di Massimo Demontis (Berlino)
La Germania intende assicurare alla Francia supporto logistico in tempi rapidi per le truppe francesi schierate in Mali contro i ribelli islamici. A confermarlo è stato dapprima Andreas Peschke, portavoce del ministero degli Esteri e poi lo stesso ministro Westerwelle. Peschke ha dichiarato che “in questa difficile situazione” la Germania non lascerà sola la Francia. Secondo fonti governative vengono valutate diverse opzioni di supporto logistico per le truppe francesi, ma viene escluso un intervento diretto dei soldati tedeschi.
L’aiuto, ha detto Peschke, sarà di tipo umanitario sanitario e aereo tramite l’utilizzo di aerei da trasporto.
Filtrano intanto voci di primi contatti del governo tedesco, sia del ministro degli Esteri Westerwelle sia di quello della Difesa Thomas de Maizière, con il governo francese per discutere alcuni dettagli del supporto annunciato da Berlino.
Le dichiarazioni di Peschke sono state poi ribadite dal ministro Westerwelle che ha confermato l’avvio dei contatti con la Francia e il tipo di aiuto su cui sta ragionando il governo tedesco.
Contemporaneamente Westerwelle ha deciso di fare pressione a livello di Unione europea per accelerare i tempi di invio di 200 addestratori militari per i sodati del Mali, missione in via di pianificazione già da alcuni mesi, perché ha aggiunto il ministro degli Esteri di Berlino, “noi europei non possiamo avere alcun interesse che a sud del Mediterraneo, praticamente alle porte di casa nostra, si formi un luogo di ritirata per il terrorismo”.
La decisione “interventista” di Berlino segue di poco le offerte di aiuto alla Francia avanzate da Stati Uniti e Gran Bretagna.
In una dichiarazione rilasciata allo Spiegel online il leader dei Grünen Jürgen Trittin si è detto favorevole all’intervento militare di Parigi in Mali. “La Francia è giustamente intervenuta su richiesta del governo malese e dietro autorizzazione del Consiglio di sicurezza per impedire un’ulteriore avanzata degli islamisti nel sud del paese”. Trittin, che pure chiede al governo di fare in fretta con gli aiuti invitandolo anche ad elaborare una strategia multilaterale insieme con i partner internazionali, ha però criticato il procedere del ministro Westerwelle il quale “dovrebbe dirci ciò che si può fare e non soltanto quello che non si può fare”. Sempre secondo il capogruppo der Grünen in parlamento, “il governo deve fare la sua parte per riaprire i canali di contatto e attivare la ricerca di una soluzione”.
Di segno opposto invece la presa di posizione della sua collega di partito Kerstin Müller, portavoce esteri del gruppo dei Grünen in parlamento. La Müller, in una dichiarazione riportata da Welt online, ha duramente criticato la Francia dicendo che “l’intervento militare è sbagliato”. “Ciò di cui abbiamo bisogno, afferma la Müller, è una politica unitaria del’Unione europea per l’Africa con l’obiettivo di aiutare l’Ecowas (Comunità economica degli Stati dell’Africa Occidentale) e l’Unione africana (UA) a risolvere i problemi in Mali”.
Per l’SPD sia il candidato cancelliere Peer Steinbrück sia il presidente del partito Sigmar Gabriel hanno affermato che per i socialdemocratici “un intervento dei soldati tedeschi negli scontri non viene preso nemmeno in considerazione”. Steinbrück ha inoltre fatto notare che l’intervento militare non è della NATO ma della Francia e che se la Francia “avesse bisogno di aiuto logistico, noi come amici e come partner, siamo pronti a valutarlo”.
La Francia aveva deciso venerdì scorso di intervenire militarmente in Mali a fianco delle truppe governative contro i ribelli considerati vicini a Al-Qaida.
Preoccupanti le notizie che giungono dall’Africa dove gli islamisti del movimento MUJAO annunciano per bocca del portavoce Abou Dardar ritorsioni “al cuore della Francia”.
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per un approfondimento sull’azione di guerra della Francia in Mali:
Mali (intesi) alla francese , di Carlo Di Stanislao e
Decisioni di politica estera senza vaglio parlamentare ? , di Francesco Martone













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