di Marinella Correggia
Prima, storica vittoria di un grande movimento, quello degli agricoltori indiani, che andrà studiato per le sue modalità (pacifiche), le sue dimensioni (oceaniche), la sua costanza (quotidiana), e un contesto interamente sfavorevole (la crisi sanitaria).
Una svolta epocale in India. Forse.
Il Samyukt Kisan Morcha (Skm, Fronte unitario contadino), coordinamento di quaranta organizzazioni contadine, ha potuto annunciare che il 19 novembre 2021, «nel 358esimo giorno di una lotta che ha visto gli agricoltori uniti, perseveranti e pacifici per il ripristino della democrazia nel paese», si è verificata una «storica prima vittoria» per l’abrogazione di tre leggi – approvate in fretta nel 2020 –, che liberalizzavano il mercato agricolo a favore delle grandi imprese e a tutto scapito del mondo rurale. Infatti, a sorpresa, il primo ministro ha annunciato che le leggi in questione saranno cancellate.
All’annuncio ha fatto seguito l’esultanza composta dei contadini mobilitati da novembre 2020alle porte di New Delhi (Singhu border). Una presenza di piazza oceanica e andata avanti senza sosta, con decine di migliaia di persone. In allegato alcune foto, ma è utile seguire su Twitter e YouTube il costante lavoro di documentazione svolto da Kisan Ekta Morcha, il gruppo comunicazione del movimento.
Nel silenzio del resto del mondo – in altre faccende affaccendato -, i contadini attivisti hanno sopportato il freddo, poi il caldo, gli assalti della polizia, in modo pacifico e organizzato, con le loro tende, le cucine da campo solidali, il presidio medico. Nel mese di gennaio 2021, decine di milioni di contadini sono scesi nelle strade indiane per lo sciopero nazionale di protesta (Bharat Bandh), riconvocato a settembre. Movimenti di donne, tribali, lavoratori e partiti di opposizione hanno offerto il loro appoggio. Centinaia di contadini hanno perso la vita in quest’anno, chi stremato dagli sforzi, chi ucciso. Ma nessuno è riuscito a fermare il movimento; nemmeno il tentativo da parte del governo di criminalizzare i partecipanti. Non sono riusciti nemmeno ad accusarli di diffondere
Giorni fa, il movimento agricolo internazionale La Via Campesina presente in oltre 80 paesi, aveva lanciato l’idea di celebrare l’anno di lotta, il 26 novembre, con eventi e prese di posizione: «E’ una mobilitazione storica, la più grande dei tempi recenti». «La lotta paga», sintetizza l’Associazione rurale italiana (Ari), che di Via Campesina è membro: «Dopo un anno di mobilitazione ininterrotta, il governo nazionalista e neoliberista ha ritirato le tre controverse leggi che colpivano il mondo contadino. Complimenti ai contadini e alle contadine indiani».
Ma che questo movimento «storico e nonviolento» (così l’ha definito Ashish Mittal, uno dei principali promotori del gruppo All India Kisan Mazdoor Sabha), pacifico e di massa non possa ancora interrompersi appare chiaro nel comunicato del coordinamento Samuykt Kisan Morcha: «Aspettiamo che l’annuncio del primo ministro abbia seguito in Parlamento. Ricordiamo che l’agitazione degli agricoltori non riguarda solo l’abrogazione delle tre leggi, ma anche per una garanzia legale di prezzi remunerativi per tutti i prodotti agricoli e per tutti gli agricoltori. Questa importante richiesta degli agricoltori è ancora in sospeso». Skm «valuterà tutti gli sviluppi, e nella sua prossima riunione prenderà le ulteriori decisioni necessarie. Skm rende il suo umile omaggio a circa 675 agricoltori che hanno perso la vita in questa agitazione finora, e afferma che il loro sacrificio non sarà vano. Il governo del Punjab ha annunciato che dedicherà loro un memoriale. La vittoria è dedicata anche ai lavoratori, alle donne e ai tribali diventati parte del movimento». Gli agricoltori chiedono anche che vadano avanti celermente i procedimenti giudiziari contro i colpevoli di omicidio contro diversi agricoltori e anche azioni contro un leader del partito al governo (Bjp) che aveva insultato pesantemente i membri del movimento.
E Rakesh Tikait, leader del sindacato Bhartiya Kisan Union (Bku) ha avvertito che l’annuncio di Modi potrebbe essere una manovra elettorale, visti i timori del suo partito per le prossime elezioni in vari Stati.
La situazione del mondo rurale nel subcontinente indiano, peggiorata negli ultimi tempi a causa di misure scriteriate come un lockdown totale imposto nel marzo 2020 (con il risultato dell’espulsione dalle città di milioni di lavoratori informali inurbati), risulta chiara dai dati sui suicidi. Perfin quelli ufficiali, sottostimati. Il National Crime Records Bureau (Ncrb) on Accidental Deaths and Suicides in India ha registrato per il solo anno 2019 ben 10281 suicidi fra agricoltori (proprietari della terra che coltivano) e 32559 fra i braccianti agricoli…
di Marinella Correggia
Il tasso di mortalità indica i decessi per una determinata malattia in rapporto al numero di abitanti. Come hanno fatto i paesi o gli Stati che hanno avuto una bassissima mortalità da pandemia Covid-19 e spesso senza costosi mezzi a disposizione?
