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Europa è una fanciulla greca …

di  Vittorio Stano (Hannover)
(…) Il cavallo di Troia era ovviamente l´Europa: abbiamo ceduto gli ideali della sinistra davanti all´altare del progetto europeo. Mitterrand lo sapeva benissimo. E il progetto si è rivoltato contro. Oggi l´ideale europeo è la zona euro che si sta disfacendo, è il populismo in tutti i i paesi europei ed è il fatto che i popoli europei non si fidano piú  dell´Europa e non si fidano gli uni degli altri. Perché l´ideale europeo non é piú veicolo di progresso, non  porta piú crescita, non fa sperare nulla. L´Europa oggi é solo finanza, deregulation e smantellamento dei servizi pubblici. E ci si stupisce che le masse di sinistra se ne allontanino.(…)

Più Europa! Il secolo biotech e la crisi economico-finanziaria (1° parte)

…ció che fa l´uomo, é la luce. (VICTOR HUGO) – dedicato a MOHAMED BOUAZIZI, la scintilla tunisina che infiamma il mondo e a HAMZAH  AL-KATHIB, 13 anni di Deraa/Siria, ucciso solo un pó

FRANCIA: CHI HA VOLUTO LA LIBERALIZZAZIONE DELLA FINANZA INTERNAZIONALE?

Chi ha liberalizzato la finanza internazionale, che ha fatto uscire la belva dalla gabbia, non sono stati pensatori estremisti liberali, ma dei socialisti francesi, come Pascal Lamy, direttore generale dell’ Organizzazione mondiale del commercio, o Jaques Dèlors che ha convinto l´FMI, l´OCSE, gli Stati Uniti e la comunità internazionale che bisognava liberalizzare gli scambi e il sistema finanziario.

Il cavallo di Troia era ovviamente l´Europa: abbiamo ceduto gli ideali della sinistra davanti all´altare del progetto europeo. Mitterrand lo sapeva benissimo. E il progetto si è rivoltato contro. Oggi l´ideale europeo è la zona euro che si sta disfacendo, è il populismo in tutti i i paesi europei ed è il fatto che i popoli europei non si fidano piú  dell´Europa e non si fidano gli uni degli altri. Perché l´ideale europeo non é piú veicolo di progresso, non  porta piú crescita, non fa sperare nulla. L´Europa oggi é solo finanza, deregulation e smantellamento dei servizi pubblici. E ci si stupisce che le masse di sinistra se ne allontanino.

STÉPHANE HESSEL, UN GRANDE VECCHIO

…”un uomo è veramente un uomo soltanto quando è davvero impegnato e si sente responsabile”. (Jean Paul Sartre)

Stèphane Hessel é un “grande vecchio”. Nel 2010 pubblicó il libro “Impegnatevi” e scosse le coscienze degli europei, entusiasmando i giovani a milioni. Con “Impegnatevi” esorta i giovani a costruire un futuro migliore, basato su uno sviluppo compatibile con le risorse della Terra e dei popoli, su una vera alternativa economica piú equa e giusta, sull´ecologia e il rilancio delle grandi istituzioni internazionali. A resistere con creativitá, intelligenza e voglia di fare. Perché l´indignazione, da sola, non basta.

Stèphane Hessel nasce a Berlino il 20.10.1917, quando comincia la Rivoluzione russa. A 20 anni prende la nazionalitá francese. Nel 1941 diventa partigiano e raggiunge De Gaulle a Londra. Nel 1944, arrestato dalla Gestapo, viene deportato verso Buchenwald e a Dora. Sfugge per due volte all´impiccagione. Nel 1945 inizia la sua carriera diplomatica. Alla ribellione preferisce la via della diplomazia e delle organizzazioni internazionali. L´esperienza maturata nella seconda guerra mondiale, fanno di lui un mondialista e un europeista convinto. Nel 1948 contribuisce alla stesura della Dichiarazione dei diritti dell´uomo. “Sará forse il periodo piú ambizioso della mia vita, con la sensazione esaltante di lavorare non per l´eternitá ma per l´avvenire”. Stèphane Hessel incarna il “civismo mondiale” che lo porta, ancora oggi, a impegnarsi di volta in volta in favore dei diritti dell´uomo, dei clandestini e dei senzatetto, della lotta contro le disuguaglianze o contro il conflitto israelo-palestinese. S.Hessel é presente su tutti i fronti. Egli fa dell´ecologia una delle principali sfide del XXI secolo. È un ottimista, ritiene la natura “dotata di mille astuzie”, capace di sventare tutte le trappole delle sue creature. Nelle sue idee e nel suo operato si trova una fiducia fondamentale nel progresso umano. S.Hessel ha fiducia nell´uomo, questo animale pericoloso capace di sfasciare tutto, ma anche capace di affrontare nuovi problemi con nuove idee! La fortuna puó sempre intervenire (?!). Lui che é passato dai campi di concentramento al Maquis, lo puó ben dire e proiettare questa fortuna sulla storia.. La storia puó produrre fortuna: questo si puó chiamare ottimismo. La sua esistenza gli permette di dire che la fortuna conta, anche in caso di sfide estreme, le possibilitá di superarle sono maggiori delle sconfitte.

