unidadLe imminenti elezioni politiche italiane rappresentano una grande opportunità per il paese ma anche un grave rischio. L’opportunità  è quella di correggere e superare un corso economico e politico disastroso durato vent’anni ed egemonizzato dalla destra e dai suoi valori. La linea neoliberista ha portato alla crisi e oggi non può pretendere di risolverla. La distribuzione della ricchezza prodotta dall’ ingegno e dal lavoro  dei più è diventata ancora più squilibrata e ingiusta. L’affermazione dei valori del guadagno individuale, ottenuto a scapito del valore della giustizia e della libertà solidale, ha generato un corrompimento dei comportamenti che ha coinvolto settori determinanti della finanza e degli affari e settori rilevanti della politica, ma non solo essi. La coscienza di questa realtà oggi si è fatta strada.

L’Italia può uscire dalle prossime elezioni con una correzione di rotta che può spingere l’Europa verso un diverso orientamento, oggi centrato sull’austerità a discapito dell’occupazione e dello sviluppo, senza riguardo per l’arretramento delle condizioni sociali e di vita.

Tuttavia vi è anche l’incombente pericolo che trovi nuova fortuna  la presa della destra, come dimostra il tentativo di ritorno berlusconiano, che ha messo in allarme anche il moderatismo conservatore europeo. Non può essere sottovalutato dalle forze progressiste e di sinistra, come è accaduto per lungo tempo, il rischio rappresentato dalla demagogia della destra, che è invece responsabile della grave recessione attuale. L’alternativa all’affermazione di Berlusconi che il paese sta male non sta nel negare la verità, ma nel denunciare il tentativo della destra di scaricare su altri le sue responsabilità per la grave situazione economica del paese e per il disagio e le sofferenze delle classi lavoratrici.

Il futuro Governo non potrà limitarsi a fare i “compiti a casa” dettati da altri, forse il limite più serio del Governo Monti, il quale – chiamato a rimediare alla disastrosa situazione creata dalla gestione berlusconiana – ha perseguito un’austerità senza equità e senza mettere al centro occupazione e sviluppo.

Non si può tornare all’economia del passato ma occorre mettere al centro l’ambiente, a partire dalla messa in sicurezza del territorio delle scuole, degli ospedali e ridare centralità al lavoro, occorre dire basta alla precarietà e chiudere con la stagione degli accordi separati anche approvando una legge su rappresentanza e rappresentatività che garantisca democrazia nei luoghi di lavoro.

L’alternativa alla demagogia populistica non è Monti, nè la continuità con la linea seguita dal suo Governo, ma una vittoria elettorale del centrosinistra in grado di coniugare rigore e sviluppo. Non è vero che di fronte al ricatto esercitato dai mercati finanziari si può solo gravare sul prezzo e sui diritti del lavoro estendendo disoccupazione e precariato per guadagnare produttività. Questa è la strada del degrado e della rovina economica. L’avvenire sta nella ricerca e nell’innovazione, nella valorizzazione dell’ingegno e dello studio, nella difesa e nella messa in valore  dell’inestimabile patrimonio di cultura e di natura che l’Italia possiede – oggi ignobilmente negletto e trascurato – nello sforzo solidale rispettoso dei diritti del lavoro.

La strada maestra per l’avvenire è quella tracciata dal programma della Costituzione repubblicana, apertamente minacciato e attaccato da destra e fin troppo disatteso o abbandonato.

Per questo è necessaria un’affermazione netta delle forze progressiste e di sinistra. Il centro sinistra ha utilmente affrontato la prova delle primarie, che hanno scelto il candidato alla Presidenza del Consiglio. Sottovalutare la partecipazione da esse generate sarebbe un errore, tanto più che la prova si estenderà alle primarie di collegio e di circoscrizione. Ad una tale partecipazione occorrerà unire impegni precisi per il rinnovamento umano e morale dei partiti, per la fine di ogni ingiustificato privilegio, per il controllo pubblico di ogni sovvenzione volta al funzionamento della vita democratica.

