«Le idee della classe dominante sono in ogni epoca le idee dominanti; cioè, la classe che è la potenza materiale dominante è in pari tempo la sua potenza spirituale dominante. La classe che dispone dei mezzi della produzione materiale dispone con ciò, in pari tempo, dei mezzi della produzione intellettuale, cosicché ad essa in complesso sono assoggettate le idee di coloro ai quali mancano i mezzi della produzione intellettuale. Le idee dominanti non sono altro che l’espressione ideale dei rapporti materiali dominanti, sono l’espressione dei rapporti che appunto fanno di una classe la classe dominante, e dunque sono le idee del suo dominio».
Karl Marx, Friedrich Engels, L’ideologia tedesca.
“La più efficace delle politiche imperialistiche non consiste nella conquista di territori o nel controllo di rotte economiche, ma nella conquista e nel controllo della mente degli uomini” a dichiararlo non è un filosofo hippie dopo aver visto l’ennesimo remake di matrix, ma nientepopodimeno che lui: Hans Morgnethau, il padre nobile della scuola Realista ed è proprio al controllo della mente che è dedicato questo importante libro bianco prodotto dal think tank ufficiale della più importante agenzia di stampa governativa cinese che la tocca pianissimo.
La “conquista della mente”, sottolinea giustamente il rapporto, è “sempre stata l’aspirazione dei governanti imperiali”.
In epoche diverse, “le potenze coloniali hanno sempre tentato di esportare il loro pensiero e di sradicare le culture indigene per porre le basi ideologiche per un dominio prolungato”. Ma, “vincolati dalle condizioni storiche, tali tentativi di colonizzazione della mente avvenivano solo in uno spazio e per una durata limitati”.
Dopo la seconda guerra mondiale, grazie ai “rapidi progressi nelle telecomunicazioni moderne”, alla “proliferazione dei media professionali”, e alla “tendenza alla globalizzazione dei flussi di capitale e tecnologia”, si sono create “condizioni senza precedenti per la diffusione di informazione e conoscenza a livello globale”, e “gli Stati Uniti hanno realizzato molto di più di qualsiasi ex impero coloniale abbia mai fatto nel tentativo di colonizzare la mente”.
Ma la Cina non ha intenzione di restare a guardare, e lancia la sua sfida “le ruote del tempo stanno andando avanti in modo irreversibile”, scrivono, e “quando le catene della colonizzazione della mente saranno completamente infrante, una nuova forma di civiltà globale caratterizzata da una coesistenza pluralistica emergerà dal bozzolo, e una comunità umana dal futuro condiviso potrà finalmente brillare in tutto il suo splendore”.














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