CHI HA PAURA DELLA GERMANIA?

“…Am deutschen wesen, soll die Welt genesen/…l´essenza dello spirito tedesco risanerá il mondo”

Emanuel Geibels, 1861

“…È nel nostro interesse, ma anche in quello della stessa Germania, che le chiedo di contribuire ad assicurare la sopravvivenza e la prosperitá dell´Eurozona. Come ben sapete, nessuno sarebbe in grado di farlo. Devo dire peró – e probabilmente sono il primo ministro degli esteri polacco a esprimermi in questi termini – che oggi non temo la sua potenza, ma la sua incapacitá. La Germania é una nazione europea irrinunciabile, e non puó fallire nel suo ruolo, che non deve essere di dominio ma di guida nell´attuazione delle riforme.” (Radoslaw Sikorski, ministro degli esteri polacco, Berlino 2011)

UNA RAGAZZOTTA VENUTA DALL´EST

“…l´Uniome europea é stata edificata su basi competitive, non certo solidaristiche. L´obiettivo principale era quello di liberalizzare i mercati, garantire la piena mobilitá dei capitali e delle merci e di conseguenza mettere in competizione fra loro le imprese e i lavoratori europei…niente eurobond, finché vivró!”

Angela Merkel

“…deve essere l´Europa a prendere la guida di un movimento internazionale di rifiuto dello strapotere dei mercati finanziari” (Helmut Schmidt, ex-cancelliere)

…Ultimamente l´Europa sta scoprendo quanto poco l´euro sia capace di tenerla insieme. Si sta vedendo in questi mesi quali ombre si levino se la gretta attenzione ai conti di casa da parte della cancelliera tedesca minaccia di cancellare la Grecia dalla costruzione europea.

Per questa via la Germania riuscirá a spezzare l´Europa per la terza volta.

Questa ragazzotta venuta dall´Est, ha fatto carriera all´ombra del cancelliere Kohl. In 20 anni ha messo in riga i soldatini del suo partito (CDU) e si é fatta portavoce del tardo capitalismo tedesco. Le reinterpretazioni restrittive del Trattato di Maastricht, concepite da Merkel e vidimate da Sarkozy hanno disastrato l´Europa comunitaria dell´ultimo ventennio. Quella franco-tedesca era una coppia scoppiata che non poteva divorziare. Non per amore dei figli (i paesi europei “minori”), ma perché entrambi disabituati a restar soli. La Germania sempre piú autistica, assertiva, insofferente verso i “viziosi” partner euro-meridionali, ma incapace di esprimere uno straccio di egemonia.

La Francia tormentata dal declinismo, eppure troppo orgogliosa per rassegnarsi allo scambio dei ruoli rispetto all´assioma golliano che la voleva cocchiere del carro tirato dal cavallo tedesco. Cosí, se lo scopo di Mitterrand, a Maastricht, era di sottrarre ai tedeschi moneta (il marco) e banca centrale europea (di fatto Bundesbank), sciogliendosi nella cogestione europea, le contromosse tedesche, da Kohl a Merkel, hanno mirato a conformare l´Eurozona alla propria cultura geoeconomica e monetaria, per cui austeritá e inflazione prossima allo zero stanno a fondamento della crescita. Quanto meno della propria. Risultato: i paesi dell´eurozona piú afflitti dalla crisi sono spinti verso il baratro della deflazione, in modo che Germania e satelliti possano contenere l´inflazione  attorno al 2% . Questa non é un´unione monetaria. È molto piú simile a un impero! Ma Parigi non intende rompere con Berlino. La Francia non tollera che la Germania, emancipata da ogni tutela, dilaghi solitaria nell´Europa e nel mondo. Il prezzo della rottura con la Germania sarebbe l´autoconfinamento nella periferia continentale. Sicché Hollande tenta di aprirsi un varco nel sentiero stretto della crisi dell´Eurozona, alla ricerca delle risorse (tasse) necessarie  a finanziare il debito e ad abbozzare una politica industriale che schiuda un orizzonte di crescita, per quanto modesta. Fino a contenere l´ortodossia germanica, mirando agli eurobond, ossia all´europeizzazione dei debiti nazionali. Anatema per Berlino. Con la Grecia finita nel baratro non solo per colpe proprie, ma soprattutto per le ricette suicide imposte da Berlino via Bruxelles-Francoforte. L´ennesimo compromesso franco-tedesco di basso profilo (acqua transalpina per diluire  il germanico vino) – con la partecipazione  speciale di italiani, spagnoli ed altri europartner – atterriti dal rigore firmato Merkel ma incapaci di concertare un´alternativa coerente  che rimuova le cause strutturali della crisi.  A cominciare dalla mancanza di un sovrano politico che garantisca l´euro.

