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Francia

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DAVOS-2021: La fase riflessiva del capitalismo. L’intervento di Emanuel Macron

Traduzione di Gianfranco Causapruna della trascrizione dell’intervento del presidente della repubblica francese, Emanuel Macron, al forum economico di Davos, come pubblicato sul sito dell’Eliseo.

 

Emanuel Macron:
Buongiorno professor SCHWAB, anch’io sono molto felice di rivederla in tale occasione, anzi grazie per aver organizzato queste riunioni che, credo, sono ancora più importanti in questo periodo.

Vorrei esaminare i rapporti tra il mondo che conosciamo oggi e il mondo che verrà. Primo, perché in tutti i nostri paesi le società stanno cambiando a causa delle prove che stiamo vivendo. E penso che abbiamo alcune lezioni da imparare da quello che abbiamo vissuto tutti insieme da poco più di un anno, e che continuerà, lo sappiamo, per altri mesi o, alcuni così ci dicono, per anni. In ogni caso, con la presenza più o meno importante di questo virus. Continua a leggere

Francia: le ragioni dello sciopero e la situazione generale del paese. Intervista

Intervista di Pietro Lunetto a Lorenzo Battisti, giovane emigrato italiano in Francia. Continua a leggere

France: Le 5 Décembre 2019.

Pierre Assante

Le 5 décembre 2019 entre dans les prémisses successifs d’une longue période historique de soubresauts sociaux dont la cause est liée à la crise systémique du capital, la suraccumulation-dévalorisation de capital qui freine et bloque progressivement sa circulation qui est le sang des échanges humains dans le système actuel. Continua a leggere

La “guerra dei dazi” è solo all’inizio

di Claudio Conti (da contropiano.org)

L’emersione di una certa classe politica è sempre l’indice di una “necessità storica”, non uno scherzo del destino cinico e baro. Anche e forse soprattutto quando questa classe politica è “impresentabile” secondo i canoni politically correct della fase che si è chiusa.

Vale per i Salvini e le Meloni, vale a maggior ragione per Donald Trump o Boris Johnson. Se Stati Uniti (l’imperialismo in crisi) e Gran Bretagna (l’imperialismo dominante fino a metà Novecento) si sono ridotti a far salire sul trono temporaneo personaggi del genere è perché questi pagliacci – in modo sicuramente miope e contorto – rappresentano un’esigenza neanche tanto confusa di “cambiamento” rispetto al tran tran precedente. Continua a leggere

Via della seta: “La Cina della nuova era” – Intervista di Pietro Lunetto a Francesco Maringiò (VIDEO)

Una interessante intervista di Pietro Lunetto (le Frites dal Belgio e non solo) a Francesco Maringió, esperto di Cina, che ci racconta della nuova via della seta. Francesco Maringiò ha pubblicato recentemente un suo libro “La Cina della nuova era” che consigliamo vivamente ai nostri lettori. Continua a leggere

Ipocrisia a Notre Dame

Aditya Chakrabortty 

Mentre i nostrani benpensanti si scandalizzano per la contestazione dei Gilet Gialli contro la raccolta fondi dei miliardari francesi per la chiesa di Notre-Dame, un articolo del Guardian denuncia l’impostura di questa operazione.

Le donazioni dei miliardari trasformeranno Notre-Dame in un monumento all’ipocrisia – di Aditya Chakrabortty (da: The Guardian)

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Il Trattato franco-tedesco per “guidare” l’Unione

di Tonino D’Orazio

Vi concedo che il testo sia lungo, ma commentare un trattato pericoloso di questa portata non si risolve in due righe. Il Trattato sarà firmato il 22 gennaio 2019 a Aquisgrana (simbolo non casuale: capitale dell’Impero di Carlo Magno), oggi Aachen. Il trattato misterioso è stato reso pubblico appena il 16 gennaio, impedendo di fatto una sua pubblicità e una discussione critica. Troppo rapido e vicino alle prossime elezioni europee. La fuga in avanti si deduce dal testo impressionante. Vi traduco solo gli articoli principali in modo da evitare le solite fakes news che si scateneranno sul web. Il primo articolo condensa ovviamente la sostanza e le parole sono pietre. Gli altri paesi che vorranno, seguiranno dopo. Continua a leggere