Al centro sinistra delle primarie spetta di allargare a tutte le forze di sinistra e di movimento, disponibili al coinvolgimento, l’unità intorno ad un programma comune, aprendo – se necessario – anche al riconoscimento del loro diritto di tribuna.

A tutte le forze di sinistra spetta, nel mantenimento della propria identità e autonomia, la disponibilità all’unità democratica contro il pericolo della destra in tutte le sue manifestazioni, in coerenza con l’esperienza migliore dei movimenti referendari del 2011. Sarebbe un suicidio per tutte le forze che si ritengono progressiste e di sinistra disperdere le energie davanti al rischio che si costituisca al Senato  una maggioranza diversa da quella della Camera o, peggio, che conservatori e destre vincano. Non è tempo di presumere di aver ragione da soli ma invece di contribuire al risultato migliore – nella situazione data – per le forze di progresso e per il Paese.

Noi firmatari di questo documento facciamo appello all’unità  di tutte le forze di sinistra e di progresso per resistere e per avanzare nel nome dei valori della Costituzione Repubblicana,  oggi più attuali che mai.

Piero Bevilacqua, Mauro Bulgarelli, Rossana Dettori, Piero Di Siena, Marco Doria, Alfiero Grandi, Paolo Leon, Bianca Pomeranzi, Massimo Scalia, Aldo Tortorella, Mario Tronti

20/12/2012


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Una replica a “Per la convergenza di tutti i progressisti”

  1. Avatar Ulrico Reali

    Commento questa frase “grande opportunità per il paese ma anche un grave rischio….”.

    Il rischio è enorme : rischio che gli Italiani non si accorghino che non si tratta di un probl. di dstr e di snstr, ma di un problema di incapacità sociale. Non perdersi d’animo : si puo’ imparare in U.E. !

    BALOCCARSI CON CENTRO, DESTRA E SINISTRA

    Quesiti italiani

    Può una società continuare a baloccarsi per decenni, confusa, irresponsabile, teorica, al gioco dei tre cantoni (destra, sinistra e centro), senza rendersi conto:

    • * di essere sull’orlo del burrone latino-americano?
    * di non avere più Regole ne Valori né un sistema giudiziario ordinato, rispettato e funzionante,
    • né una struttura dello stato affidabile e efficiente ?
    • * di non avere un Patto Sociale, che pure è la base primaria di tante società funzionanti della U.E.?
    • * che è illusorio aspettarsi di essere competitivi nel villaggio globale se la mentalità, cambiata, ha perso il realismo, la serietà, la capacità di lucida riflessione ?
    • * che una vita sociale costellata di emergenze ed anni di insuccessi è inevitabile in un contesto ove il merito e l’impegno sono stati sostituiti dalla lottizzazione, dalla sussistenza che padrini o poteri occulti cercano di organizzare per congreghe, cordate, clans e tribù ?
    • * che, nei casi di incompatibilità fra le cordate, i clans e il Paese, pochi sono quelli che tutelano la collettività (per l’irresponsabilità diffusa nel pubblico, per l’ inesistenza di interessi nazionali), mentre sono in moltissimi a tutelare gli interessi di clan ?

    Può una società dissennata, nel giocare a destra e sinistra, non capire che nel Paese fra i più corrotti di Europa è un suicidio non parlare di lotta alla corruzione ? Non vedere che la disinvoltura sugli sprechi sociali genera cali di competitività ? Puo’ sperare di essere competitiva in Europa, lavorando con le inefficienze italiane ? Ci si può aspettare che i meccanismi di funzionamento della società migliorino, se il criterio di selezione della classe dirigente pubblica usa la cooptazione per omertà e comparaggio ?