Il cuore dell´Europa oggi batte in Grecia. La Grecia é il futuro dell´Europa. La Grecia, oggi, funge da cavia. Le misure imposte alla Grecia sono, per il tardo capitalismo, un mezzo per ristrutturarsi,  in seno a circostanze di gravissima crisi. Se queste misure riescono a impoverire la vita economica, sociale e culturale del popolo greco, esse saranno  eventualmente esportate in altri paesi europei, accompagnate naturalmente dai loro provvedimenti di contorno: la repressione, la violenza delle forze dell´ordine, i lacrimogeni, ecc.  La resistenza dei greci alle misure restrittive, le dimostrazioni di piazza, hanno dimostrato che la “cavia” ha occupato il laboratorio, cacciandone gli scienziati pazzi.

IL WELFARE TEDESCO

www-hartz-IV.info/ratgeber/berchnungsbeispiele.html

*famiglie monoparentali (es. mamma sola con 3 figli e disoccupata)

a) sussidio di disoccupazione   1800 €   al mese, così composto:

374 €  sussidio di disoccupazione

215 €  figlio sotto i 5 anni

502 €  2 figli sotto i 13 anni

500 €  affitto appartamento

100 €  riscaldamento appartamento

16   €  acqua calda

135 €  contributo speciale per chi é solo

Tot.  1842  €

Kindergeld-assegni familiari

1° figlio           184 €

2° figlio           184 €

3° figlio           190  €

dal 4° figlio    215  €

*Per ogni figlio le famiglie percepiscono dei soldi. Non importa che i genitori siano ricchi o poveri, disoccupati o occupati, tedeschi o stranieri. È un diritto che riguarda tutti i bambini residenti, di qualsiasi nazionalitá essi siano.

b) affitto appartamento/casa 

*sono calcolati in relazione alla casa che si abita, purché non superi una cifra ragionevole, che in generale ha come punto di riferimento la media degli affitti.

*L´ufficio preposto puó corrispondere al disoccupato una somma piú alta della media se questo significa, ad esempio,risparmiare sul trasloco (che comunque dovrebbe pagare lo Stato).

c) Altri sussidi

-piscina

-corsi

-trasporti

d) Contributi fissi 

-inizio scuola    100  €

*I disoccupati che accettano un sussidio dello Stato non possono andare in vacanza per piú di 2 settimane, senza un nulla osta. Prima del governo rosso-verde non c´era bisogno neppure del nulla osta.

*Se l´ufficio del lavoro (di collocamento) proponesse un lavoro al disoccupato, questi non potrebbe rifiutarsi, pena: la perdita del sussidio. (in Gran Bretagna la riforma del lavoro prevede che il disoccupato possa rifiutarsi 2 volte di accettare la proposta di lavoro. Alla terza volta perde il sussidio). Fin quando non avrá un lavoro, percepirá il sussidio, anche fino alla pensione.

*La “costrizione” ad accettare un lavoro é limitata dai diritti costituzionali, come la libertá di movimento, la libertá di avere una famiglia. Es.: – non si puó essere costretti ad accettare un lavoro troppo lontano dalla propria casa; -il lavoro deve essere conforme alle proprie attitudini. La materia é attentamente regolata

e) Pensioni

I contributi vengono versati dallo Stato.

f) Assicurazione sanitaria

È coperta dallo Stato

N.B.: Indennitá di disoccupazione e sussidio di disoccupazione: sono due cose diversissime!

L`indennitá  é un´assicurazione pagata con i contributi del lavoratore (esiste anche in Italia), ma ha un limite di tempo. L´ammontare del beneficio economico é molto piú alto rispetto al sussidio. In Germania é intorno al 67% del precedente salario. L´indennitá di disoccupazione finisce dopo 12 mesi (18 per chi ha superato i 55 anni)

Il sussidio é un´altra cosa: é formalmente indipendente dal lavoro. Quello che c´é in Germania, e in tutto il resto d´Europa, ma non in Italia, é la garanzia del reddito a prescindere dal lavoro e dunque dai contributi versati. In questo senso é un reddito di cittadinanza. Per questo, il disoccupato che non riuscisse a trovare un lavoro entro 12 mesi dell´indennitá di disoccupazione, puó chiedere  l´Arbeitslosengeld II che non ha limiti di tempo ed é finanziato dalla fiscalitá generale.

L´eleggibilitá all´ottenimento del sussidio é dovuta esclusivamente alle condizioni economiche, e comincia con la maggiore etá, piú o meno. Non conta il reddito dei genitori. Chi puó chiedere il sussidio? Il disoccupato che non abbia risparmi superiori a 2 mila € per anno e complessivamente non superiori a 13mila €.

Il reddito minimo di cittadinanza é garantito costituzionalmente perché a tutti deve essere garantita una vita dignitosa. Parte da una base di 370 € mensili, ai quali si devono aggiungere: l´affitto, il riscaldamento, le integrazioni (se si hanno figli e/o malattie),  tutta una serie di contributi: sport, scuola,trasporti.

Es.: una coppia di disoccupati avrá al mese  674 €  + affitto  + riscaldamento.

Una coppia con 1 figlio di 15 anni avrá al mese  961 €  + affitto  +  riscaldamento.