“ARRIVARE ALLA FINE DEL MESE, EVITARE LA FINE DEL MONDO”: LA COVENZIONE DELLA FRANCE INSOUMISE

di Alessandro De Toni

Delegato estratto a sorte per la Convenzione della FI, l’8 e il 9 dicembre scorsi a Bordeaux, arrivo sabato all’ora di pranzo in una città in cui si svolgono due manifestazioni in contemporanea. Con una delegazione guidata da Mélenchon andiamo al raduno contro il cambiamento climatico. Alla manifestazione siamo circa in 7.000. Si parte, ma poco più in là arrivano i “gilets jaunes” che a loro volta sono diverse migliaia. La confluenza avviene a Place Gambetta. I cortei si mischiano. Gli slogans sono comuni: “Macron, démission” e “Ecologia, giustizia sociale: gialli e verdi, stessa lotta”. I commenti sono univoci: “la tassa sul carbone non funziona perché la gente delle periferie e delle zone rurali non può rinunciare all’utilizzo della macchina per andare al lavoro, portare i figli a scuola o fare la spesa”. La tassa “ecologica” è una truffa, anche se l’ecologia non è un lusso. I media raccontano di confluenze simili delle manifestazioni in diverse città francesi. Continua a leggere

FRANCIA: TUTTE LE RIVENDICAZIONI DEI GILET GIALLI

TUTTE LE RIVENDICAZIONI DEI GILET GIALLI

Abbiamo preso e tradotto (grazie a Gilberto Trombetta ) dalla pagina di Djordje Kuzmanovic le rivendicazioni complete dei gilet gialli così come loro le hanno rese pubbliche di modo che ognuno possa farsi la propria idea.

Parte di esse sono condivisibili. Altre no.
La maggior parte non sono realizzabili all’interno dell’Unione Europea. Continua a leggere

Movimenti di estrema destra in Europa: cos’è accaduto questa settimana

Negli ultimi giorni, molti media si sono occupati dell’incontro fra Marine Le Pen, leader del partito francese, Rassemblement National, e il ministro dell’Interno italiano, Matteo Salvini, a Roma. Alcune testate hanno anche trattato nuovamente la nascita e crescita dell’internazionale populista di destra in Europa.Visita il sito  Continua a leggere

Partiti & politica in Europa: l’essenziale di questa settimana

di Alexander Ricci

FOCUS su: Polonia -Germania – Francia – Regno Unito – Lettonia – Spagna – Austria – Greci – Svezia

In Polonia, il PIS, il partito conservatore attualmente al governo, continua a fare il pieno di consensi, nonostante la cattiva reputazione in Europa dovuta alle infrazioni contro i principi dello stato di diritto. Sollecitata dalla Commissione europea (CE), la Corte di giustizia europea di Strasburgo ha avviato una pratica per valutare se la recente riforma della giustizia approvata da Varsavia, è conforme ai principi contenuti nei Trattati europei Continua a leggere

L’immigrazione nel vero dibattito politico di France Insoumise e di Aufstehen

di Giacomo Marchetti *

Il lancio del movimento “Aufstehen” in Germania, il 4 settembre, e l’inizio della campagna elettorale per le europee di fine maggio prossimo di France Insoumise, hanno visto concentrare l’attenzione su alcune posizioni delle formazioni politiche, e dei loro esponenti, sulla questione dell’immigrazione, talvolta dando vita al fuoco incrociato della “sinistra liberista” e dei competitor politici. Continua a leggere

Siria: Corbyn e Mélenchon contro l’attacco alla Siria. Cuba, Bolivia, Venezuela condannano l’azione

Esponenti di quella sinistra che non ha abbandonato il pacifismo

In un’Europa drammaticamente allineata alla linea guerrafondaia del trio Trump, May, Macron, emergono alcuni leader politici che continuano a portare avanti alcuni concetti fondamentali come il rispetto del diritto internazionale e la salvaguardia della pace. Una circostanza non scontata visto il clima neomaccartista che si è venuto a creare sulle due sponde dell’oceano Atlantico.

