello più a sinistra. Mi ero interrogato per altro di che effetto avrebbero fatto entrambi gli elementi, la richiesta di sottoscrizione e la mendacità, in quella cultura americana cui le primarie si riferiscono. Dandomi per altro risposte assai problematiche essendo a mio avviso entrambi gli elementi assai contrastanti con una cultura di democrazia liberale e con un’etica protestante.

Per giunta la stessa Carta d’intenti prescriveva, cosa ripresa per altro dalla Carta programmatica presentata per legge dalla coalizione PD, l’impegno per gli eletti a comportarsi nel voto in aula secondo il prevalente espresso dal voto degli eletti stessi. Altra cosa che lasciava in me, che eletto lo sono stato, dubbi profondi anche rispetto alla lettura della nostra Carta Costituzionale che dice che gli eletti rispondono agli elettori.

Dopodiché arriva il voto utile, come già per altro avvenne alle precedenti politiche dove ebbe l’effetto di aiutare ad uccidere la Sinistra Arcobaleno lasciando pero’ vincere Berlusconi. La sua riproposizione e’ del tutto selvaggia perche’ accompagnata da un esplicito non riconoscimento delle ragioni, e della esistenza, dell’altro da se’, che poi dovrebbe essere il sale della democrazia. A differenza della divisione “consensuale” praticata la volta scorsa dopo la seconda esperienza fallimentare di governo insieme, e  che fu tradita dal PD e rinfacciata a Bertinotti da molti suoi alleati, questa volta diversi dei soggetti che si trovano fuori dall’alleanza col PD avevano anche chiesto di poterne far parte.

Non e’ la mia posizione, ma trovo incredibile che chi ti rifiuta anche la possibilita’ di allearsi con con lui poi ti voglia tout court impedire di esistere. E ti chieda un voto, anzi te lo imponga moralmente, a prescindere, e contro, quello che pensi, appunto, sul Fiscal Compact, sulla TAV, sulle missioni militari.

Il non riconoscimento delle posizioni diverse per altro e’ il vero nemico, oltreché della democrazia, anche dell’utilità. Io ad esempio penso che oltre a tutte le cose che circolano su FB sul rapporto tra il PD, Monti e Berlusconi, che convivono tra loro da tempi più o meno lunghi, farebbe bene al PD confrontarsi con la posizione di chi,come me, pensa che la sua collocazione tutta subalterna al patto corporativo che regna in Germania e che contribuisce al disastro europeo sia disastrosa per i ceti popolari e per l’intera Italia,cosi come lo e’ stato il Governo Monti, appoggiato anch’ esso per essere contro Berlusconi, ma insieme a Berlusconi, e renda non credibile la proposta centrale del PD  di una crescita che francamente non si capisce come possa avvenire a valle della austerità e del mercantilismo tedesco.

Ma in questo momento mi interessa di più la natura della democrazia e dei soggetti chiamati ad esercitarla. Questione fortemente aperta in un Paese come l’Italia nella sua Storia e, per me, aggravatasi nella cosiddetta Seconda Repubblica. Anche perche’ in essa sono transitati i mali della Prima acutizzati.

Tra i mali della Prima ci metto, per parlare della mia parte e cioe’ della sinistra, una difficolta’ a riconoscere l’altro da se’, in particolare se opera nel tuo stesso campo. In nome di una malintesa idea di superiorita’ e di finalismo si sono operate scelte e avallate culture perniciose. Con grandi elementi di approfondimento delle culture proprie ed altre, hanno pero’ convissuto teorie sciagurate come quelle del socialfascismo e forme relazionarie irrispettose, per la democrazia, come quelle che andavano sotto la dizione popolarizzata del rapporto con “gli utili idioti”.