Un aspetto essenziale: il sussidio ha anche la funzione di integrare il reddito di coloro che hanno un lavoro part-time o un reddito insufficiente. Una persona sola con un lavoro di 700 € lordi, puó avere circa 450 € di integrazione.

Ci sono professioni  che vengono riconosciute come tali, anche se il mercato da solo non le premia. Es.: le compagnie teatrali. Se dimostrano di lavorare metá dell´anno, il resto ce lo mette lo Stato. Questo aspetto permette l´esistenza di molte attivitá e professioni. In Italia queste esistono solo nella forma del lavoro nero o del volontariato.

# Per calcolare i costi dell´affitto non c´é una regola assoluta. Regola di massima:

– per una persona sola non si puó scendere sotto i 45 mq;

– per 2 persone non si puó scendere sotto i 60 mq;

– per ogni altra persona vanno aggiunti altri 15 mq.

*La casa puó essere piú grande, ma non piú piccola del “conforme”. Quello che conta é quanto costa.

# Le case sociali

Gli uffici competenti hanno a disposizione un “numero” di case sociali che le assegnano ai bisognosi.

# Stipendi

In Germania la vita costa meno che in Italia. Il 10% in meno!

Es.:  – un ristorante poco costoso   -39%

 – 1 litro di latte  -41%

– l´affitto di un appartamento o di una camera nel  centro cittá   -22%

– costo al mq per comprare un appartamento in centro  -33%

– attivitá sportive: 40 € sei mesi di piscina.

# L´assegno di sussistenza Hartz IV é usufruito da 2,7 milioni di famiglie, costo 27,7 miliardi di € cosí divisi: 

6,6 miliardi di € per inserimento

3,3 miliardi di € per spese amministrative e di personale

3,2 miliardi di € per assegni  casa e riscaldamento

14,6 miliardi di € per prestazioni passive.

Un importo di 11 miliardi e´a carico dei comuni.

 Nota Bene: il costo di questo imponente sistema di assicurazione del reddito e dell´alloggio potrebbe stare circa 5 volte dentro l´evasione fiscale italiana.

# Evasione fiscale:

 30 miliardi di € l´anno, corrisponde a 1/4 di quella italiana! Ma i tedeschi sono 82 milioni. Il fisco tedesco ne ha  recuperati, nel 2010 e nel 2011, tra il 70 e l´80% .  Ogni 3 anni vengono fatti controlli capillari.

*Gli operai in Germania guadagnano il doppio che in Italia. I sindacati sono potentissimi e la Germania contende alla Cina il primato nelle esportazioni. Il lavoro di fabbrica non é stressante.

Stipendi medi: ITALIA 23.406 €   GERMANIA  41.000 €

In Italia il 74%  dei giovani viene aiutato dai genitori, in Germania il 46%. In Italia si resta a casa fino a 30 anni. In Germania a 18. Il Welfare italiano fondato sul capofamiglia rispecchia la societá italiana, ingessata, senza mobilitá sociale. Il Welfare fondato sull´individuo é lo specchio di un´altra societá. L`Unione Europea chiede all´Italia dal 1992, di introdurre un sistema di protezione del reddito analogo. Ultima richiesta ottobre 2011 a Berlusconi, nella “famosa lettera”. L´estensore del documento europeo chiedeva che cosa intendesse fare l´Italia circa gli impegni che aveva sottoscritto sull´inserimento di forme europee di tutela del reddito.

GRECIA.

Europa era una fanciulla greca. Ambiguitá e pregiudizi nei confronti dei Greci

“…i Greci non fanno i compiti a casa”

Classe politica tedesca e maggioranza silenziosa del paese

“…I want my money back!”

Imprenditori tedeschi, sostenuti dal governo, alla classe politica greca

I mass media tedeschi sono responsabili dell´aumento a dismisura della sfiducia nel popolo greco da parte del popolo tedesco. Eppure fino a 15 anni fa la Grecia era una delle mete turistiche scelte da centinaia di migliaia di tedeschi. Il mare é sempre lo stesso, i costi sono ancora piú ridotti, a causa della crisi, ma quasi nessuno ci va piú . Perché? È mai possibile che un pugno di greci super-ricchi ed evasori fiscali abbiano pregiudicato il buon nome della patria di Socrate, Euripide, Pericle, Fidia, ecc… . O c´é dell´altro?…

La Grecia deve risparmiare drasticamente. Tutti i settori devono essere toccati. Anche il Ministero della Difesa? Anche! Vengono toccati il soldo dei soldati e le loro pensioni, ma non le commesse militari e il budget del Ministero! Quest´ultimo supera il 2% del BIP (Prodotto Interno Lordo) ed é superiore a quello di altri paesi NATO. Ha in servizio 130 mila soldati su una popolazione di 11 milioni. Percentualmente, quasi 3 volte in piú rispetto ad altri paesi Nato.

