di Tonino D’Orazio
La Sicilia anticipa l’ondata. Quasi il 70% della popolazione dice no alla continuità, in un modo o in un altro. Possiamo disquisire se il voto andato al Movimento 5 Stelle sia un po’ di sinistra o un po’ di destra. Resta un fatto: la radicalità critica dell’elettorato. Sicuramente più delusa dalla destra che dalla sinistra. Ma, appunto, è un giudizio in negativo, non in positivo. 

Certamente per l’elettore di sinistra resta il dilemma: votare in qualche modo quelli che hanno condotto il paese e il popolo italiano all’oggi (turandosi il naso come ormai fa da 30 anni), spostandosi sempre più a destra, oppure non andare a votare. Oppure votare il M5S di Grillo. La sua radicalità. O meglio, perché nessuno sa dove andiamo a finire, una semplice ipotesi di alternativa.

La sinistra ha scherzato troppo con le divisioni. Ormai l’Italia è un paese ufficialmente senza socialisti né socialdemocratici. E da come si presentano le cose, senza una sinistra minima. E’ un paese tutto ex. Basta un mero accenno di populismo per riportare una parte della popolazione al voto. Il rottamatore Renzi compreso, un personaggio usato ad hoc affinché tutto cambi e nulla, possibilmente. Una pedina del falso gioco del rinnovamento e del già udito concetto “se vinco, cambio l’Italia”. E con chi, e come ? Insomma uno specchietto per le allodole, che intanto è servito ad abbassare le chances della “novità” Vendola. Se vince le primarie spacca il PD e se perde ? Scarso l’interesse per quel 70% di non votanti.

Se vince accelera finalmente il passaggio del PD nel centro-destra oggettivo. Ci andranno tutti i suoi dirigenti? Se perde, comunque si porterà il suo gruppo al governo con il centro-destra, con il sostegno di Napolitano, il presidente più grigio della storia d’Italia, fortunatamente in scadenza anche lui nel 2013.  L’unica paura del Presidente, che non si astiene di ribadire ogni giorno, è che qualcuno possa cambiare, dopo la sua dipartita e quella dell’amico Monti, la ferrea gabbia anti-lavoratori e anti-Costituzione costruita a suon di decreti, piegando l’Italia non alla democrazia europea (perduta con l’accettazione del libero mercato e della guerra economica tra paesi dell’Unione con lo sciagurato Trattato di Lisbona), ma alle destre oggettive e alle voraci banche.

Anzi, con la legge di stabilità, lo stesso Parlamento italiano e i partiti politici ivi presenti non servono più a nulla, poiché il bilancio dello stato, quello che potrebbe ridistribuire ricchezza e diritti di cittadinanza, sarà gestito dalla BCE o da qualche commissario europeo di tutela nominato ad hoc, ovviamente non eletto.

Ma forse il quadro politico dopo le elezioni siciliane si schiarisce e qualche nebbia si dilegua. Almeno un po’. I partiti attuali, tutti al sostegno del massacro sociale di Monti, non rappresentano nessuna alternativa e nessuna proposta di reale cambiamento. Anche se la stupidaggine di credere che Monti e Napolitano abbiano salvato l’Italia assieme a loro si riproporrà ogni trimestre, quando bisognerà ricominciare a raschiare i residui, finali risparmi dei poveri e classe media per pagare gli interessi dei titoli di stato e regalare soldi pubblici ad imprese e banche, la cosa sarà finalmente evidente.

Altro che sviluppo e occupazione! Forse i siciliani, con il loro secolare e istintivo acume, l’hanno già capito. “Con questi”, avranno pensato, “non c’è alternativa possibile”.

In un quadro di tensioni e di ingiustizie sociali così evidenti qualcuno si stupisce ancora del risultato del M5S. Bisognerebbe stupirsi che non abbiano ottenuto di più, soprattutto pensando alle forze malavitose che manipolano i voti in Sicilia (e non solo) da più di 60 anni. Forse questa volta, queste forze, si sentono orfane di qualche accordo politico e segreto o non ancora perfezionato. Ma con il pasticcio siciliano per la governance della regione, al di là dei proclami del buon Crocetta, si riprenderanno presto tra inciuci vari, la loro arma segreta.

Non ha funzionato “l’appello alla responsabilità e alla maturità politica”. E’ un appello che non promette nulla di buono, nemmeno per chi lo riproporrà alle prossime elezioni. Soprattutto con un M5S in ascesa veloce, regioni politicamente “marce” (per brogli e furti) pronte al voto amministrativo, il mugugno degli accorpamenti delle province (spesso storicamente “nemiche”) e le elezioni politiche all’orizzonte. E notate, nessuno parla di lavoro, se non in qualche accenno pre-elettorale, come nelle precedenti tornate, salvo poi dimenticarlo; eppure è il problema centrale, sine qua non, si potrebbe dire, che interessa tutti i cittadini, giovani o adulti. Invece tutti perseverano in chiacchiere autoreferenziali. In canti e vittorie di Pirro. A nascondere quanti voti reali hanno perso in pochi anni. A non citare le schede bianche o annullate, altra percentuale significativa.

Anche a nascondere che il M5S è il primo partito, per il momento in Sicilia, poi, si vedrà.

Si dice che il PD deve ricominciare, perché gli compete, a costruire in Italia un area di sinistra come in tutti i paesi europei “normali” ? Si giustifica questo obiettivo anche come argine al dilagare delle destre, come avviene in diversi paesi d’Europa. In Italia non dilagano, per la verità stanno già al governo da 17 anni, basta vedere com’è ridotto il rispetto della Costituzione e gli interessi delle classi lavoratrici; forse è per questo che Storace & C. non “sfondano” elettoralmente come i loro camerati affini stanno facendo in tutti i paesi europei.

Come si fa a perseverare, come fa da il PD (e antecedenti) da più di dieci anni, a non guardare alla prateria elettorale disponibile alla sua sinistra che si sta logorando da elezione ad elezione? Non esiste solo il trend dello spaventapasseri artificiale, il famoso spread. E’ possibile che il maggior partito possa accontentarsi del 10% di quel 30% (significa realmente il 3% di tutta la platea elettorale!) di elettori che hanno espresso un voto?

Può lasciare così facilmente una politica alternativa ad altri e decretare un suo definitivo declino elettorale e ideale? Spero di sbagliare, ma l’aria che tira non è salubre.


Scopri di più da cambiailmondo

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

2 risposte a “La perseveranza del PD”

  1. Avatar titus
    titus

    Sarebbe molto più utile sapere a quanto ammontano i voti anti-liberisti o più o meno anti-liberisti. Mi dice assai poco se sono su per giù di “sinistra” o simili? Quale sinistra? Quella che qualora arrivasse al governo continuerebbe ad eseguire le direttive del BCE o a riverire le lobby finanziarie globaliste? Per intenderci, le forze che si occultano dietro “i mercati”.

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

VOCI DAL MONDO CHE CAMBIA

Seguiamo i cambiamenti da punti diversi del mondo. Ci accomuna il rifiuto di paradigmi ideologici e unilaterali. Un mondo multipolare implica pari dignità dei luoghi da cui lo si legge. Magari ci si avvicina alla realtà…
Sostienici !




Altre news

da EMIGRAZIONE NOTIZIE


da RADIO MIR



da L’ANTIDIPLOMATICO


    1.381.544 visite

    META

    Scopri di più da cambiailmondo

    Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

    Continua a leggere