Il segretario della Fiom: “Contateci voi”. Ma la manifestazione è un successo. Quando la testa del corteo è sotto il palco la coda è ferma al concentramento. Landini dice di essere pronto allo sciopero generale e chiede a Monti di non calare il cappello con Marchionne. La Cgil viene fischiata: “Dove erano quando Cisl e Uil ci cacciavano dalla fabbriche?”

“I numeri meglio non darli contateci voi” ha esordito dal palco di piazza San Giovanni Maurizio Landini quando la coda del corteo era ancora ferma a piazza Repubblica. Erano tantissimi, 80, 90, 100mila gli operai della Fiom sostenuti da altrettanti lavoratori che credono nel Cnl, nell’articolo 18, nel reddito di cittadinanza. Donne e uomini convinti che la Fiat sia terreno di sperimentazione da estendere a tutte le fabbriche del paese, rendendo i dipendenti ricattabili, azzerandone i diritti, mantenendoli sulla corda, limitando lo sciopero, non pagando le malattie, restringendo le pause.

La manifestazione a Roma oltre a essere un momento di sfogo per urlare ai Marchionne di turno che la linea del più forte non passa, è stato un momento anche per dire no alla repressione del dissenso. Che si realizzi estromettendo la Fiom dalle fabbriche o criminalizzando il movimento No tav, un popolo nutrito e colorato di rosso si è opposto con la presenza fisica in piazza.

“Se da lunedì non parte una trattativa seria e non ci sono risposte, siamo pronti a proseguire la mobilitazione fino anche allo sciopero generale” ha detto Maurizio Landini. Un discorso chiaro e urlato con cui il segretario generale Fiom da piazza ha avvisato il governo che i metalmeccanici sono pronti anche ad andare sotto i palazzi del governo”.

Diciamo di no ad una cosa precisa l’articolo 18 non si tocca – ha continuato – l’unica cosa possibile è estendere l’articolo 18 a chi non ce l’ha”. Quindi Landini ha esortato Monti a non lasciarsi “pilotare” dall’ad della Fiat: “Può anche essere che il dottor Marchionne decida di pagare le tasse all’estero, ma in Italia si facciano rispettare le leggi e la costituzione a chiunque. Governo e parlamento non si calino il cappello davanti a Marchionne perché se passa questa logica significa che anche loro subiscono il ricatto”.

E sulla volontà del Lingotto di non modificare l’articolo 19 permettendo anche al sindacato cigiellino di avere rappresentanza di fabbrica, il segretario non si perde in indecisioni: “ La Fiom rientrerà in azienda dalla porta principale, andremo avanti fino in fondo, non abbiamo nessuna intenzione di rientrare dalla finestra, perché è un nostro diritto e la nostra dignità non è in vendita”. Nessuna tensione dunque durante il corteo. Anche se un gruppo di studenti dopo aver acceso qualche fumogeno rosso si è staccato dal serpentone principale per dirigersi verso l’Università La Sapienza. Il Pd proprio per la presenza degli antagonisti, a partire da Stefano Fassina, aveva annunciato che non sarebbe stato in piazza. Posizione non condivisa da Sel, Idv e naturalmente dalla Federazione della sinistra che sono andati all’iniziativa.

La piazza ha quindi fischiato il segretario confederale della Cgil, Vincenzo Scudiere, venuto in rappresentanza di Sussanna Camusso negli Usa per un impegno sindacale. Le contestazioni si sono fatte sentire perché molte tute blu pensano di essere state abbandonate nella battaglia dalla Cgil. La spiega così un operaio della piazza: “Dove stanno quando Cisl e Uil ci cacciano dalle fabbriche? Ora che hanno visto il successo della manifestazione vogliono salire sul carro. Troppo comodo”.

In mattinata invece tre ragazzi sono stati aggrediti davanti al liceo Righi di Roma colpiti, probabilmente da esponenti di destra estrema, mentre volantinavano per lo sciopero Fiom. Ora sono ricoverati al Policlinico Umberto I.

(da Il Manifesto)

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L’editoriale di MAURIZIO LANDINI sul Manifesto di oggi:  Un’idea generale di lavoro e democrazia

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Intervento del direttore di MicroMega alla manifestazione della Fiom a piazza san Giovanni a Roma, venerdì 9 marzo 2012.

di Paolo Flores d’Arcais

Un certo signor Marchionne ha accusato la Fiom di fare politica. Una certa signora Marcegaglia si lamenta che la Fiom fa politica. Un certo cavalier Berlusconi ha sempre trattato la Fiom come il demonio, perché fa politica, chiedendo esorcismi ai Sacconi, i Brunetta e altri chierichetti del suo regime. Buon ultimo è arrivato l’onorevole Bersani, che ha vietato ai dirigenti del Pd di partecipare a questa manifestazione, perché la Fiom fa politica, anzi una brutta politica, visto che da questo palco parlerà anche un dirigente del Pd della Val di Susa, ex sindaco e più che mai No Tav.

