Primo Maggio: proletari venezuelani, unitevi!

In occasione della Giornata Internazionale dei Lavoratori, alla “Conferenza 1º Maggio, proletari del Venezuela uniti” a Caracas, Alí Ramón Rojas Olaya ci accompagna in un viaggio nella storia, a partire dai martiri di Chicago, ricordando la visione proletaria di Simón Rodríguez e l’attualità del suo pensiero. Ci rivela anche come il sindacalista giallo Serafino Romualdi (istruito dagli USA) si sia infiltrato per distruggere la coscienza di classe dei sindacati e, infine, affronta la questione del tradimento di Rómulo Betancourt nei confronti dei lavoratori, ricordando come si debba essere sempre vigili e lottare per i nostri diritti.

di Alí Ramón Rojas Olaya (*)

Il Primo Maggio del 1886, quando Alessandro III era Zar dell’Impero Russo, Re di Polonia e Granduca di Finlandia (lo stato cosacco ucraino dell’Hetmanato era una provincia dell’Impero Russo), Antonio Guzmán Blanco governava il Venezuela e Grover Cleveland era il Presidente degli Stati Uniti, gli operai di Chicago iniziarono a protestare in Piazza Haymarket a sostegno degli scioperanti che chiedevano la giornata lavorativa di 8 ore.

In risposta, gli operai Samuel Fielden (inglese, 39 anni, operaio tessile) e Michael Schwab (tedesco, 33 anni, tipografo) furono condannati all’ergastolo, Oscar Neebe (americano, 36 anni, commesso) fu condannato a 15 anni di lavori forzati, George Engel (tedesco, 50 anni, tipografo), Adolph Fischer (tedesco, 30 anni, giornalista), Albert Parsons (americano, 39 anni, giornalista), August Vincent Theodore Spies (tedesco, 31 anni, giornalista) e Louis Lingg (tedesco, 22 anni, falegname) furono condannati all’impiccagione. Il giovane Lingg si suicidò nella sua cella.

La miseria dell’operaio

Nel periodo in cui Simón Rodríguez scrisse la sua opera, il capitalismo dei grandi monopoli era un corpus che stava appena emergendo, assetato di “un’inestinguibile sete di ricchezza”, come definì il capitalismo nel 1848 in Società americane del 1828. Tuttavia, nel dopoguerra fece una radiografia geopolitica e culturale da cui trasse linee visionarie in relazione allo sfruttamento dell’uomo da parte dell’uomo, alla divisione sociale del lavoro e soprattutto al passaggio dalla libera impresa e dalla concorrenza alla concentrazione del capitale e alla monopolizzazione delle forze produttive.

Nelle Osservazioni sul campo di Vincocaya (1830) afferma che “Gli imprenditori, semplicemente i capitalisti, sono una manifesta rovina dell’industria, sotto la veste della protezione. Nessuno ha il diritto di guadagnare se non impiegando il proprio lavoro o rischiando il proprio capitale. Gestire un’impresa, contando sul lavoro altrui, senza compromettere i propri interessi, è la speculazione più semplice, per quanto riguarda il calcolo, e di solito la più facile, perché conta sulla miseria del lavoratore”.

Materialismo storico

Nel libro “Partiti” (1840) spiega: “Simile alla società monarchica è quella che formano gli operai, con i loro padroni i fabbricanti. Per il buon nome della fabbrica, l’operaio è ridotto alla condizione di strumento: tutta la vita a cantare, tutta la vita a tessere!”.

