di Alfiero Grandi
Senza dubbio le elezioni siciliane, con la netta vittoria di Crocetta, inviano un messaggio nazionale, anche se non completo. La crisi del centro destra precipita. La Sicilia è la regione che elesse 61 deputati e senatori del centro destra contro lo zero del centro sinistra, per di più senza la Lega. Ciò non vuol dire che il centro destra sia finito. Esiste un elettorato di riferimento, oggi deluso, critico e disimpegnato, ma pur sempre in cerca di una rappresentanza politica.Non sarebbe la prima volta che il centro destra viene dato per spacciato, ma poi si riprende la scena per incapacità altrui.

Troppe volte la capacità di dimostrare con i fatti che un’alternativa di centro sinistra era possibile si è impantanata e anche ora… non si sente troppo bene.
Il messaggio più forte, e più preoccupante, del voto siciliano è la dimensione dell’allontanamento dal voto della maggioranza degli elettori e delle elettrici.
La diminuzione dei votanti è impressionante: dal 66% al 47% in pochissimi anni.

Del resto il centro destra ha devastato la credibilità della politica: corruzione, malaffare, incapacità di governare, menzogne, ecc. finendo con il coinvolgere le istituzioni stesse.
Purtroppo l’opposizione non ha fatto abbastanza per smarcarsi, per dimostrare, con i fatti, che un altro modo di fare politica era ed è possibile. In sostanza non ha reciso, con la necessaria decisione, i legami con questa situazione, anche perché troppi argomenti della destra hanno finito con il penetrare anche nel centrosinistra e di conseguenza non è risaltata con la forza necessaria una speranza di alternativa.

Le classi dirigenti, in particolare dell’economia e della finanza, che hanno appoggiato il centrodestra in tutti questi anni, da tempo spingono sul tasto del tutti uguali per tentare di bloccare una possibile vittoria del centro sinistra.
Il centro sinistra ci mette del suo nel procedere con impaccio e indecisioni e il successo del Movimento 5 stelle è a suo modo una conferma.

Il Movimento 5 Stelle è tante cose insieme ed è certamente anche il veicolo di una richiesta di rinnovamento della rappresentanza politica. Il non coinvolgimento del M5S con la politica precedente è ritenuta la precondizione per fare emergere novità e indirettamente conferma che i vecchi legami hanno perso valore.
Del resto anche il ruolo di Renzi nel Pd è abbastanza simile al fenomeno del M5S, perchè, al netto dei formidabili supporti, anche mediatici, fonda la sua forza sulla debolezza altrui.

La scelta del Governo tecnico si sta rivelando ingombrante, tutt’altro che facile da superare per dare vita ad una normale dialettica politica. Il Governo tecnico ha creato una parentesi politica, costringendo il Pd a subire un baricentro politico conservatore, peraltro appoggiato da buona parte delle classi dominanti italiane ed europee, orfane del centro destra.

La voglia, più che fondata, di scrollarsi di dosso il Governo Berlusconi non basta a spiegare quanto è avvenuto in questo anno di Governo Monti.
Colpisce che sia Renzi oggi, per interesse da primarie, a mettere in discussione la scelta di appoggiare Monti anzichè andare subito al voto. La divaricazione di opinioni nel Pd non potrebbe essere più radicale.

La scelta del Governo Monti è stata per le forze politiche una rinuncia a svolgere il loro ruolo in prima persona, come dovrebbe essere naturale, e ha reso evidente la rinuncia ad affrontare il pesante fardello delle scelte da compiere in una fase come questa.
Lasciare che passi la convinzione che sia Monti ad avere salvato il paese è un autogoal e per di più non è vero, se non nella versione che in questo modo sono state evitate le scelte drastiche quanto socialmente eque ed economicamente in grado di rilanciare occupazione e sviluppo.
Le vere priorità sono occupazione e sviluppo, altro che lo spread.

Ora il risultato della Sicilia ci riconsegna il bivio politico, presente da tempo, in forme ancora più radicali.
O si blindano i contorni della coalizione che ha appoggiato Crocetta e quindi la scelta cade sull’alleanza con i centristi (Udc ed altri soggetti) in alternativa ad altre scelte, oppure tutto il centro sinistra tenta la carta di ricostruire uno schieramento più ampio dei promotori delle primarie, superando di slancio le diatribe attuali.

E’ comprensibile la preoccupazione ricorrente di Bersani di non tornare ad una coalizione difficile da gestire. Tuttavia l’argomento è debole perché la rottura più forte ora è rappresentata proprio da Renzi, che fino a prova contraria è interno al Pd, e dà l’assalto al gruppo dirigente del Pd.
Del resto il Pd ha convissuto in questa anomala maggioranza con il Pdl da 1 anno.

Quindi l’argomento dei rischi connessi ad una coalizione rissosa non è granché fondato. In realtà il problema resta di merito e riguarda esattamente gli atti che il futuro Governo di centrosinistra si dovrebbe impegnare ad adottare e in questo senso la Carta che è alla base delle primarie non dice granché.

