pd cambia italiadi Nicola Melloni (Londra)
Dopo anni in cui PDS, DS e PD hanno illegittimamente occupato lo spazio a sinistra è finalmente saltato il tappo che conteneva il cambiamento. Grazie all’apparato, ai soldi, alla tradizione, gli eredi di PCI (e DC) sono riusciti a imporre un controllo quasi militare su quella parte politica che dovrebbe rappresentare i lavoratori e gli sfruttati, i poveri e i deboli, quelli che credono nell’eguaglianza e nella solidarietà, quelli che contestano il mercato come risolutore di tutti i problemi.
Lo hanno fatto anche – e forse, soprattutto – perchè l’offerta alternativa era pessima. Rifondazione Comunista era un ottimo progetto nel 92, ma viziata dal peccato originale di non aver visto l’adesione della sinistra del PCI, da Ingrao in giù, che tardò anni a rendersi conto di dove andava il PDS. Per non parlare della sinistra interna ai DS che aspettarono fino al 2008 prima di staccarsi. Sempre fuori tempo massimo.

Intanto la segreteria di Bertinotti isolava la sinistra e si marginalizzava, puntava sui movimenti perdendo i voti in fabbrica. E pure il sindacato ha delle sue responsabilità storiche, alleato del governo amico o geloso della sua autonomia, senza capire che senza rappresentanza politiche anche i lavoratori sono più deboli.

Ora l’occasione è storica. La sinistra va rifondata. Il PD si è squagliato. Non si è squagliato per la fusione a freddo, che nessuno ha mai capito quale sia la diversa visione di società tra D’Alema e Veltroni, tra Letta e Besani e giù scendendo: tutti insieme appassionatamente quando si trattava di tagliare le tasse dei ricchi, di dare i soldi alla scuola cattolica, di precarizzare il mercato del lavoro, di votare il fiscal compact.

Si è liquefatto perchè le diverse anime non si sono mai messi d’accordo su come spartirsi il potere e i posti. Ognuno con le sue correnti, ognuno con i suoi amici. Un partito chiuso nel Palazzo che ha dimostrato in maniera quasi oscena quanto sia distaccato dai bisogni della gente.

Davanti a questo non possiamo davvero più aspettare. Si parli subito, si cominci subito a costruire la nuova sinistra. Sinistra del lavoro, sinistra dei diritti, sinistra dell’eguaglianza. Una sinistra che sia vera alternativa al liberismo, all’Europa dei mercati e dei burocrati, alla Germania dell’austerity e all’Italia del fiscal compact.

Una sinistra unita dalle battaglie vere, che non decida le alleanze in base alla convenienze, ai calcoli elettorali e politicisti. E le battaglie sono lì, davanti a tutti. Da quella sull’acqua pubblica, vinta ma che non ha partorito nulla, con i promotori poi divisi tra loro. A quella sul referendum bolognese contro i finanziamenti alle scuole private – non a caso osteggiato dal PD. A quella prossima ventura sul referendum sul lavoro. Su questi temi concreti va costruita la prossima sinistra. Con quelli che ci stanno, e magari con un pò di faccie nuove.

 

Fonte: Resistenzainternazionale.blogspot.it/


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Una replica a “PD addio, ora che si fa?”

  1. Avatar Ulrico Reali
    Ulrico Reali

    Se si vuole veram. salvare il Paese, allora…..andiamo al Realismo :

    “ La certezza del diritto esiste in Italia ? Dipende ! A parole, certo, ma nei fatti, no !
    “ I cittadini han fiducia nel futuro, approvano le strategie dello stato ? Trovano lavoro ? I servizi statali li soddisfano ? Ma va ……. ! La risposta si sa !
    “ Eppure lo stato chiede più tasse. Quali le motivazioni per chiederle ? Osservando gli sprechi infiniti, i meccanismi incapaci, grippati, delle istituzioni, la povera qualità di molti servizi pubblici, motivazioni per nuove tasse non ce ne sono !

    VORREMMO, CERTO….., MA POTREMMO ?