Rodriguez concepì il suo lavoro con un metodo che in seguito sarebbe stato chiamato materialismo storico. Attraverso questo metodo, il politico nato a Caracas rivendicava l’importanza dell’economia nella dinamica sociale e, all’interno di questa, le relazioni dialettiche tra le forze produttive e i rapporti di produzione (materialismo dialettico). Degli 88 anni che Rodríguez visse, 30 li trascorse nel XVII secolo e 54 nel XVIII. Nacque in una città di proprietà del Regno di Spagna, conobbe la società schiavista e la Rivoluzione industriale con la quale si affermò in tutto il mondo lo Stato liberale borghese e con esso il vertiginoso sviluppo delle forze produttive. La sua realtà come entità individuale e sociale (non dimentichiamo che era un trovatello e un nemico della Spagna per aver fatto parte della cospirazione di Gual, España e Picornell) è evidente in questa analisi che sviluppa in Luces y virtudes sociales (1840): “ai nostri giorni non è permesso sostenere l’ignoranza: mantenere, a tempo debito, coloro che ne sono ben provvisti – abbassare l’importanza di coloro che vivono dell’onorevole industria della compravendita di miserabili…. coloro che non si vergognano di tenere prigionieri per il loro sostentamento, e si riempiono la bocca parlando della loro SCHIAVITÙ…. continuare a farlo; ma confinati entro i limiti della loro convenienza. Non offendete la sana ragione proclamando per le strade giornali che dispongono l’opinione a favore del traffico dei negri – non offendete il governo con accenni a sostenere una pretesa così contraria ai principi di umanità che le leggi moderne hanno consacrato – non imparate, ma lasciate che imparino – tenete per voi ciò che sapete o fingete di non voler sapere, per meglio raccomandare l’ignoranza; ma lasciate che altri si prendano la briga di istruirvi…. sicuri che non insegneranno nulla che non abbia per oggetto il bene comune”.

Divisione del lavoro

Nel suo succinto Estratto dell’educazione repubblicana (1849), afferma che “la divisione del lavoro nella preparazione dei lavori rende gli operai ottusi, e che, se per avere forbici finissime e a buon mercato dobbiamo ridurre coloro che le fabbricano allo stato di macchine, sarebbe meglio tagliarci le unghie con i denti”. Nella stessa opera ci consiglia: “Formate società economiche per istituire scuole agricole e magistrali nei capoluoghi di provincia, ed estendetele, quando è il caso, ai luoghi più popolati. Fate dei regolamenti, in modo che i maestri non facciano dei loro allievi dei domestici, che non permettano ai commercianti di affittare i lavoratori per conto proprio, per ridurli alla condizione di schiavi”.

Hitler e il Primo Maggio

Il 1° maggio 1933 Adolf Hitler, di fronte a una folla di 500.000 persone riunite sul campo di Tempelhof a Berlino, trasformò il Primo Maggio nel “simbolo della grande unità e dell’insurrezione della nazione”. Quella sera, il ministro della Pubblica Illuminazione e della Propaganda del Terzo Reich, Joseph Goebbels, scrisse nel suo diario: “Domani occuperemo le sedi dei sindacati. Non c’è da aspettarsi alcuna resistenza”.

Franco e Papa Pio XII

Nel 1955, Papa Pio XII si appropriò del 1° maggio. Da quel momento in poi sarebbe stata la festa di San Giuseppe Artigiano. Franco incorporò il cambiamento l’anno successivo. A partire dal 1957, in Spagna, l’organizzazione sindacale Educazione e Riposo organizzerà uno spettacolo chiamato “manifestazione sindacale” in cui gruppi di lavoratori si esibiranno in esercizi ginnici e folcloristici davanti al dittatore nello stadio di Chamartín.

23 gennaio 1958: frode storica

Ogni 23 gennaio è fondamentale “Aprire la storia”, come ci consiglia spesso Simón Rodríguez. Ascoltando il grande sentimentalista marocchino, sento il bisogno di parlare del patto di Punto Fijo. La sua origine è da ricercarsi in un primo momento, tra il 1950 e il 1953, negli incontri tra Rómulo Betancourt e Nelson Rockfeller nella villa di quest’ultimo, con Diego Cisneros come intermediario e interprete. Rómulo stava dando a Mister Rocke, come lo chiamava affettuosamente, il suo partito Acción Democrática, dall’esilio, per sostenere la politica statunitense di interferenza nella guerra di Corea. In questi “piacevoli” incontri Betancourt disse a Cisneros che “l’errore del Liberatore è stato quello di non concepire un’America unita sotto i precetti mercantilisti degli Stati Uniti”.

Betancourt e il patto di New York

Nel 1957, Betancourt si incontrò regolarmente con l’agente dell’Istituto americano per lo sviluppo del sindacato libero (AIFLD), Serafino Romualdi. Questo italiano avrebbe avuto un ruolo chiave nel colpo di Stato contro il presidente brasiliano João Goulart nel 1964, poiché nel 1956 organizzò una visita negli Stati Uniti di diversi leader sindacali brasiliani con l’obiettivo di sviluppare “un corpo di dirigenti che, ricevendo l’appoggio entusiasta della base sindacale, avrebbero potuto invertire gli sforzi comunisti di conquistare il movimento operaio brasiliano”.