Non si capisce perché Atene abbia bisogno di forze armate cosí forti. Il conflitto con la Turchia? Ma va, i Turchi sono pacifici su quel fronte. E allora? Allora dipende dal sistema incrostato e corrotto. Sono i militari greci una “fonte” di sperpero e di corruzione. È risaputo che  generali e ministri hanno intascato tangenti milionarie pagate da imprenditori tedeschi per l´acquisto di sottomarini. La Germania é il primo partner commerciale greco del settore. Acquista carri armati Leopard, aerei e sottomarini.

La Grecia é il cliente piú importante della Germania riguardo alla fornitura di armamenti. Ultimamente l´ impresa Krauss-Maffei ha esportato armi in Grecia per 1,7 miliardi di euro. E ancora: la Germania pretende che la Grecia acquisti 60 aerei da combattimento Eurofighter per piú di un miliardo di euro. Data la situazione economica del paese, questo é inaccettabile. I Greci potrebbero/dovrebbero rinunciare all´ acquisto. La Troika (FMI-EU-BCE) dovrebbe premere sulla Grecia per ridurre drasticamente le commesse militari, visto che deve risparmiare in tutti i settori. Perché non lo fa? Oltretutto i contratti di vendita sono nati su pressioni di criminali e mafiosi. La Troika non vuole immischiarsi nei lucrosi affari di privati. Teme che i greci riducano anche il volume di altri commerci privati. Il commercio di armi tra Germania e Grecia avviene con l´apertura di crediti del governo tedesco alle aziende produttrici. Se i Greci si rifiutassero di pagare il conto, questo, infine, lo pagherebbero i contribuenti tedeschi. Per gli armatori tedeschi c´é una copertura al 100% di sicure transazioni finanziarie.. I contribuenti tedeschi dovrebbero bloccare questo stato di cose scandaloso. I contratti Krauss-Maffei devono essere sciolti. I mass media devono informare l´opinione pubblica. Questo creerebbe dei problemi alla cancelliera Merkel, come quando ci mise la sua faccia per vendere 270 carri armati Leopard all´Arabia Saudita. La stessa pressione sulle esportazioni di armi alla Grecia e al Portogallo farebbe risparmiare a questi paesi quasi 2 miliardi di euro. I governi di questi ultimi paesi potrebbero evitare di strangolare i loro concittadini con il patto fiscale imposto dalla Germania.

SINISTRA GRECA  2012

*SYRIZA: Synaspimós Rhizospastikís Aristerás / Coalizione della Sinistra Radicale; leader politico ALEXIS TSIPRAS

Elezioni politiche 2009    4,6 %

Elezioni politiche 2012   26,89 %

*PASOK : Panellinio Sosialistikó Kínima / Partito Socialista Panellenico

Elezioni politiche 2009     43,92 %

Elezioni politiche 2012   13,18 %

*KKE: Kommounistikó Komma Elládas  / Partito Comunista Greco

Elezioni 2012   8,48 %

*DIMAR: Dimokratikí Aristerá  / Sinistra Democratica

Elezioni 2012    6,11%

SLAVOJ ZIZEK, il filosofo pop

Hegel e la psicoanalisi, la democrazia e il comunismo, la violenza e l´apocalisse, Robespierre e Mao, il Sessantotto e Occupy Wall Street. Slavoj Zizek, pensatore dell´oltre, si compiace di “epater la gauche” con tematiche neocomuniste. Sloveno, 62 anni, é uno dei filosofi contemporanei piú controversi e osannati. Insegna all´universitá di Lubiana ed é direttore internazionale del Birbeck Institute for the Umanities di Londra. Fra le sue pubblicazioni tradotte in italiano: “In difesa delle cause perse. Materiali per la rivoluzione globale” , “Dalla tragedia alla farsa. Ideologia della crisi e superamento del capitalismo”. E in tedesco: “Die bösen Geister des himmlischen Bereichs. Der linke Kampf um das 21.Jahrhundert”.

In quest´ultimo libro continua il suo progetto di critica della ideologia politica contemporanea, vista da una prospettiva neocomunista. Punto di partenza é la crisi nella quale si trova la cultura liberale che impregna le societá occidentali. I cittadini di questi Stati non credono nelle proprie convinzioni. Zizek col motto dell’ apostolo Paolo, combattere “contro gli spiriti maligni del cielo”, analizza con spirito di parte, passione e ironia le sconfitte della sinistra nel 20° secolo.

Cosa si puó imparare dagli errori per dare slancio alle lotte della sinistra del 21° secolo?  Se esaminiamo le questioni di fronte a cui ci troviamo oggi – l´inquinamento dell´ambiente, il capitalismo finanziario, la biogenetica, la difesa della proprietá intellettuale – tutti questi sono  problemi del vivere insieme, in comune: riguardano un ambito che sfugge sia al controllo dello Stato che alle soluzioni pensabili nell´ambito privatistico dell´economia di mercato.

Il concetto di <<comunismo>> (dal latino communis) per Zizek identifica  il problema. Coglie il destino del vivere in comune. Secondo Zizek il 99 % delle persone di sinistra sono seguaci inconsapevoli (?!) di Francis Fukuyama, anche se in pubblico si prendono gioco di lui.