    La stampa recente

    I commenti di Repubblica, alle dichiarazioni di Monti: “Che a questi maestri si sia aggiunto un tecnocrate prestigioso come l’ex commissario europeo Mario Monti può essere interpretato in primo luogo come l’esito di una diagnosi infausta sull’Italia contemporanea. Il Paese non ce la fa. Lo schema politico bipolare nemmeno”.

    Io direi: “pensare che il Paese possa farcela, nelle attuali condizioni, è una fatua illusione, indipendentemente dal proporzionale o maggioritario, e dal partito al governo”.

    Ho osservato infatti la società italiana per più di dieci anni, durante i quali le sue evoluzioni negative sono state piuttosto rapide. All’inizio cercavo le differenze nei rapporti sociali fra Italiani ed europei; alla fine ho trovato una dozzina di cause delle inefficienze italiane, le quali sono in grande progressione: sprechi in aumento e bilancio nazionale – di conseguenza – divenuto un colabrodo. Quanti ministri dell’ economia bisognerà cambiare per arrendersi all’ evidenza: non ci sono gli strumenti in Italia per stare dentro il limite del 3 % e insieme soddisfare le esigenze dei cittadini con qualità europea ?

    Se il centro non funzionava, se il maggioritario non funziona, ci sono delle ragioni che nessuno dice: “tutte le evoluzioni negative di un Paese lasciato logorarsi, scassarsi, ruzzoloni, per mancanza di chiarezza mentale (nel sociale), di organizzazione, di impegno con enormi carenze nell’istruzione pubblica. E con tutte le assurdità elencate nel testo “Fiera delle fatue illusioni”. Il guasto sociale diffuso nel Paese è enorme e generatore del guasto politico. Si tratta di incapacità di gestione, causata da gaps sociali profondi e crescenti che si possono riconoscere soltanto nel confronto con l’Europa…. (v. testi: “La Barca va…” e “Divaricazione da Europa”).

    Baloccarsi tra destra, centro e sinistra

    Qual è l’interesse nel continuare a baloccarsi per anni sulle scelte fra proporzionale e maggioritario, fra destra, centro e sinistra, visto che la politica italiana va avanti con queste nuove abitudini :
    • qualsiasi coalizione che si propone di governare prepara un programma sommario che, poi, in gran parte disattenderà, dato che l’attività politica è improvvisata e legata più alle emergenze che alla fedeltà al programma. La coerenza non è certo il pane quotidiano della politica italiana, invece lo sono la demagogia, l’ipocrisia, l’irresponsabilità, l’ incapacità.
    • il tasso di successo e di realizzazione dei programmi pubblici nazionali promessi è divenuto, nel Paese della chiacchiera facile, piuttosto deludente. Non sorprendente in un Paese ove la vita sociale va avanti “alla giornata”.
    :
    Un approccio serio dovrebbe essere

    a) rendiamo il Paese gestibile, dopo un’analisi seria, ed inseriamo tutti quei bastoni e carote che sono necessari per avere successo, cioè torniamo alla normalità
    b) una volta europeizzata la società ed aver oliato i suoi meccanismi (anche quelli mentali), sarà allora realistico parlare di destra, di centro o di sinistra.

    La Situazione

    I politici discutono, inventano, litigano , litigano, ma …… non concludono. E come potrebbero concludere se li abbiamo selezionati con i criteri della cooptazione e del comparaggio ?
    I politici, nella loro caotica Commedia dell’Arte, possono solo anticipare o ritardare un po’ il terzo mondo. Nulla di costruttivo ci si può’ aspettare da loro, a parte la confusione o le leggi ad personam………. Solo pochi politici illuminati e imprenditori seri possono, forse, riparare i danni enormi di una società, che non ha né METODO né CAPACITA’ DI RIFLESSIONE E DI FUNZIONAMENTO CONCRETI.

    Il terzo mondo è in agguato, sta lì che aspetta. Normale, se non abbiamo metodi di discussione e costruzione sociale (v. allegato “Metodi e Risultati”). Normale, se non abbiamo le Regole. Sì, certo, tanti Italiani senza realismo dicono che le Regole ci sono. (v. il testo “Regole e Confusione”). Ciò è vero, sulla carta,… ma che regole sono quelle che disciplinano un sistema dove la percentuale dei delitti impuniti è passata in pochi anni dal 70 % al 82 % ?