Il 20 gennaio 1958 Romualdi organizzò un incontro tra Betancourt e i leader Rafael Caldera e Jóvito Villalba, con il Segretario di Stato John Foster Dulles, azionista uomo della United Fruit Company tristemente ricordato nei Caraibi per il massacro delle piantagioni di banane in Colombia nel 1928 e per il colpo di Stato contro Jacobo Árbenz in Guatemala nel 1954. Il gringo lesse ai tre venezuelani il Primer, che delineava il programma di governo da seguire dopo il rovesciamento di Pérez Jiménez, che era già stato architettato da Washington perché si era tinto di nazionalismo e aveva costruito opere contrarie agli interessi angloamericani.

Questo incontro è noto come Patto di New York e il suo obiettivo generale era quello di isolare i comunisti che erano noti per essere in maggioranza nella Junta Patriotica de Venezuela. Gli ordini sono stati chiaramente definiti in questi tre obiettivi specifici: (1) persecuzione, tortura e morte dei comunisti; (2) paralisi delle reti ferroviarie per inondare il Paese di camion Mack e trattori Carterpillar; (3) rafforzamento del modello rentier. Una volta istruiti pedissequamente, questi tre personaggi si recarono con Dulles a Washington. Lì furono ricevuti dal vicepresidente Richard Nixon.

Questo obiettivo generale avrebbe cambiato la storia contemporanea del Venezuela. La sua essenza sta in queste parole che Rockefeller rivolse a Betancourt in riferimento a Pérez Jiménez: “Sono impressionato dallo sviluppo economico del vostro Paese. Penso che, dato che eravate grandi amici, il mio amico Diego, possiate realizzare alcuni aggiustamenti e accordi in modo che ci sia un cambiamento in Venezuela che non sia pernicioso per la vostra situazione politica”. Si dice che il Venezuela sia nell’occhio del ciclone comunista.

Perché Betancourt?

Perché gli Stati Uniti hanno scelto Betancourt? Perché capiva molto bene il bolivarismo, perché aveva fondato il Partito Comunista di Costa Rica, perché aveva sempre voluto essere un militare e un uomo d’affari, perché aveva combattuto a fianco dei comunisti, perché aveva grandi affari e accordi con il regime di Muñoz Marín e il suo Commonwealth di Porto Rico in cui Diego Cisneros era ricevuto come un re, e perché aveva un’idolatria servile per il Monroismo. In altre parole, il fantoccio perfetto, l’uomo chiamato a scavalcare Domingo Alberto Rangel e altri importanti leader come Fabricio Ojeda e Guillermo García Ponce.

Il 9 febbraio 1958 Betancourt tenne un discorso in piazza Diego Ibarra a Caracas in cui spiegò il suo ruolo nel bloccare qualsiasi iniziativa bolivariana: “il fatto è che ci siamo tutti convinti che il cannibalismo politico, l’accesa combattività della lotta politica, spiana la strada alla barbarie per irrompere e impadronirsi della Repubblica. Non sto definendo un atteggiamento di natura personale. Sto ratificando una linea di partito, la linea del partito Acción Democrática”. Il patto di New York fu firmato a Caracas, presso la Quinta Punto Fijo, residenza di Caldera, il 31 ottobre 1958.

Domenica 7 dicembre 1958 Betancourt vince le elezioni. Il 13 febbraio 1959 assunse la presidenza. Il Primo Maggio applaudì l’alleanza operaio-gestionale che aveva portato alla riduzione della classe operaia agli inferi della contrattazione e dell’accattonaggio. È importante ricordare che nel 1919 fu creata l’Organizzazione Internazionale del Lavoro per aggiungere un terzo partecipante alle discussioni tra lavoratori e dirigenti: lo Stato, minando così la classe operaia. Con la creazione della più antica organizzazione internazionale del mondo, essa è governata in forma tripartita da governi, sindacati e datori di lavoro. Perché è nata l’OIL? Per esautorare il primo Stato operaio della storia, l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, che ha trionfato nel 1917 con la Rivoluzione Russa, che ha avuto un forte impatto sul movimento operaio mondiale.

