
di Sandro De Toni
Anche in Germania l’appuntamento delle elezioni europee del prossimo 9 giugno manda in fibrillazione il mondo politico ed in particolare la sinistra. Due donne, Sahra Wagenknecht, 54 anni, e Carola Rackete, 36 anni, rappresentano le due opzioni presenti a sinistra della SPD. Va precisato che i partiti tedeschi per essere rappresentati nel Parlamento europeo non devono superare nessuna soglia. Gli ultimi sondaggi assegnano un confortevole 5-7% all’Alleanza Sahra Wagenknecht – Ragione e giustizia (BSW), con un bacino più ampio di possibili elettori pari al 20% (il 31% nei Lander dell’Est), mentre Die Linke per cui è candidata indipendente la “capitana” Rackete, viene data al 3%. Primeggia la CDU/CSU con il 32% mentre sono in declino sia i verdi (13%) che i socialdemocratici (16%); in calo (relativo) anche l’estrema destra di Alternative für Deutschland (AfD) data al 15%.
Sahra la rossa
Wagenknecht, una figura carismatica e mediatica, dopo una lunga battaglia interna iniziata nel maggio 2018 con il lancio insieme al marito Oskar Lafontaine del movimento Aufstehen! (In piedi!), ha rotto gli indugi e nel gennaio scorso ha abbandonato Die Linke insieme ad altri nove deputati. Da tempo Sahra ed i suoi sostenitori conducono una lotta interna al partito di cui denunciano la deriva liberale (woke) e cosmopolita verso quella che chiamano “la sinistra alla moda”, che non pone più al centro della sua politica i problemi sociali ed economici, bensì domande riguardanti lo stile di vita, le abitudini di consumo e i giudizi morali di comportamento. La sua forma più pura, sostiene Wagenknecht, si esprime nei partiti verdi, ma è diventata una corrente dominante anche in quelli socialdemocratici, socialisti e di sinistra un po’ in tutti i paesi; da tempo i partiti tradizionali stanno perdendo la fiducia delle persone comuni.
Wagenknecht ha pubblicato le sue principali tesi nel 2021 nel suo libro Contro la sinistra neoliberale (titolo originale in tedesco: Gli ipocriti). Wagenknecht denuncia che la competenza su fondamentali materie economiche sia stata progressivamente sottratta alla volontà determinata democraticamente dai Parlamenti e trasferita ad istituzioni tecnocratiche nazionali e sovranazionali, che gli orientamenti economico-sociali dei partiti sono diventati simili tra loro e al limite indistinguibili e si è sovraccaricato l’asse valoriale facendovi giocare per intero la competizione politica, e che il compito della sinistra deve essere quello di ri-politicizzare l’asse socio-economico. Sahra Wagenknecht, riassume Lucio Baccaro nel suo saggio “Una sinistra conservatrice?” pubblicato su “MicroMega”, accusa la sinistra di aver abbandonato il popolo scegliendo di rappresentare solo i ceti più scolarizzati e benestanti, ovvero una fascia di elettori che non ha particolare bisogno dello Stato e delle politiche pubbliche, mentre considera decisivi i temi identitari; l’obiettivo del BSW è rappresentare chi non ha più voce scommettendo che coloro che hanno lasciato la sinistra per l’astensione o il voto per la destra populista lo abbiano fatto a causa delle politiche economiche inadeguate degli ultimi trent’anni, non per incompatibilità valoriale, e che sia possibile riconquistarli attraverso un programma di sinistra economica che metta in discussione alcuni dei capisaldi del consenso politico economico corrente; per il BSW i trattati europei danno priorità alle libertà di movimento di merci, capitali e lavoro, subordinando i diritti sociali e permettendo alla Corte di Giustizia Europea di eroderli ulteriormente attraverso interpretazioni espansive delle libertà fondamentali.
Per correggere questa situazione, il BSW propone di inserire nei trattati una clausola che assicuri la preminenza dei diritti sociali rispetto alle libertà fondamentali, l’adozione di una regola aurea che scomputi gli investimenti pubblici dal calcolo del deficit, la riforma del regime europeo degli aiuti di stato al fine di rendere possibili le politiche industriali ed afferma che i costi della riconversione ecologica non debbano gravare sui meno abbienti; Wagenknecht ha recentemente attaccato la politica ambientale della coalizione SPD-Verdi-FDP come «eco-attivismo cieco e casuale che rende più costosa la vita delle persone senza fare nulla per il clima», ed ha ribadito il suo sostegno al movimento di protesta degli agricoltori contro l’abolizione delle esenzioni fiscali sul gasolio agricolo. Essendo contro l’invio di armi all’Ucraina e per il negoziato, Wagenknecht sostiene anche il cessate il fuoco a Gaza ed il riconoscimento dello Stato di Palestina.
O Sahra la rossobruna?
