tobin taxdi Nicola Melloni (Londra)
Governo dimissionario, ma pur sempre in grado di far danni. Alla fine della settimana scorsa l’esecutivo ha proposto un emendamento sulla cosiddetta Tobin Tax, la tassa sulla transazioni finanziarie. Un emendamento, non c’era da dubitarne, per annacquare la tassa e fare l’ennesimo favore alle banche. Per prima cosa si è deciso di non tassare tutte le transazioni, come si era inizialmente proposto, ma solo di tassare il saldo a fine giornata, lasciando così libertà di speculare allegramente durante il giorno (e se l’idea era ridurre il volume delle transazioni, cioè quello proposto da Tobin stesso, ovviamente si sta andando in direzione opposta!).

Non contento, il governo ha deciso che l’imposta in questione sia limitata al mercato azionario, ignorando quello dei tassi e dei cambi, dove c’è la vera ciccia. Una vera e propria debacle per la Tobin Tax. Come spiega efficacemente Mucchetti sul Corriere della Sera, da una base imponibile pari a 7 volte il nostro Pil, il governo si propone di raggiungere un gettito di 1 miliardo, ma che più realisticamente si ridurrà a 250 milioni. Un’inezia che non serve a nulla per i nostri conti, e che nulla fa per diminuire la speculazione. L’ennesima entrata a gamba tesa di un governo tutto attento a non toccare i forti, ma sempre pronto a prendersela con i deboli.

 

 

Fonte: Resistenza internazionale


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