Romualdi stava facendo bene il suo lavoro. Per questo italiano, che avrebbe avuto un ruolo chiave nel rovesciamento del Primo Ministro Cheddi Jagan in Guyana, i lavoratori, lungi dall’essere consapevoli della classe, dovevano essere declassati. Nella sua autobiografia Romualdi si vanta dell’efficienza “dei laureati dell’AIFLD nella lotta al comunismo”.

La politica di arrendevolezza del padre del Puntofijismo parla da sé: ha firmato l’accordo commerciale con gli Stati Uniti che obbliga il Venezuela a rifornirsi per l’82% delle sue importazioni da quel Paese; ha consegnato petrolio e ferro ai suoi padroni del Nord (una percentuale significativa delle autostrade, dei viali e delle strade degli Stati Uniti è pavimentata con il nostro petrolio); ha consegnato la maggior quantità possibile di alluminio, in un affare da leoni, affinché l’azienda Reynolds Metals potesse uscire dalla bancarotta. Poi ha inondato il mercato venezuelano di casalinghe che hanno ceduto alla pubblicità “Cosa farei senza di te, foglio di alluminio Reynold’s”. La sostituzione delle importazioni nei piani della nazione per il Punto Fijoismo era lettera morta. Le cifre degli assassinati, dei torturati e degli scomparsi durante il Puntofijismo che la Commissione per la Giustizia e la Verità gestisce sono allarmanti: 1.043 fascicoli esaminati nel dettaglio, senza contare il Caracazo, più di 5.000 vittime dirette, più di 15.000 vittime indirette e 38 centri di tortura terroristici.

Per il bene del Venezuela, Rómulo Betancourt è uno dei personaggi che stanno gradualmente scomparendo dall’immaginario collettivo, man mano che il suo pensiero viene interpretato al di là di frasi emblematiche come “l’adeco è adeco finché non muore”, “sparare prima e scoprire dopo”, o “Neruda è un poeta in declino”.

La sua posizione etica e la sua convinzione ideologica si ritrovano nel suo stesso discorso. Questo politico guatireño ha avuto un ruolo di primo piano in due eventi trascendenti della storia contemporanea del Venezuela: la candidatura del maestro Luis Beltrán Prieto Figueroa nel 1967 e, più indietro nel tempo, il colpo di Stato contro Isaías Medina Angarita del 18 ottobre 1945.

I gringos non vogliono Prieto

L’imperialismo statunitense approva la candidatura di Gonzalo Barrios per il Partito d’Azione Democratica e toglie il pedagogo di Margarita dal gioco elettorale, come si evince da questa citazione di Betancourt alla fine del 1967: “Ma Prieto è impazzito, potrebbe governare senza il consenso di Washington? Anche Prieto vive contaminato dalla febbre di quella sinistra ipocrita, figlia non di principi ma di un risentimento secolare, che chi ha allattato le mammelle dell’ambizione di gruppo suda ma non passa. Non capisce che chi è al potere non lo vuole affatto: la Chiesa lo odia, le Forze Armate non lo amano, i media lo ritraggono orribilmente brutto, senza alcuna grazia personale, gli uomini d’affari lo ridurrebbero in poltiglia alla prima occasione, creando carenze e speculazioni spaventose”, e conclude chiedendosi ‘cosa pensava, che gli americani lo avrebbero lasciato governare; mi hanno già detto che non vogliamo l’uomo nero’. (José Sant Roz, “El procónsul Rómulo Betancourt. Memorie della degenerazione di un paese”, Monte Ávila).

In un’intervista pubblicata su El Universal il 27 settembre 1968, il Maestro Prieto disse: “Credo di non essere mai stato un adeco, se con questo si intende un uomo che usa il potere per perseguitare la comunità a proprio vantaggio. Non sono un adeco, se per tale si intende un politico che usa la forza per distruggere i suoi nemici. È la negazione di ciò che sono stato e di ciò che sono.

Domenica 1° dicembre 1968 si tennero in Venezuela le elezioni per scegliere il successore del presidente adeco Raúl Leoni. Rafael Caldera del partito cristiano-sociale Copei ottenne 1 milione 83 mila 712 voti, Gonzalo Barrios, 1 milione 50 mila 806 voti, Miguel Angel Burelli Rivas, 826 mila 758 e Luis Beltran Prieto Figueroa, 719 mila 461, la maggior parte dei quali ottenuti dalla classe operaia che, purtroppo, si piegò maniacalmente ai disegni di Caldera, abbandonando le lotte per la dignità proletaria. Romualdi ha fatto il suo lavoro!