Molti hanno accusato gli aderenti a BSW di essere dei “rossobruni”, un’etichetta che Fabio De Masi, un deputato italo-tedesco del Bundesrat e testa di lista alle europee, giudica caricaturale in riferimento alla politica migratoria del nuovo partito. Secondo il deputato la questione migratoria non deve essere considerata una questione prevalentemente valoriale, di apertura o chiusura nei confronti del diverso; essa ha una determinante economica e sociale importante nei paesi in cui le politiche di bilancio sono restrittive: si crea una concorrenza per i beni scarsi (casa, sanità, scuola) che tocca i ceti meno muniti dal punto di vista economico e culturale. Il programma di BSW afferma che coloro che sono costretti ad abbandonare il proprio paese per motivi di persecuzione politica o religiosa hanno diritto illimitato all’asilo, che le pratiche per il diritto di asilo vadano espletate alle frontiere esterne della UE o in paesi terzi, in modo da rendere non necessari i viaggi nel Mediterraneo su imbarcazioni di fortuna e permettere di beneficiare del diritto di asilo anche a chi non ha i mezzi per pagarsi il transito.
La migrazione economica va invece limitata, in primis evitando di partecipare o fomentare guerre nei Paesi di provenienza; vanno aboliti anche i programmi volti ad attirare manodopera qualificata dai paesi in via di sviluppo, che provocano un “drenaggio dei cervelli” dai paesi d’origine, e il problema della scarsità di manodopera qualificata va affrontato attraverso l’aumento degli investimenti in formazione e dei salari.
Per capire meglio la questione posta dal programma di BSW va ricordato che la Germania tra il 2020 e il 2022 ha accolto diversi milioni di rifugiati prima dal Medio Oriente (in particolare siriani) ed in seguito dall’Ucraina. Wagenknecht ha criticato le politiche di Angela Merkel in materia di rifugiati, sostenendo che il suo governo non ha fornito i livelli di sostegno finanziario e infrastrutturale necessari per evitare una crescente pressione sulle autorità locali e sul mercato del lavoro, esacerbando così le tensioni nella società. Attualmente la Confindustria tedesca auspica una immigrazione qualificata di 400mila persone l’anno, mentre 5 milioni di tedeschi attivi sono disoccupati. Il padronato preferisce impiegare gli immigrati per ridurre i salari e la spesa pubblica per la formazione. I neonazisti dell’AfD auspicano invece un’epurazione etnica ed il rimpatrio anche dei tedeschi di seconda o terza generazione di origine straniera.
Comunque sia, al primo appuntamento elettorale in elezioni locali nella Turingia nella Germania orientale, BSW ha ottenuto buoni risultati dal 6 al 12 %, eleggendo persino un sindaco nella piccola città di Bleichrode (56,6%) in un territorio dove forte è la presa di AfD.
Riuscirà Carola a risollevare le sorti di Die Linke?
Die Linke è un partito nato nel giugno del 2007 dalla fusione tra gli eredi del partito comunista della Germania Est e la sinistra della socialdemocrazia della Germania Ovest. Dopo una prima fase di successi elettorali, dal 2010 subisce un forte calo elettorale mantenendo per un pelo la sua rappresentanza al Bundestag alle ultime elezioni legislative (2009: 12%; 2021: 4,9%). Die Linke lotta, dunque, per la sua sopravvivenza. Gli attuali co-segretari, Janine Winsler e Martin Schidewan, vogliono rivitalizzare il partito con reti sociali ed ecologiste, i contadini ed i sindacati. In questa tornata di elezioni per il parlamento europeo candidano come indipendente Carola Rackete nota per il suo impegno nel soccorso ai migranti al comando della Sea Watch 3 e per avere approdato con la forza a Lampedusa per fare sbarcare 53 immigrati.
Definita da Salvini una “zecca comunista” ed assolta dalla Cassazione nel febbraio 2022 dall’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, Rackete concentra i suoi interventi più che sulle questioni migratorie sui problemi ecologici, anche se per tutti è sempre “la capitana dei rifugiati”. “C’è un lavoro enorme da fare – afferma – per riorientare il sistema dei sussidi verso un’agricoltura biologica che tenga conto dei piccoli contadini” ed auspica che Die Linke si differenzi in maniera più netta dal suo passato sotto il regime comunista della Germania Est. Nell’est del paese l’elettorato è più xenofobo e particolarmente diffidente nei confronti del discorso sui cambiamenti climatici, e dunque da quelle parti non è facile “vendere”, la candidatura di Carola Rackete, una candidatura che ha suscitato dubbi anche all’interno del partito.
Due sinistre e due donne, ma tutte e due critiche verso una terza donna, la Ministra degli esteri, la verde Annalisa Baerbock che plaude alla distruzione del gasdotto Nord Stream 2 e chiede un più forte impegno comune europeo per fornire armi all’Ucraina e riarmare il continente. La sinistra Woke non si smentisce.














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