Nel libro “Fine della storia” Fukuyama avanza il concetto dell´assenza dell´alternativa praticabile  all´idea di uno Stato liberale democratico. Il capitalismo, coniugato a una solida democrazia liberale e a una certa attenzione per i problemi sociali, sia tutto sommato il miglior sistema possibile, o comunque il meno difettoso. Secondo Zizek a queste persone di sinistra si restringe sempre piú l´orizzonte al proposito di migliorare l´esistente. Questo per Zizek non é sufficiente. Al posto della debole politica di evitare il peggio, bisogna rinforzare il nucleo utopistico di una societá migliore per poter mettere in campo un´alternativa al capitalismo globale.

ITALIA. L´ALTRAPOLITICA

Oggi piú che mai l´Italia ha bisogno di una politica che passi attraverso la sconfitta radicale della partitocrazia in tutte le sue incarnazioni. Il berlusconismo in disfacimento irreversibile, come il volto del suo leader, crede di avere ancora una carta da giocare. Il “signore untuoso” si ricandida. Al peggio non c´é mai fine . La destra italiana, se si avesse bisogno di una ulteriore prova, dimostra di essere la piú corrotta, arretrata e servile d´ Europa. È la forza della disperazione che spinge il Dorian Gray di Arcore, versione botulino, a ritornare sulla scena politica. Gli infiniti guai con la giustizia, l´odio per gli avversari, il disamore per un paese stremato che lui stesso aveva portato sull´orlo del baratro, sono gli ingredienti che lo vedranno per i prossimi due mesi, avventarsi e colpire avversari politici ed ex sodali di partito non piú disposti ad assecondare l´ennesima imposizione. Gli elettori  dovrebbero dargli la lezione che si merita: sconfiggerlo con il voto e farlo, infine, morire. Politicamente s´intende. Come il personaggio del libro di Oscar Wilde, morendo acquisterá la sua vera fisionomia, cioé quella di un uomo fallito, segnato dalla dissipazione e vizio.

Il centrosinistra di Bersani – Vendola dovrebbe smarcarsi dai condizionamenti della destra Napolitano-Monti. Per aprire una nuova stagione politica il PD dovrebbe superare la contiguitá col montismo. La probabile vittoria alle elezioni del 2013 del centrosinistra di Bersani e Vendola deve essere scevra dai condizionamenti provenienti dall´Uomo del Colle e dall´Uomo del rigore.

Se invece dovesse persistere la contiguitá, si avrebbe l´ennesimo trionfo gattopardesco dell´establishment del privilegio. L´Italia ha bisogno della vittoria dell´Atrapolitica. Quella del dare una nuova struttura alla societá e alle sue gerarchie di potere, cioé della FIOM, dei girotondi, delle lotte antimafia, della galassia battezzata “giustizialismo” dai nemici della “legge eguale per tutti”, del Popolo viola e dei movimenti anti-casta.

Il Movimento 5 Stelle brinda e canta “Ancora tu!” di Battisti, ringraziando il centrodestra per il bel regalo di  Natale: la candidatura di Berluscus-Dorian Gray. Ma gli italiani non dovrebbero farsi illusioni su Grillo. Se dovesse governare sarebbe inadeguato. Potrebbe fare peggio di quanto fatto in modo bipartisan negli ultimi 20 anni, per rendere meno efficace la lotta alla mafia (da ultimo addirittura con l´azione dell´Uomo del Colle in anatema della procura di Palermo), per non contrastare la corruzione e l´evasione fiscale, per mantenere asserviti all´establishment i media, per allargare le diseguaglianze retributive, per distruggere la scuola pubblica, per umiliare la ricerca scientifica, per dissipare o mandare al macero il patrimonio archeologico, artistico e culturale, per lasciar devastare ulteriormente coste e fiumi, per mortificare il principio di laicitá nel bacio permanente della pantofola di papi, cardinali, vescovi, esorcisti?

Per sostenerlo bisogna sfidare temerariamente le leggi delle probabilitá. Bisogna dare atto, peró, a Grillo che grazie al suo M5S non ci saranno nel Parlamento italiano “albe dorate” come in Grecia. I candidati del M5S sono portatori  di valori democratici e il loro apporto alla moralizzazione della politica potrebbe essere decisivo.

Tesoretto italiano nei paradisi fiscali

Gli evasori fiscali italiani “nascondono” nei paradisi fiscali almeno 700 miliardi di euro, pari a 1/3 del debito pubblico del paese, di cui:

300 miliardi in Svizzera (25 % del PIL)

100 miliardi in Lussemburgo

50 miliardi a Montecarlo

# il 60 % di questi appartengono a evasori lombardi

# il debito italiano sfiora i 2000 miliardi di euro (31mila € pro capite)

*fonte: Banca d´Italia , data: 7.6.2012

Movimento a 5 stelle e sbandate qualunquiste

Mi risultava che il M5S chiedeva una politica che si occupasse dei problemi veri della gente: i problemi della sopravvivenza, il che rimandava non solo all´economia, ma anche all´ecologia, alla tutela dell´ambiente e dunque della salute. Chiedeva che il ceto politico si mettesse all´ascolto di queste richieste; che si esprimesse con un linguaggio comprensibile, non iniziatico; che cancellasse o riducesse al minimo la distanza tra elettori ed eletti. Tuttavia le contraddizioni, oggi sono nette e clamorose:

1 esaltazione della partecipazione diretta, quindi democrazia di base e leaderismo, cioé l´accettazione di un partito personale;

2 Sulla  mafia. A Palermo Grillo spiegó che il crimine organizzato “non strangola, ma i partiti sí”. Dove vuole andare a parare il comico genovese con una sparata che, a dir qualunquista é veramente poco. Sta cambiando il DNA del M5S ?