Colpo di Stato contro Isaías Medina Angarita

Più di due decenni prima, Betancourt era salito al potere con l’aiuto di una cricca di giovani ufficiali militari addestrati alla Scuola delle Americhe sotto la supervisione degli Stati Uniti, che legittimarono il colpo di Stato contro il governo di Isaías Medina Angarita stringendo un patto di condivisione del potere con il leader del Partito Bianco. L’intellettuale venezuelano Arturo Uslar Pietri scrisse una lettera pubblicata sul quotidiano La Esfera il 5 maggio 1946, sei mesi prima che Betancourt diventasse presidente, in cui affermava: “L’errore dei militari nel chiamarla a consegnare il governo è stato davvero tragico. Lei non è mai stato altro che un demagogo e nell’esercizio del potere continua ad esserlo senza speranza. Con quella pittoresca accozzaglia di nozioni sconnesse, che ha accumulato nelle sue letture frettolose e incomplete, ha iniziato a costruire la falsa immagine di uomo colto e dalle molte capacità. Tuttavia, ciò che è stato visto e detto finora sulla politica, l’economia e la storia è superficiale e spesso inesatto. Del grande monumento giuridico e sociale, della carriera amministrativa, non conoscete nemmeno la sagoma… Con l’esibizione permanente di questo sproloquio verbale e con l’audacia incosciente di un uomo che non sa quello che fa e non ha nulla da perdere, è riuscito a impadronirsi del comando effettivo del governo e a condurlo su un sentiero di errori verso la meschina soddisfazione delle sue oscure passioni di uomo con un complesso morboso.

L’analisi del discorso di Rómulo Betancourt porta a riassumere la sua vita come quella di un burattino che ha cavalcato la deontologia avendo come principi l’esecrazione, il crimine e l’ingratitudine. Era un buffone sottomesso e obbediente, un burattino i cui fili erano tirati dal Dipartimento di Stato. Rómulo Betancourt morì a New York il 28 settembre 1981. Ricordo la data perché, a causa del lutto nazionale decretato, Freddy Mercury dovette cancellare le ultime due esibizioni al Poliedro de Caracas con i suoi emblematici Queen. Il Venezuela poté vederlo solo nella serata inaugurale. La Boemia è rimasta senza la sua rapsodia a causa di un uomo con dei complessi.

Il neofascismo ucraino

Il 2 maggio 2014, nel bel mezzo della crisi politica ucraina post-golpe, i nazisti hanno dato fuoco alla Casa dei Sindacati con più di 100 persone all’interno, noto come il massacro di Odessa. Gli attivisti anti-Maidan che sono riusciti a uscire dalle finestre sono stati uccisi dalle orde fasciste.

Il presidente dei lavoratori contro il fascismo

Il 1° maggio 2017, nel bel mezzo di una profonda crisi politica ed economica dovuta alla guerra ibrida che gli Stati Uniti stanno applicando al popolo venezuelano, e di settimane di violente azioni terroristiche (guarimbas) nelle strade, il presidente del Venezuela, Nicolás Maduro, si è rivolto alla nazione per chiedere un’Assemblea nazionale costituente: “Con il popolo, con la classe operaia, chiedo il potere costituente originario del popolo”.

Tempi moderni

Il mese di maggio è propizio per guardare Tempi moderni di Charles Chaplin (1936), poiché il famoso regista inglese in una delle sue scene più memorabili rende omaggio ai martiri di Chicago quando il disoccupato Charlot prende una bandiera rossa caduta da un camion e sventolandola per restituirla all’autista diventa fortuitamente il leader di una marcia di lavoratori.

Non torneranno indietro!

Il Puntofijismo ha vinto le elezioni del 6 dicembre 2015. La sua essenza arrendevole, eminentemente anti-bolivariana, anti-Rodriguez e anti-Zamorano non deve mai tornare a Miraflores.

Proletari venezuelani, unitevi!

(*) Rector Alí Ramón Rojas Olaya es Rector de la Universidad Nacional Experimental de la Gran Caracas (UNEXCA).


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