Nel mio oppormi, allora, allo scioglimento del PCI, c’era anche il bisogno che non si rimuovessero i problemi, e i drammi, ma li si affrontasse. Anche per evitare che fosse magari buttato quello che per me era il bambino, e cioe’ il comunismo e l’idea di trasformazione sociale, tenendo l’acqua sporca e cioe’ una indeterminatezza nel concetto di democrazia.

Cosa che non a caso ha portato a poggiarsi molto sul modello americano, senza averne per altro requisiti e cultura. Il che mi appare evidente dalla gestione dissennata di questa Seconda Repubblica in cui la cosiddetta democrazia dell’alternanza in realta’ e’ stata intrecciata dalle peggiori logiche di demonizzazione, di trasformismo, di cortocicuitazione tra le funzioni di rappresentanza e quelle di governo, e di larga concertazione intorno alle imposizioni che vengono dalle scelte dominanti nella globalizzazione liberista e nella Europa tecnocratica.

E qui c’e’ il tema che rende la questione del voto utile assurda e dannosa perche’ ostativa ad affrontare la questione aperta oggi e cioè quella del rischio concreto di eclisse democratica e di dittatura della cosiddetta legge di TINA, there is not alternative. E che crea lo stato di sofferenza estrema in cui versano i soggetti sociali ma anche i singoli e le singole cittadini e cittadine. Quelli che lottano contro la cancellazione dei diritti del lavoro o contro l’imposizione della TAV.

In molti, tra l’altro, stanno per altro ragionando sulla idea di non votare. Scelta diversa dalla mia che sarà di esprimere un voto di rappresentanza, e non di identità, per Rivoluzione Civile per il suo posizionamento critico sull’Europa del Fiscal Compact. Ma, mi pare, che il rigetto del ricatto del voto utile e del suo portato di espropriazione democratica, riguardi tutti, chi vota, qualsiasi cosa voti, e chi pensa di non farlo.


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10 risposte a “Il P e la D”

  1. Avatar Vincesko
    Vincesko

    Ragionamento da intelligentone, la iattura dell’Italia. Come si fa a lamentare la non volontà dell’accordo, se la pregiudiziale è: ho ragione io, che sono contro tutto quello che proponi tu? L’acme, comunque, è nell’espressione “imporre moralmente”, che è priva di senso. Anzi, un senso forse ce l’ha e rimanda al subconscio, il che vuol dire che anche gli intelligentoni, in fondo in fondo, hanno un embrione di razionalità pragmatica.
    PS:
    “Differenza tra ‘destri’ e ‘sinistri’”
    […] Il comunista massimalista è invece – per definizione – un “ottuso” (= intelligentone), a-logico, a-pragmatico, “benaltrista”, obnubilato dall’ideologia e, non avendo risolto il complesso edipico, se ne lascia dominare e non gli va mai bene nessuna soluzione e perde tempo ad “ammazzare” tutti i giorni il proprio padre.
    E poi c’è l’educazione a scuola, dove – è una boutade ma non tanto – non si studia sempre come si dovrebbe la bella fiaba di Hans Christian Andersen I vestiti nuovi dell’imperatore, da cui è tratta l’espressione Il re è nudo: se si studia, e approfonditamente, si diventa cultori dello scetticismo, che è la base dell’analisi critica, e non si rischia mai di diventare individui idolatri.
    http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2585732.html

  2. Avatar Kermit la Rana (@Kermit_la_Rana)

    Bravo vota Rivoluzione Civile.

    Quella dove c’è Di Pietro convinto difensore delle forze dell’ordine che hanno consumato i massacri del G8 di Genova: votò infatti a suo tempo contrò l’istituzione della commissione parlamentare d’inchiesta sui fatti della Diaz.