3 Migranti di 1a  – 2a  –  3a  generazione in Italia. Le parole di Grillo sullo  ius soli é raccapricciante: “…la cittadinanza a chi nasce  in Italia, anche se i genitori non ne dispongono , é priva di senso”. Sono gli stessi argomenti della Lega. È solo opportunismo politico? Cioé Grillo strizza l´occhio agli elettori leghisti in fuga da quel partito e dare loro spazio politico nel M5S o vuole  arrivare ad un patto politico con Bossi e Maroni ?

4 Uscita “soft” dall´euro. Non c´é uno straccio di argomento su questo rilevantissimo tema. Dove sono gli esperti di economia del M5S ?

5 Riforma del lavoro. Mentre milioni e milioni d´italiani , seguendo i proclami sindacali, riempiono le piazze per protestare contro il “rigor Montis” e il coccodrillo dalla facile lacrima (Fornero),  Grillo bacchetta la FIOM e se la prende con i sindacalisti dalle mani morbide.

LE ISTITUZIONI EUROPEE

“Stati Uniti d´Europa”

Alla fine il nodo é venuto al pettine: una moneta senza Stato era un´anomalia che prima o poi avrebbe portato a galla la sua insostenibilitá.

Negli  ultimi 3 anni il tentativo di affrontare l´anomalia di una “moneta senza Stato” si é rivelato piú strampalato  del male che voleva rimediare. È consistito nell´imposizione di un duumvirato franco-tedesco, versione tardo capitalista, sbilanciata verso quello tedesco. L´unica speranza per l´euro é la volontá di istituire una democrazia europea. Altro che governi tecnici. L´euro é un problema di volontá politica. Non volontá politica di accollarsi sacrifici che strangolano i popoli  del bacino del Mediterraneo, ma volontá politica da parte dei grandi paesi di cedere democraticaamente una fetta della propria sovranitá nazionale.

L´Europa non puó essere una moderna Santa Alleanza del capitalismo finanziario. Quello che é  avvenuto negli ultimi 3 anni ha azzerato quel minimo afflato europeista che i popoli avevano.

La devastante crisi ha decretato il fallimento del modello neoliberista e della sua versione di sinistra, la Terza via di Tony Blair e Antony Giddens. Ma anche le ricette della vecchia socialdemocrazia, imperniate sul ruolo  redistributivo dello Stato-nazione, non rappresentano un´alternativa adeguata. E allora, dove cercare la via d´uscita ?

La Germania é l´unico paese che ci ha guadagnato nettamente dall´entrata in vigore  dell´euro. Tuttavia la maggioranza silenziosa dei tedeschi pensa di avere buoni motivi per provare insofferenza verso l´euro. È un atteggiamento falso e ambiguo. Lo strepitoso successo dei libri del nazional-socialdemocratico Thilo Sarrazin (“Europa braucht den Euro nicht:: wie uns politisches Wunschdenken in die Krise geführt hat” – L`Europa non ha bisogno dell´euro: come i nostri pii desideri politici ci hanno condotto alla crisi;  “Deutschland schafft  sich ab” – La Germania si fa fuori da sola), ex membro del Direttorio della Bundesbank, dimostra quanto vasto sia quel pubblico interpartitico disposto a bersi questa fandonia.  “La Germania si fa fuori da sola” ha venduto piu´di 2 milioni di copie ed é stato il libro politico piú venduto in Germania negli ultimi 10 anni. In questo libro l´autore sosteneva che l´immigrazione islamica (turca in particolare) sta sfasciando la Germania con la criminalitá, il rifiuto di integrarsi e il basso quoziente intellettivo. Queste tesi vetero razziste e neo-nazionalsocialiste, secondo sondaggi, sono sostenute da piú della metá dei tedeschi. Ne consegue che l´arroganza del tardo capitalismo tedesco ben interpretato dalla ragazzotta venuta dall´est (la cancelliera Merkel)  affonda le sue radici nel ventre molle della maggioranza silenziosa di questo paese che sotto sotto vorrebbe ritornare al marco.