    Il sistema Italia spera (o sperava) nel progresso, nello sviluppo, nella creazione di ricchezza. Sperava cioé che le promesse fatte dai governi negli ultimi 40 anni si realizzassero. Ma i governi ne erano capaci ? (guardando dall’Europa, non esistono in Italia le capacità e professionalità politiche necessarie a rendere il Paese “gestibile”). In compenso ci sono le sceneggiate. Oggi, con il disastro incipiente (il quale negli ultimi 15 anni si intravedeva, senza che alcuno reagisse), il sistema Italia potrà basare la sua speranza di progresso unicamente su questo approccio :

    FORMULA REALISTA : back to reality !

    a) analisi delle cause del mancato sviluppo italiano e delle lunga crisi socio-economica italiana (queste cause sono le stesse che hanno generato l’elevato debito pubblico), fatta a confronto con l’Europa.
    b) discussione neutrale (senza politici, che sono stati gli affossatori di tutte le speranze di progresso) sulle cause, per individuare la strategia per la loro eliminazione.
    c) preparazione di un programma per la rifondazione di una società la quale voglia smettere di portare i pantaloni corti, e percio’ diventi seria, realista, efficace (con i pantaloni lunghi). Esso dovrà essere disegnato e proposto ai politici (che non saprebbero prepararlo nell’interesse del Paese ; loro pensano ai tornaconti privati) da quelle categorie che chiedono competitività (imprenditori, associaz. di cittadini onesti), con l’aiuto di testimonianze di espatriati qualificati (conoscitori delle condizioni di sviluppo e realisti).

    Al di fuori di tale formula non c’è speranza per un Paese sprovvisto di strumenti e di strutture sociali efficienti, ma provvisto del Doppio Scenario (vedi di seguito), il quale vede da almeno 15 anni la degradazione sociale correre, correre ……, e non reagisce ! Da notare che i politici non hanno interesse ad occuparsi del futuro del Paese, concentrati come sono sugli interessi di clan o sulle baruffe di bottega……. !

    Da Italiani responsabili, stufi dell’andazzo “ Immobilità + incapacità di progresso”, vorremmo capire : “ In quali condizioni progredire ? Cosa va buttato, o cosa va copiato ?”.

    La risposta che darebbero molti espatriati in Paesi avanzati, dopo paragoni con l’Europa :

    a) Abbiamo fatto finta di essere una nazione, avente strutture sociali funzionanti, obiettivi, strategie, chiari. Ci siamo sbagliati !
    b) abbiamo creduto che una società in cui si accetta la complicità, la corruzione, l’assenza di Valori positivi (seppelliti da almeno un decennio), possa ancora generare progresso, nell’era della globalizzazione. Ci siamo sbagliati !
    c) abbiamo creduto che si possano raggiungere gli obiettivi nazionali sbandierati, la buona gestione di un Paese, basando le attività istituzionali sull’intuizione, sulla decisione rapida, sulla scelta “con tornaconto”. Trascurando cioé analisi riflettute, paragoni seri, riflessioni lucide. Ci siamo sbagliati !
    d) abbiamo accettato (o ignorato) da decenni il padre di tutti gli inghippi e bloccaggi nelle istituzioni, il Doppio Scenario (“fingo di lavorare per il Paese ; ma faccio i fatti mei”), il quale è il maggiore contributo italico alla Fiera delle Illusioni. Quel rovinoso marchingegno che fu creato dopo l’unificazione, quando si scelse di non dare corso alla famosa proposta D’Azeglio : “Fatta l’Italia, ora bisogna fare gli Italiani”. Determinando cosi tutta una vita istituzionale e sociale doppia, “sceneggiata pubblica per il Paese/inghippo nascosto per il clan”, che è il più forte contributo alla maggiore produzione nazionale, gli SPRECHI (fra cui sprechi di opportunità, per manco di valutazione lucida).

    Il Doppio Scenario, molto ben installato oggi, che va avanti da lungo tempo (dal 1861 ?), ha determinato dei comportamenti finti di tanti uomini pubblici, i quali negli anni hanno facilitato la corruzione, il lavoro di seconda qualità nelle istituzioni, gli SPRECHI DIFFUSI…. !

    Tutte brutte cose, che gli Italiani hanno ACCETTATO, da tempo… ! Perché né i politici né i cittadini sanno bene quali siano gli interessi e le strategie del Paese Confuso. Si preferisce quindi ricorrere alla complicità dell’ “una mano lava l’altra”. Si lavora, si promuove all’interno del clan……., si fa una sceneggiata per il Paese ! Fallita la finta nazione (nessuno ci crede più), ora i clans lavorano con più impunità, quasi allo scoperto per via della comunicazione assistita dalle nuove tecniche. Ecco cosa è stata la crisi sociale di almeno un 15ennio… !

    Any Way Out ? Una sola : una catarsi che faccia emergere la realtà sociale, prima di decidere cosa fare……. Perché la catarsi sia veritiera, un’esigenza : ascoltare testimonianze di espatriati qualificati ! Anche perché, in Italia, in ogni situazione sociale, ci possono essere due verità ….., talora ambedue non realiste…… !

    Ulrich Realist
    ulrich33@orange.fr
    (disponibile a testimoniare le cause ab ovo della crisi sociale italiana ; la crisi politica né é la conseguenza)

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