Tra questi vi è sicuramente il laburista inglese Jeremy Corbyn. Lo storico esponente della sinistra britannica già prima dell’attacco quando iniziava a risuonare l’eco dei primi tamburi di guerra aveva ammonito le potenze occidentali dal non compiere atti unilaterali e contrari al diritto internazionale, oltre che al buon senso. Continua a leggere

Guerra in Siria, ecco perché l’Italia non deve cascarci di nuovo (almeno stavolta)

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di Fulvio Scaglione

Il nuovo Governo nascerà, forse, a causa dell’urgenza bellica. Ma la nostra eventuale partecipazione alla guerra siriana è sintomo che non sappiamo stare nelle alleanze. Vedi i precedenti disastrosi di Iraq e Libia, e non solo

Adesso forse sì che avremo un Governo, visto che ci dobbiamo attrezzare alla guerra di Usa-Francia-Regno Unito alla Russia per interposta Siria. Un Governo del Presidente, magari, con tutti dentro, perché l’ora è solenne, il Paese non può restare senza guida, il funzionamento delle Camere e bla bla bla. Il che, naturalmente, equivale ad ammettere che l’Italia la governano altri e che l’agenda di Washington ci mette in riga anche quando siamo divisi su tutto. Ma pazienza. Così va spesso il mondo… voglio dire, così andava nel secolo decimo settimo, com’era scritto nelle pagine dei Promessi sposi che lo stesso Manzoni aveva definito “la notte degli imbrogli e dei sotterfugi”. Continua a leggere

Michael Hartmann: Le élites europee ad un bivio di paradigma

“Corbyn come Thatcher: può avviare una rivoluzione tra le élite”. Intervista al sociologo Hartmann (di Alexander Ricci da Il Salto)

Michael Hartmann è un noto sociologo e politologo tedesco. Nel corso della sua carriera accademica si è occupato della trasformazione delle élite europee e globali, un tema trattato anche nel testo “The sociology of elites” (Routledge, 2006). Il suo ultimo libro si intitola “Le élite economiche globali. Una leggenda” (Campus Verlag, Francoforte sul Meno, 2016), monografia che sfata il mito della mobilità assoluta dei fattori produttivi e della delocalizzazione.  Da Thatcher a Corbyn, passando per Podemos, Syriza e gli euroscettici: un dialogo con Il Salto su 30 anni di mutamenti nella classe dirigente europea.

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La Francia in sciopero

Lille, 12 settembre 2017
(PHILIPPE HUGUEN/AFP/Getty Images)

di Tonino D’Orazio

Macron, presidente francese, governa con prepotenza, pur essendo stato eletto solo da 25 francesi su 100. Che importa, il sistema elettorale è impostato, come in altri paesi democratici d’Europa, sul concetto dei consigli di amministrazione delle grandi imprese. Non serve la maggioranza assoluta degli “azionisti”, a volte basta anche meno del 10%. Che la sua popolarità stia in forte calo non dovrebbe stupire nessuno, gli altri 75 francesi su 100 già non lo sopportano più. Che sia un destroide proveniente dalle liste socialiste francesi non dovrebbe nemmeno stupire più di tanto. Una cosa sono le parole una cosa gli atti. Continua a leggere

Con Macron peggiora l’austerità europea.