Di più: in presenza di una sfiducia così radicata e di massa la reaźione non può essere la chiusura in difesa, accontentandosi di andare meno peggio in un quadro di una caduta generale dei consensi alla politica stessa.
Anche per questo occorre sottoporre le proposte di Governo ad una discussione di massa, per testarle e per raccogliere proposte, osservazioni. Il riformismo dall’alto è sempre stato debole, ora sarebbe molto peggio.

Ha ragione chi dice che le prove del nuovo Governo saranno difficili, ma proprio per questo occorre attrezzarsi.
La prima questione da risolvere è superare il particulare, come da insegnamento gramsciano.
La prova siciliana ha condannato all’irrilevanza chi è andato da solo, anche con le più nobili motivazioni. Quindi occorre puntare ad uno schieramento unitario, che non è problema solo per le forze minori.
La sinistra in particolare ha già avuto fin troppe occasioni per sperimentare sulla sua pelle le conseguenze dell’irrilevanza. Se dovesse ripetersi difficilmente ci sarà una prova d’appello.
Vendola lo ha capito e ha cercato di porvi rimedio puntando dall’inizio sulle primarie.

Tuttavia questo non basta ancora. Occorre portare tutto lo schieramento della sinistra, Idv compresa, al coinvolgimento nella prova di Governo. Anche il Pd avrebbe convenienza ad allargare l’area con cui andare al voto.
Ormai le primarie ci sono e con esse le regole per lo schieramento. Non c’è ragione di escludere chi ne accetta le regole.

La sinistra dal canto suo deve comprendere che la parte del paese più colpita dalla crisi: lavoratori, giovani, classi deboli hanno bisogno di una speranza fondata, altrimenti si rivolgeranno ad altri. La sinistra è di fronte ad una prova senza appello, se non la supera rischia di sparire e per superarla deve comprendere bene che il suo ruolo è importante in quanto è parte di uno schieramento alternativo più ampio.
Il programma deve essere chiaro e netto, più di quanto non lo sia la carta delle primarie.

Ci sono le risorse per spingere occupazione e ripresa ? Si, ma per raccoglierle occorre adottare misure forti. Ad es. tutti i redditi vanno tassati nello stesso modo, basta con i favori alle rendite; va adottata una patrimoniale e vanno tassati i redditi alti come in Francia; occorre una lotta seria all’evasione prendendo spunti dalla Germania, dagli Usa, ecc. e decidendo che chi non paga sopra una certa soglia va in galera; realizzare accordi sulla tassazione dei capitali con la Svizzera ed altri paesi come ha fatto la Germania; adottare la Tobin tax europea e il controllo sui prodotti finanziari, così i divieti, se necessario; occorre vietare alle banche di usare i risparmi per speculare, ecc

Sono scelte dure, ma dipendono in larga misura dall’Italia più che dall’Europa e sono quelle che Monti non ha ancora adottato. Con queste risorse occorre ridare fiato all’occupazione, finanziando anche le assunzioni nel privato ma soprattutto un piano di interventi pubblici come la messa in sicurezza del territorio e delle scuole, per il risparmio energetico, per la scuola, la ricerca, l’Università, per sostenere l’innovazione nelle aziende e nel sistema, per l’adeguamento della formazione dei lavoratori.

Colpisce che il libro intervista di Hollande si apra con la scelta di un sistema economico con al centro ambiente e clima, con l’esplicita scelta di un cambiamento del modello di sviluppo.
Un’altra via è possibile. Non sarà indolore, ma proporla potrebbe riconquistare fiducia, mobilitare energie, ottenere risultati sul capitolo su cui Monti ha fallito: occupazione e sviluppo di qualità.

 


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Una replica a “I risultati in Sicilia ripropongono la necessità di un’opzione unitaria a sinistra”

  1. Avatar Ulrich Realist

    Mi riferisco ad una frase ricorrente “un altro modo di fare politica era ed è possibile”.

    Appunto ! Un altro modo di far pôlitica è quello europeo; non quello italiano di dstr o di snstr…… !

    Il modo di far politica all’italiana viene discusso in :

    http://www.corrierecaraibi.com Rubrica Speciale , colonna di snstr, color rosa.

    E’ la politica all’italiana che ha portato il Päese a questo punto !!! Ve lo dice chi ha fatto un’inchiesta “Italia ed Europa”, durata un decennio…..

    ————————-

    “ La certezza del diritto esiste in Italia ? Dipende ! A parole, certo, ma nei fatti, no !
    “ I cittadini han fiducia nel futuro, approvano le strategie dello stato ? Trovano lavoro ? I servizi statali li soddisfano ? Ma va ……. ! La risposta si sa !
    “ Eppure lo stato chiede più tasse. Quali le motivazioni per chiederle ? Osservando gli sprechi infiniti, i meccanismi incapaci, grippati, delle istituzioni, la povera qualità di molti servizi pubblici, motivazioni per nuove tasse non ce ne sono !

    VORREMMO, CERTO….., MA POTREMMO ?