Certo, nella classifica mondiale dei decessi le variabili in gioco sono diverse. Oltre a fattori imprescindibili quali il livello di salute della popolazione (non solo il dato anagrafico, che forse non è tutto, come conferma il caso Giappone – il paese più vecchio del mondo che ha avuto meno di mille morti su 126 milioni di abitanti), il funzionamento del sistema sanitario e l’organizzazione sociale (tre fattori imprescindibili), c’è altro: per esempio il tasso di letalità, ovvero di decessi per Covid-19 rispetto al numero di infettati da virus Sars-CoV-2 (ma il numero ufficiale di infettati a sua volta dipende dalla quantità di test e dalla loro attendibilità), e le modalità di conteggio dei decessi (come è spiegato qui per alcuni paesi (1). Continua a leggere
di Marinella Correggia
«Il collasso economico dovuto alle misure anti-Covid ha reso visibili gli invisibili. Adesso diamo valore al loro lavoro, mal pagato, sempre considerato fungibile»: un’affermazione che si adatta benissimo al contesto dell’Italia. Quelli che stavano a casa si sono accorti di dipendere da figure professionali prima neglette: agricoltori, commesse, fattorini – oltre che dal personale sanitario a tutti i livelli. E soprattutto, si è capito quanto siano essenziali le braccia straniere per la raccolta dell’ortofrutta, componente fondamentale della nutrizione. Non per niente oggi 21 maggio è il giorno dello sciopero dei braccianti stranieri (anche in nome degli italiani) https://twitter.com/aboubakar_soum/status/1263445146705825792?ref_src=twsrc%5Egoogle%7Ctwcamp%5Eserp%7Ctwgr%5Etweet Continua a leggere
di Max Strata
Nell’aria bollente di una Delhi a 40°, dopo aver percorso a piedi l’arteria urbana che con il suo traffico incessante corre fino al Red Fort mostrando senza soluzione di continuità un desolato groviglio umano di indigenti distesi all’ombra degli alberi, ho varcato l’ingresso presidiato dai militari e sono entrato nel Rajghat, il luogo in cui Mohandas Karamchand Gandhi è stato cremato.
Il memoriale, costituito da una pietra nera e lucida ornata da fiori di tagete e protetta da un muretto bianco, si raggiunge dopo aver lasciato le scarpe ad un omino ossuto e senza denti che per una cifra simbolica ti permette l’ingresso. Continua a leggere
di Vandana Shiva
Sono stata di recente a Bhatinda in Punjab per via di una epidemia di suicidi tra i contadini. Il Punjab è sempre stata tra le regioni agricole più fiorenti dell’India. Oggi i contadini sono indebitati e disperati. Ampie distese di territorio sono diventate desertiche. E, come fa notare un vecchio contadino, persino gli alberi hanno smesso di dare frutti perché l’eccessivo uso di insetticidi ha eliminato gli impollinatori – api e farfalle. Continua a leggere
di Fausto Durante (*)
Uno sguardo a 360 gradi per comprendere le sorti dell’economia mondiale. L’Europa abbandoni la strada dell’austerità se vuole mantenere la leadership. Crescono piccoli Paesi come Yemen e Myanmar, ma a pagare il prezzo sono i lavoratori Continua a leggere
di Tonino D’Orazio
Il XXImo secolo viene preannunciato come quello cinese. Intanto la Cina (che nessuno cita più come comunista) non si fida degli USA e viceversa. Ma nell’area nessuno si fida più di nessuno, eppure si tenta di convivere. Continua a leggere
Le bandiere cinesi e Mao – foto Ansa
Gli Stati Uniti stanno per perdere il loro primato e si apprestano a consegnare alla Cina lo scettro di prima economia al mondo. Un sorpasso, quello della Cina, che avviene molto prima del previsto 2019, forse già nel 2014, secondo il Financial Time. Continua a leggere
I 5 Paesi del BRICS daranno 50 miliardi di dollari per lancio della Banca anti-FMI e Banca Mondiale – Cina e Brasile: metà dei loro scambi commerciali senza uso del dollaro – Attuale equilibrio del potere globale è impraticabile.
I ministri delle finanze dei Paesi BRICS, Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa, si sono incontrati a Durban, in Sud Africa, per il quinto vertice dei BRICS, il 26-27 marzo 2013. “Non molto tempo fa abbiamo discusso la creazione di una banca di sviluppo… Oggi siamo pronti per il lancio“, ha detto il presidente sudafricano Jacob Zuma. Continua a leggere