di Tonino D’Orazio

La vittoria di Macron in Francia, malgrado la felicità delle forze antifasciste, è un boomerang per i lavoratori. E’ vero, c’era poco da scegliere. Rimane interessante il meccanismo di scelta dell’uomo “nuovo”. Rimane interessante come il capitalismo finanziario e bancario riesca a trovare l’uomo giusto della “provvidenza”. Anche al momento giusto. Continua a leggere

Francia, nuova tappa

di Ignacio Ramonet (*)

La prima sorpresa è stata … che non c’è stata sorpresa. Per una volta i sondaggisti non si sono sbagliati. Continua a leggere

Cosa ci insegnano le presidenziali francesi sull’Europa e sull’autonomia della sinistra.

di Domenico Moro

I risultati delle presidenziali

I risultati più evidenti delle elezioni presidenziali francesi sono tre:

1) La crisi del Partito popolare europeo e del Partito socialista europeo, già evidente in tutta Europa, in Francia diventa crollo, come già accadde in Grecia; il Partito socialista (Ps) e i repubblicani, per la prima volta, non accedono al ballottaggio. Continua a leggere

Tutto è cambiato e tutto può cambiare

 

Jacques Attali e François Hollande due
grandi elettori di Emmanuel Macron

Quello che nel 2002 fu un incidente dovuto la frammentazione della sinistra è oggi un dato strutturale, con il FN primo partito francese. Ma così cambia la natura delle elezioni presidenziali al primo turno.

di Felice Besostri Continua a leggere

E l’Italia?

di Roberto Musacchio

Chi, come me, ha una certa età può ricordare un tempo in cui le sinistre alternative, allora i comunisti per lo più, erano maggioritarie a sinistra, politicamente ma anche elettoralmente, in molti importanti Paesi europei. Era così in Italia, ma anche in Francia e Spagna. In Italia Craxi sbatte’ la testa per anni tentando il riequilibrio col Pci. Era un’epoca tutta diversa da quella di oggi. Continua a leggere

«Perché io, di sinistra, non voterei Macron per fermare la Le Pen»

«È il “meno peggio” a creare il peggio. Scegliere uno per contrastare l’altro è un controsenso. I cui unici esiti stanno nello spostamento sempre più a destra del quadro politico». La posizione controcorrente dell’economista Emiliano Brancaccio (da L’Espresso online del 26 aprile 2017)

Intervista di Giacomo Russo Spena

Ha festeggiato il 25 aprile, da convinto antifascista. Eppure l’economista Emiliano Brancaccio, una delle voci più autorevoli nella sinistra italiana, ideatore della proposta di “standard retributivo europeo”, se stesse in Francia non voterebbe per Emmanuel Macron: «L’avanzata del Fronte nazionale è una pessima notizia, l’ennesimo segno funesto di un’epoca dominata dall’irrazionalismo politico. Ma…»

Professore, veramente al ballottaggio in Francia non voterebbe Macron per impedire l’affermazione di Marine Le Pen? Dice sul serio?
«Certo, se fossi un elettore francese al ballottaggio non andrei a votare». Continua a leggere

La campagna sentimentale di Melenchon

di Roberto Musacchio

Comunque si voglia guardare al voto del 23 aprile di certo la vecchia Francia non c’è più. I partiti storici conoscono una sconfitta bruciante, con i gollisti per la prima volta fuori dal ballottaggio presidenziale e i socialisti ridotti a cifre da Pasok. Continua a leggere

Ballottaggio alla francese

di Tonino D’Orazio

Il ballottaggio rimane, comunque, il sistema elettorale del “due contro uno”; in questo caso per blindare la struttura una politica e non farla nemmeno scalfire. Non c’è alternativa al neoliberismo. Da destra o da estrema destra lo si può solo amministrare. I socialisti, ormai sconfitti dappertutto, hanno chiesto di non votare l’estrema destra, ma la destra. Il meno peggio o il peggio ormai è uguale dappertutto e non è una consolazione. Continua a leggere

MÉLENCHON : Meeting pour la paix à Marseille

DOPO COVID-19

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