    Il sistema Italia spera (o sperava) nel progresso, nello sviluppo, nella creazione di ricchezza. Sperava cioé che le promesse fatte dai governi negli ultimi 40 anni si realizzassero. Ma i governi ne erano capaci ? (guardando dall’Europa, non esistono in Italia le capacità e professionalità politiche necessarie a rendere il Paese “gestibile”). In compenso ci sono le sceneggiate. Oggi, con il disastro incipiente (il quale negli ultimi 15 anni si intravedeva, senza che alcuno reagisse), il sistema Italia potrà basare la sua speranza di progresso unicamente su questo approccio :

    FORMULA REALISTA : back to reality !

    a) analisi delle cause del mancato sviluppo italiano e delle lunga crisi socio-economica italiana (queste cause sono le stesse che hanno generato l’elevato debito pubblico), fatta a confronto con l’Europa.
    b) discussione neutrale (senza politici, che sono stati gli affossatori di tutte le speranze di progresso) sulle cause, per individuare la strategia per la loro eliminazione.
    c) preparazione di un programma per la rifondazione di una società la quale voglia smettere di portare i pantaloni corti, e percio’ diventi seria, realista, efficace (con i pantaloni lunghi). Esso dovrà essere disegnato e proposto ai politici (che non saprebbero prepararlo nell’interesse del Paese ; loro pensano ai tornaconti privati) da quelle categorie che chiedono competitività (imprenditori, associaz. di cittadini onesti), con l’aiuto di testimonianze di espatriati qualificati (conoscitori delle condizioni di sviluppo e realisti).

    Al di fuori di tale formula non c’è speranza per un Paese sprovvisto di strumenti e di strutture sociali efficienti, ma provvisto del Doppio Scenario (vedi di seguito), il quale vede da almeno 15 anni la degradazione sociale correre, correre ……, e non reagisce ! Da notare che i politici non hanno interesse ad occuparsi del futuro del Paese, concentrati come sono sugli interessi di clan o sulle baruffe di bottega……. !

    Da Italiani responsabili, stufi dell’andazzo “ Immobilità + incapacità di progresso”, vorremmo capire : “ In quali condizioni progredire ? Cosa va buttato, o cosa va copiato ?”.

    La risposta che darebbero molti espatriati in Paesi avanzati, dopo paragoni con l’Europa :

    a) Abbiamo fatto finta di essere una nazione, avente strutture sociali funzionanti, obiettivi, strategie, chiari. Ci siamo sbagliati !
    b) abbiamo creduto che una società in cui si accetta la complicità, la corruzione, l’assenza di Valori positivi (seppelliti da almeno un decennio), possa ancora generare progresso, nell’era della globalizzazione. Ci siamo sbagliati !
    c) abbiamo creduto che si possano raggiungere gli obiettivi nazionali sbandierati, la buona gestione di un Paese, basando le attività istituzionali sull’intuizione, sulla decisione rapida, sulla scelta “con tornaconto”. Trascurando cioé analisi riflettute, paragoni seri, riflessioni lucide. Ci siamo sbagliati !
    d) abbiamo accettato (o ignorato) da decenni il padre di tutti gli inghippi e bloccaggi nelle istituzioni, il Doppio Scenario (“fingo di lavorare per il Paese ; ma faccio i fatti mei”), il quale è il maggiore contributo italico alla Fiera delle Illusioni. Quel rovinoso marchingegno che fu creato dopo l’unificazione, quando si scelse di non dare corso alla famosa proposta D’Azeglio : “Fatta l’Italia, ora bisogna fare gli Italiani”. Determinando cosi tutta una vita istituzionale e sociale doppia, “sceneggiata pubblica per il Paese/inghippo nascosto per il clan”, che è il più forte contributo alla maggiore produzione nazionale, gli SPRECHI (fra cui sprechi di opportunità, per manco di valutazione lucida).

    Il Doppio Scenario, molto ben installato oggi, che va avanti da lungo tempo (dal 1861 ?), ha determinato dei comportamenti finti di tanti uomini pubblici, i quali negli anni hanno facilitato la corruzione, il lavoro di seconda qualità nelle istituzioni, gli SPRECHI DIFFUSI…. !

    Tutte brutte cose, che gli Italiani hanno ACCETTATO, da tempo… ! Perché né i politici né i cittadini sanno bene quali siano gli interessi e le strategie del Paese Confuso. Si preferisce quindi ricorrere alla complicità dell’ “una mano lava l’altra”. Si lavora, si promuove all’interno del clan……., si fa una sceneggiata per il Paese ! Fallita la finta nazione (nessuno ci crede più), ora i clans lavorano con più impunità, quasi allo scoperto per via della comunicazione assistita dalle nuove tecniche. Ecco cosa è stata la crisi sociale di almeno un 15ennio… !

    Any Way Out ? Una sola : una catarsi che faccia emergere la realtà sociale, prima di decidere cosa fare……. Perché la catarsi sia veritiera, un’esigenza : ascoltare testimonianze di espatriati qualificati ! Anche perché, in Italia, in ogni situazione sociale, ci possono essere due verità ….., talora ambedue non realiste…… !

    Ulrich Realist
    ulrich33@orange.fr
    (disponibile a testimoniare le cause ab ovo della crisi sociale italiana ; la crisi politica né é la conseguenza)

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