    Peraltro lo stesso Ingroia esprime solidarietà rispetto al discusso ex capo della Polizia ““La legge va applicata anche nei confronti degli uomini migliori, ma la solidarietà dell’ex Capo della polizia nei confronti dei suoi è normale e comprensibile. Non la trovo inopportuna. Gli uomini condannati sono persone valide, ne ho conosciuti alcuni anch’io”. Le parole sono del leader di Rivoluzione civile Antonio Ingroia, in un’intervista rilasciata al Fatto quotidiano all’indomani della sentenza definitiva che condannava i poliziotti che fecero irruzione nella scuola Diaz il 21 luglio 2001.
    ( da http://www.genova24.it/2013/01/ingroia-e-le-polemiche-sulla-diaz-bruno-cambiare-si-puo-spero-cambi-idea-nel-programma-chiediamo-casco-identificativo-e-reato-di-tortura-45113/)

    Faccio anche presente che Di Pietro fu convinto sostenitore della Tav da ministro

    Vota Rivoluzione Civile, vota.

    1. Avatar paola
      paola

      a questi commentatori vorrei chiedere: l’alternativa qual è? Il non voto? Nella lista di Rivoluzione civile ci sono anche i movimenti e chi è contro la Tav. Intanto si comincia.

      1. Avatar Vincesko
        Vincesko

        La scelta politica è conseguenza della struttura psicologica. Agli intelligentoni che hanno cliccato su “pollice verso” perciò chiedo: quando superate il complesso edipico e diventate adulti?
        E’ quella l’eziologia della militanza all’estrema sinistra. Fateci una riflessione e… prenotate lo psicoanalista.

      2. Avatar cambiailmondo

        Gentile lettore,

        entri nel merito delle argomentazioni, se le è possibile; la psicoanalisi è una gran cosa, tuttavia può essere usata male. Se la maturità è per lei divenire serenamente proni di fronte al fato, si accomodi pure. Eviti però di ricondurre le opinioni altrui a questo suo senso di accettazione estatica dell’esistente. Non è molto corretto, scientificamente (psicoanaliticamente parlando). Difficile consigliarla come terapeuta. Anzi pericoloso.

      3. Avatar Vincesko
        Vincesko

        La TAV è, per lo più, un buco in una montagna che servirà per i prossimi secoli.

      4. Avatar cambiailmondo

        Sì, e come sopra (o sotto), in questo buco sarà possibile ripararsi ? da piogge acide, radiazioni, complessi anali ? in questo senso le sembra utile, ci spieghi meglio, se può.

      5. Avatar Vincesko
        Vincesko

        Distratto? Nessuna distrazione è casuale… Il mio breve commento lo si trova più sopra, all’inizio.
        Chi ha detto che l’estremismo è una malattia infantile?
        Io penso, semplicemente, che la TAV (come altri “bersagli” simbolici) sia solo un succedaneo del conflitto col padre, non risolto.
        Non sono un esperto, ma so che ben l’88% della TAV passa in galleria. La parte in superficie riguarda poi 4 gatti, rispettabili, ma pur sempre 4 gatti. Qui, le altre risposte RAZIONALI; per quelle “IRRAZIONALI”, ripeto, è più congruo rivolgersi ad uno psicoanalista:
        TAV TORINO-LIONE: DOMANDE E RISPOSTE

        Fai clic per accedere a domande_risposte.pdf

        Allego anche questo mio vecchio ‘post’ sul tema:
        Analisi quali-quantitative/13/TAV
        http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2662791.html

      6. Avatar cambiailmondo

        L inviamo un link: http://archivio.lavoce.info/dossier/pagina2968.html

        Quelli che scrivono, secondo la sua scolastica psicoanalitica, sono maturi: sono scienziati, tecnici, riformisti come riformista è il sito che li ospita, diretto da Tito Boeri. Gli dia un’occhiata, è un’occasione per analizzare i problemi nel merito dei problemi stessi, senza applicare ai problemi, altre chiavi dei lettura.

        Se questo dossier sulla TAV non la convince, e persisterà nella sua opinione senza alcun tentennamento, dovremo concludere psicoanaliticamente.
        Ma vorremmo evitarlo.

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