    DEPRESSIONE ITALIANA

    La depressione della società italiana esisteva in fieri ben prima del ’95. Gli Italiani non potevano accorgersene, visto che la mentalità italiana attuale (accettare tutto, adattarsi, non capire, non fare riflessioni lucide) non permette né di ideare strategie né di “disegnare il proprio futuro”. La prova: la società italiana vive alla giornata da almeno un lustro. Mentre nel resto della U.E. molti fanno programmi e strategie ….nella società italiana quello che era attivismo costruttivo degli anni ‘ 60 si è ora mutato in incapacità sociale. Che continuerà a produrre danni, se non ci svegliamo. Le energie, quelle ci sono sempre, solo che hanno cambiato obiettivo: l’obiettivo attuale è la CONFUSIONE !

    LA BABELE E’ SCONTATA IN UN PAESE SENZA REGOLE, SENZA VALORI, SENZA SERIETA’, SENZA METODI DI COSTRUZIONE SOCIALE CHE FUNZIONINO.

    A futura memoria: se non iniziamo subito una riflessione urgente, dopo la testimonianza di emigrati come me, sugli enormi gaps fra una società latino-americana e la U.E., l’Italia rischia di passare il punto di non ritorno, verso la china del sottosviluppo.

    L’URGENZA
    1. In una situazione cosi rovinosa, l’unica cosa lungimirante è la presa di coscienza della situazione. Occorre farla subito, cosi: confrontarsi con l’Europa, trovare – dati alla mano – tutto quello che non sappiamo fare in Italia (v. il testo. “La Barca va..”).
    Per definire una lista realistica di molti nostri insuccessi, sono pronto a fare una presentazione (a Monti, a Prodi, ad un giornale) delle CAUSE delle inefficienze italiane che non permettono alcuna ripresa della Società e dell’economia se non cambiamo tutte le ruote scassate !

    2. Una volta conclusa l’analisi a paragone con l’Europa, conseguenza necessaria sarà un tavolo di discussione. Se il tavolo è bene organizzato, se esclude i politici ed include esperti sociali, potremo giungere a conclusioni realistiche, per esempio:

    a) misure urgenti, fra cui una buona pedagogia, per rendere un Paese di anarchici capace di costruzione sociale;
    b) alleanze da cercare fuori della politica, per europeizzare il Paese;
    c) preparazione di un messaggio al Paese, necessario per rispondere agli attacchi che probabilmente faranno alcuni politici quando verrà fuori il tessuto logoro della società italiana e quando si capiranno due cose. Quali sono gli strumenti: i) generatori di degrado, di cui il Bel Paese abbonda e ii) quelli necessari per gestire seriamente un Paese, inesistenti.

    3. Non si può prevedere quali saranno le conclusioni della discussione. Ma mi aspetto che, se la discussione avrà come obiettivo quello di definire le condizioni per rendere il Paese governabile e l’economia competitiva (ci vuole qualche anno di lavoro serio), probabilmente una conclusione potrà essere: il Bel Paese non ha altre alternative oltre le seguenti:

    – organizzare, dopo un’analisi sociologica sulle cause del degrado; un appello al Paese che dica: “Eliminiamo le cause del degrado. Scegliamo di diventare seri, come il resto della U.E.” Definire il programma di europeizzazione della società.
    – oppure accettare il sottosviluppo, ma essendo coscienti a cosa si va incontro: la strada per il sottosviluppo sarà percorsa rapidamente, con incoscienza e confusione, cioè col solito sistema.

    Ulrico Reali
    ulrich33@orange.fr

    I testi menzionati sono su:

    http://www.corrierecaraibi.com Rubrica Speciale, a snstr, in rosa

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