Gli Iskander modificati stanno devastando l’Ucraina | Maurizio Boni

Giacomo Gabellini intervista il generale Maurizio Boni (dal canale ilcontesto.net)

Mentre le forze armate ucraine continuano a colpire raffinerie e siti di stoccaggio di idrocarburi situati in profondità nel territorio russo avvalendosi di assistenza statunitense in materia di intelligence, l’esercito russo intensifica gli attacchi aerei e missilistici contro infrastrutture critiche ucraine, con conseguenti blackout e disagi di vario genere. L’impressione è che i russi stiano aumentando pesantemente la pressione sulle controparti ucraine, che continuano a reclamare i missili Tomahawk la cui consegna non è stata ancora decisa dal presidente Trump. Quest’ultimo ha preso pubblicamente atto che la fornitura di quel tipo di vettori comporterebbe una seria escalation, come avvertito dal presidente Putin, dal portavoce Peskov, dal viceministro degli Esteri Ryabkov e dal Capo di Stato Maggiore Gerasimov. Parallelamente, va diffondendosi il timore che il consolidamento dei dispositivi militari statunitensi nei Caraibi, il conferimento del Premio Nobel per la Pace a Maria Corina Machado e l’interruzione delle trattative tra l’inviato speciale Grenell e il governo di Caracas possa preludere a una qualche operazione offensiva contro il Venezuela. Ne parliamo assieme a Maurizio Boni, generale di corpo d’armata, giornalista, saggista e collaboratore della rivista «Analisi Difesa». Ha ricoperto numerosi incarichi, tra cui vicecomandante dell’Allied Rapid Reaction Corps di Innsworth, capo di stato maggiore del Nato Rapid Reaction Corps Italy di Solbiate Olona, capo reparto pianificazione e politica militare dell’Allied Joint Force Command Lisbon a Oeiras e vicecapo reparto operazioni del Comando Operativo di Vertice Interforze a Roma.


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