Vorrei dirlo sommessamente, con i toni sobri che sono di prammatica da quando abbiamo un nuovo governo: questi signori, ogni volta che si stracciano le vesti perché la Fiom fa politica, hanno la faccia come il culo.

Non fa forse politica Marchionne, quando col sostegno di qualsiasi governo e dei media asserviti, impone che nelle fabbriche la Costituzione diventi carta straccia? Non fa politica la Confindustria, un giorno sì e l’altro pure, che dai governi pretende sempre favori per i padroni (con i soldi nostri) e sacrifici per gli operai? Non fanno politica i grandi banchieri, al punto che uno di loro è ormai il ministro più potente del governo “tecnico”? E il partito di Bersani non ha candidato nelle sue liste i Calearo e i Colannino (bella roba, sia detto en passant, per un partito che si dice riformista e forse di sinistra), ritenendo normale che gli imprenditori facciano politica?

E per quale motivo, allora, per quale discriminazione, per quale ontologica indegnità, non dovrebbero fare politica i metalmeccanici e i loro dirigenti?
Per un unico motivo, forse. Che la loro politica (cioè la vostra) è una buona politica, che la politica della Fiom è una bella politica, la politica dei lavoratori per i lavoratori, dei cittadini per i cittadini. Lontana mille miglia, anzi opposta e alternativa, alla politica delle cricche e delle ruberie, delle nomenklature e delle corruzioni, che fanno costare agli italiani ogni chilometro di opera pubblica cinque volte di più che ai francesi, o tedeschi o spagnoli.

Giuliano Ferrara, un altro che considera la Fiom una iattura, anni fa, discutendo di Mani Pulite con Piercamillo Davigo, ha spiegato che il politico esemplare deve essere ricattabile. Proprio così: ricattabile. E’ stato prontamente accontentato. Nella presidenza della regione Lombardia quattro politici su cinque hanno guai con la giustizia. Esiste un quartiere malfamato, il più malfamato che si possa immaginare, in cui l’80% della popolazione abbia guai con la giustizia? Nemmeno in quelli della Chicago di Al Capone. Ma nel Pirellone di Formigoni, sant’uomo di Comunione e Liberazione, sì. C’è da stupirsi se poi qualche satirico parla di Comunione e Fatturazione?

La verità è che, politici o tecnici che siano, vogliono impedirvi di fare politica per tenerla in monopolio, per farla fare solo ai banchieri che strangolano il credito, agli imprenditori che licenziano, ai parassiti che evadono e ai padroni delle tessere che inciuciano. Vogliono che la politica rimanga “cosa loro”, e la sovranità del cittadino, cioè di ciascuno di voi, che pure è solennemente ricamata in ogni Costituzione, sia solo una beffa. Vogliono che a fare il premier sia sempre uno di loro, mai uno dei vostri, mai un sindacalista.

Voi, col vostro sciopero, avete detto NO! a questa pretesa indecente e antidemocratica. Se un banchiere può essere premier, a maggior ragione può esserlo un sindacalista, visto che l’Italia è “una Repubblica democratica fondata sul lavoro”.
La politica moderna è nata in Europa col suono di tre parole: Libertà, Eguaglianza, Fratellanza. Voi col vostro sciopero e le vostre lotte state semplicemente riproponendo i valori più autentici della vera politica. Voi volete che queste tre parole – così insopportabili per i gerarchi dell’establishment – tornino a rappresentare il futuro, non la nostalgia del passato.
Oggi tutta l’Italia democratica vi deve ringraziare.
Voi siete la speranza, perché siete la lotta.

(9 marzo 2012)

www.micromega.net


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Una replica a “San Giovani piazza rossa di 100mila operai”

  1. Avatar Raul Wittenberg
    Raul Wittenberg

    Una manifestazione davvero straordinaria, con l’intervento dal palco del rappresentante dei No Tav mentre le sue bandiere avevano percorso l’intero corteo. Straordinaria, nel senso che non si era mai visto un sindacato di lavoratori metalmeccanici battersi con tanta convinzione contro l’occupazione dei loro compagni edili – non solo piemontesi – che sono in cassa integrazione e che stanno aspettando con ansia l’apertura dei cantieri in Val di Susa. Che cosa non si fa per portare un po’ di voti nelle prossime amministrative al moribondo partito della Rifondazione Comunista, di cui il segretario della Fiom è autorevole esponente !

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