Accordo di Sharm el-Sheikh: Hamas ha agito in maniera strategica | Jacques Baud

Un’intervista molto interessante di Giacomo Gabellini all’ex colonnello dell’intelligence svizzera Jaques Baud sugli eventi in corso in medio oriente, con connessioni agli altri contesti di guerra.

In quell’“emisfero occidentale” a cui la bozza della National Defense Strategy assegna la priorità rispetto a tutti gli altri teatri , si registra l’interruzione dei colloqui diplomatici tra personale statunitense guidato dall’inviato speciale Richard Grenell e funzionari del presidente Maduro, oltre all’irrobustimento del dispositivo militare schierato dagli Stati Uniti nei Caraibi. Un dispiegamento di mezzi statunitensi parimenti imponente si va registrando in Medio Oriente in palese funzione intimidatoria nei confronti dell’Iran, verso cui continuano ad atterrare aerei cargo russi dal carico sconosciuto. A Sharm el-Sheikh, invece, rappresentanti di Israele e Hamas hanno firmato l’atteso accordo per la cessazione delle ostilità nella Striscia di Gaza, il ritiro parziale delle truppe israeliane, la liberazione degli ostaggi israeliani e di quasi 2.000 detenuti palestinesi. Ne parliamo assieme a Jacques Baud, saggista ed ex colonnello dell’intelligence svizzera specializzato in questioni russe ed europee, con impieghi presso la Nato e le Nazioni Unite.

Nei giorni scorsi, mentre centinaia di generali e ammiragli statunitensi si recavano a Quantico dietro convocazione del segretario alla Guerra Hegseth, il «Wall Street Journal» riportava che, stando alle confidenze rese da fonti interne al governo di Washington confermate anche da «Reuters», «gli Stati Uniti forniranno all’Ucraina informazioni di intelligence per attacchi missilistici a lungo raggio sulle infrastrutture energetiche russe». Il tutto mentre il presidente Trump dichiara di aver preso una decisione riguardo alla fornitura a Kiev dei missili di precisione a lungo raggio Tomahawk, ma di voler conoscere i piani ucraini prima di autorizzarne il trasferimento. Vanno inoltre intensificandosi gli attacchi aerei e missilistici russi, che evidenziano un calo della capacità di opporre resistenza da parte dell’Ucraina. Le cui forze armate, in compenso, colpiscono raffinerie e centri di stoccaggio di idrocarburi in territorio russo, avvalorando le rivelazioni formulate da Seymour Hersh secondo cui l’amministrazione Trump reputerebbe la Russia vulnerabile in un’ottica di medio-lungo periodo se venissero prese di mira con sistematicità proprio le sue infrastrutture energetiche. Ne parliamo assieme a Jacques Baud, saggista ed ex colonnello dell’intelligence svizzera specializzato in questioni russe ed europee, con impieghi presso la Nato e le Nazioni Unite.


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