Internazionalizzato il contenzioso con Londra – Caporetto diplomatica del Foreign Office
di Tito Pulsinelli (Caracas) – Riuniti con urgenza a Gayaquil (Ecuador), i ministri degli esteri dei 12 Paesi del blocco sudamericano UNASUR (Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Guyana, Ecuador, Uruguay, Paraguay, Perú, Surinam y Venezuela) si sono schierati a fianco dell’Ecuador, oggetto d’una “minaccia di attacco alla missione diplomatica” di Londra. Hanno ribadito il diritto sovrano degli Stati a concedere asilo. La diplomazia sudamericana è compatta contro la tracotante uscita di William Hague, che in poche ore si è dtrasformata in un boomerang.
L’Ecuador ha internazionalizzato l’inquietante vicenda, che a giorni approderà anche all’organismo emisferico dell’Organizzazione degli Stati Americani. Una Caporetto diplomatica per il Foreign Office che ha messo in evidenza un’accelerato declino dell’egemonismo british. Dalle antiche invasioni seriali di nazioni e territori, alla tentata invasione di ambasciata. E’ un segno dei tempi.
Julian Assange è comparso al balcone dell’ambasciata, si è rivolto urbi et orbidirettamente ad Obama, invitandolo a mettere fine alla “caccia alle streghe”. Poi “Grazie all’America Latina per aver difeso il diritto di asilo e grazie al popolo Usa, britannico, australiano e svedese per avermi appoggiato anche se i loro governi non lo hanno fatto”. Se è scontato l’allineamento automatico australiano e canadese, poichè la loro politica estera è prerogativa dell’ex colonia, sorprende l’ermetismo delle altre capitali d’Europa. Non è Commonwealth, semplice vassallaggio.
Il mutismo complice della UE e della suddita miss Ashton, le acrobatiche piroette dei media e dei giornalisti a cottimo -tipo Pussy Riot-ta- non riescono ad oscurare una solare evidenza. I vituperati Paesi sovranistisudamericani sono un porto d’approdo per chi sta nella lista nera degli atlantisti. Oggi, con il globalismo in pieno riflusso, come ieri per i perseguitati dal fascismo di Franco e d’altri. Altro segno dei tempi.
Assai strani questi globalisti embededd: ieri firmarono appelli per la libertà di Roman Polansky accusato di stuprare una minorenne, oggi tendono ponti affinchè Assange sia deportato negli USA. Perchè? Un giudice svedese l’accusa di due rapporti sessuali, con due maggiorenni consenzienti. Nel primo caso si ruppe il preservativo, nell’altro non ne fecero uso. Post festum, le damigelle che ospitavano l’australiano nella loro dimora, espressero rimostranze legali a scoppio ritardato. Stupro, osa scrivere nel suo italiano maccheronico il belante Pussy Riot-ta. Sarà, ma è stupro… luterano. Davvero pochino come pretesto giuridico per una terapia rieducativa nella clinica di Guantanamo. Ma la cara vecchia violenza carnale funziona sempre quando si deve tacitare un dissidente. Dominique Strauss Kant ne sa qualcosa.
A cospetto di tanta viltà morale, che è un insulto all’intelligenza degli spiriti semplici, brilla per chiarezza il commento del ministro venezuelano Maduro all’ultimatum della cancelleria british. “Un’aggressione all’integrita’ territoriale dell’Ecuador a Londra scatenerebbe gravi conseguenze in tutto il mondo”
UNASUR-Comunicado de Guayaquil














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