È noto da tempo, l´euro fu la condizione che Francois Mitterrand pose per acconsentire alla riunificazione della Germania. Una Germania unita e sciolta, nel cuore d´Europa, era troppo pericolosa per il presidente francese. L´euro fu pensato come un vincolo che ancorasse la Germania al resto d´Europa: una camicia di forza. Sarrazin scrive esplicitamente che la Germania si é lasciata trascinare  nell´euro e nell´unitá europea a causa del senso di colpa per la seconda guerra mondiale. Ad uno sguardo ravvicinato, questa tesi pare sostenere che l´euro é un´avventura destinata al fallimento: priva di razionalitá economica, la moneta unica non é sostenuta da nessuna volontá politica, soprattutto da parte della maggiore potenza economica che dovrebbe sostenerla.

Ma adesso qual é la via d´uscita ? Germania e suoi vassalli (Olanda, Austria & Finlandia) fuori dall´euro?

L´economia tedesca é strapotente rispetto a quelle delle altre nazioni per poter sperare di comporre l´eterogeneitá, mentre Francia, Italia, Spagna, Belgio, con gli altri piccoli paesi, avrebbero a questo punto il vantaggio di poter svalutare e fare riacquistare competivitá a paesi stremati e sfibrati. Non bisogna dimenticare che la Francia somiglia sempre piú alla rana che fa il bue, visto che la sua deindustrializzazione é pari a quella inglese e in ogni caso superiore a quella italiana.

L´euroscetticismo non é, quindi, solo figlio delle élites neoliberali, ma anche delle classi politiche che hanno governato negli ultimi 20 anni i paesi dell´Unione Europea. Èlites neoliberali e classi politiche hanno portato alla crisi economico-finanziaria. Da due decenni i temi riguardanti l´integrazione politica e culturale dei popoli dell´Unione hanno avuto importanza decrescente nel dibattito politico. Il dibattito, quando c´é stato, verteva  per lo piú su temi giuridici ed é stato appannaggio soltanto degli addetti ai lavori d´alto rango. I popoli d´Europa non sono stati coinvolti. La conseguenza é stato un raffreddamento dell´interesse dei cittadini nei confronti delle istituzioni europee, ritenute dalla maggioranza, lontane dai loro interessi.  Alle elezioni europee del 1989 l´Italia abbinó un referendum consultivo sul mandato costituente  al Parlamento  europeo. L´88%  degli italiani lo approvó. Gli italiani, allora, erano i piú euroentusiasti d´Europa. La colpa é da addebitare ai partiti, che hanno fatto la politica degli struzzi. I vari candidati per evitare cattive performances  politiche e rischiare di non essere eletti, hanno sistematicamente evitato di dibattere con i loro elettori quei temi che oggi stanno sconquassando l´Unione dalle fondamenta.

Bisogna recuperare il tempo perso. I partiti politici e i sindacati devono tirare fuori la testa dalla sabbia e avere il coraggio di riprendere il dibattito, coinvolgendo i cittadini in ogni paese dell´Unione.  I  partiti devono cercare di vincere le elezioni affrontando i temi europei d´interesse comune. Dal dibattito dovrebbe emergere che l´unitá monetaria é collegata a quella economica e che chi non vuole l´una deve dimenticare anche l´altra. A tutti deve essere chiaro che senza l´euro non esiste nemmeno la  comunitá economica europea. I politici euroscettici ed i loro partiti devono essere democraticamente battuti nelle elezioni che avranno prossimamente luogo.

I cittadini europei devono prendere coscienza che senza solidarietá e fiducia reciproca i loro paesi non faranno nessun passo in avanti, in direzione Stati Uniti d´Europa.

Il grande intellettuale tedesco Jürgen Habermas su questo tema ha, tra l´altro, affermato: …In tutta l´Europa i partiti socialdemocratici si trovano  spalle al muro. Non si capisce perché non decidono di uscire dalle loro gabbie statalnazionali e cerchino di aprire nuovi spazi politici di manovra per i loro elettorati.

E l´ex cancelliere Helmut Schmidt: … Negli ultimi 4 secoli il tentativo di una potenza europea di “guidare” (dominare!) l´Europa é fallito. La supponenza, l´arroganza e il decisionismo unilaterale di una nazione sulle altre é la strada che porta al sicuro fallimento. La Germania, oggi, non puó permettersi di fallire. Deve essere l´Europa a prendere la guida di un movimento internazionale di rifiuto dello strapotere dei mercati finanziari.

L´unica strada percorribile é quella dell´integrazione delle economie e delle culture. La solidarietá, la fiducia tra i popoli, sono valori attualissimi da rafforzare e far progredire. Un dibattito di massa dovrebbe far affermare un movimento sociale europeo capace di far emergere nuovi soggetti politici che valorizzando multicultura, solidarietá e fiducia facciano affermare gli interessi comuni di tutti i cittadini europei. Questo é il salto di qualitá di cui l´Unione Europea ha bisogno.

(Vittorio Stano – Hannover, Bassa Sassonia, dicembre 2012)

(…continua)


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2 risposte a “Più Europa! Il secolo biotech e la crisi economico-finanziaria (1° parte)”

  1. Avatar Più Europa! Il secolo biotech e la crisi economico-finanziaria (2° parte) « cambiailmondo

    […] Più Europa! Il secolo biotech e la crisi economico-finanziaria (1° parte) […]

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