di Rodrigo Rivas
Scrivere sulla situazione latinoamericana oggi cercando di evitare luoghi comuni e diffusi fideismi non è semplice. Comunque ci provo, pur sapendo che il punto di partenza e l’analisi sono sempre discutibili.
Due chiarimenti metodologici:
di Jean-Luc Mélenchon
Si traduce un articolo di Jean-Luc Mélenchon, leader del movimento “La France Insoumise“ che richiama con forza l’attenzione sul peso mondiale dei preoccupanti recenti accadimenti antidemocratici e non di rado anticostituzionali dell’America Latina. È bene non dimenticare anche la “disattenzione” istituzionale dei singoli paesi europei e dell’Unione Europea nelle sue diverse istanze. L’Italia non fa eccezione, ed anzi nel caso del Brasile ha oggettivamente dato un aiuto alla eversione istituzionale con l’estradizione nel 2015 del banchiere italo-brasiliano Henrique Pizzolato per decisione del ministro della giustizia nonostante il parere contrario di tutti i gradi della magistratura (notizie su questa vicenda sono facilmente rintracciabili on line). T.I. Continua a leggere
Aecio Neves ha riconosciuto la sua sconfitta al fotofinish e si è congratulato con Dilma Rousseff, confermata alla presidenza del Brasile. Il candidato degli Stati Uniti, dei mercati finanziari, dei grandi gruppi della borghesia di Sao Paulo e del monopolio mediatico, non è riuscito a estromettere il PT dal potere. La guerra sporca e illegale nelle ultime 48 ore di campagna, ad opera della rivista Veja -censurata dall’organismo elettorale- non è riuscita a capovolgere la situazione. Dilma Rousseff ha vinto con il 51% a suo favore, vale adire con più di 3 milioni di brasiliani hanno l’hanno preferita all’esponente del neoliberismo.
Gli avversari che ora mettono l’accento sulla polarizzazione del Brasile dovrebbero meditare su queste parole di Dilma: “..oggi sono molto più forte, serena e matura. Brasile, questa tua figlia saprà affrontare la lotta”. Un dato è certo: l’oligarchia finanziaria non è riuscita a scardinare la prospettiva multipolare in cui si è collocato il Brasile. E’ rinviato ad altra data il loro sogno di cancellare l’integrazione del blocco sudamericano dell’UNASUR. Aecio Neves è parte di quell’elite latino-americana neocoloniale, partigiana di un Brasile senza autonomia, subordinato a Wall street, nemico giurato del BRICS.
Il nuovo corso iniziato in Sudamerica nel 1998 con Hugo Chàvez continua il suo corso, con più resistenza da parte delle variegate correnti interne del “partito dell’impero”. Il modello di uno sviluppo con redistribuzione, possibile grazie alla difesa dello Stato come ente che traccia il percorso nazionale, è stato riconfermato nelle urne. Anche in Uruguay, dove Tabarè Vazquez si appresta a tornare alla presidenza alla testa del Frente Amplio, per dare continuità e slancio al rinnovamento.
Fonte: http://selvasorg.blogspot.it/2014/10/brasile-dilma-rousseff-confermata.html#more
di Adriana Bernardotti (Buenos Aires)
Una giustizia universale per le vittime delle dittature del Cono Sur e della Spagna franchista.
La scorsa settimana sono accaduti alcuni avvenimenti in contemporanea che hanno in comune la lotta per la verità e la giustizia sui crimini delle dittature. In Brasile è stato ricordato il cinquantenario del golpe militare de 1964, che inaugurava la dittatura più lunga del Cono Sur dell’America Latina (1964-1985) fornendo un modello da riprodurre in tutta la Regione. Il Governo brasiliano ha approfittato della ricorrenza per fare un piccolo passo nella sua politica a favore della verità e di giustizia per le vittime: il Brasile è gravato ancora dalla legge d’auto-amnistia e dell’oblio imposto alla società sul carattere sanguinario della dittatura. Continua a leggere
di Tito Pulsinelli (Caracas) – La conseguenza negativa dello spionaggio ai danni della presidente brasiliana Dilma Rousseff, difficilmente si limiterà all’annullamento della sua visita negli Stati Uniti. Il rifiuto a fornire spiegazioni e garanzie comporterà la perdita per la fornitura di 36 caccia F-18, vale a dire un contratto di 5 miliardi di dollari per la Boeing. Continua a leggere
Contro lo spionaggio sistematico degli USA- Brasile, Paese grande o Grande Paese?
di Tito Pulsinelli (Caracas) Obama ha scandito la consueta filippica contro i mali del mondo, soprattutto contro il Cattivo di turno, con l’atavico moralismo conferito dall’autoassolutorio “eccezionalismo”. Però il clima nel salone dell’Assemblea generale dell’ONU era stato contagiato dalle forti parole della presidente brasiliana che aveva inaugurato la sessione. Continua a leggere
di Tito Pulsinelli (Caracas)
Secondo i dati della Commissione economica per l’America Latina e i Caraibi (CEPAL) relativi al Brasile al tempo di Lula e Dilma Rousseff, la povertà è stata ridotta dal 37,5% al 20,9%, e l’indigenza è calata dal 13,2 al 6,1%, il che significa che circa 30 milioni di brasiliani sono entrati nel basso ceto medio, migliorando sensibilmente il loro potere d’acquisto. Si stima che il 53% dei brasiliani (circa 104 milioni di persone) fanno parte della classe media, rispetto al 38% di dieci anni fa. Continua a leggere
di Nicola Melloni (Londra)
Il Brasile ha vinto, ancora prima di essere sceso in campo. In Brasile milioni di persone manifestano per una società più giusta, prendono le vie della piazza, combattono. E sono viste con simpatia, tanto nel paese che all’estero. Immaginiamo cosa sarebbe successo da noi ci fossero state manifestazioni di massa contro i mondiali… Continua a leggere
Articoli e interventi sulla situazione in Brasile: Geraldina Colotti, Boaventura De Sousa Santos, Emir Sader, Juan Arias. Altri interventi di italo-brasiliani: Caterina Bueno, Fabio Porta, Max Bono. La posizione del Movimento dei Sem Terra e di Via Campesina Continua a leggere
di Raúl Zibechi – La Jornada
L’incontro tra Dilma Rousseff e Angela Merkel il passato 5 marzo in Germania è stato teso e poco cordiale. La presidente del Brasile si lamenta dello “tsunami monetario”, come giudica la politica monetaria espansionista dell’Europa e degli Stati Uniti, che pregiudica l’industria dei paesi emergenti. Si è scagliata contro la politica economica “speculativa” che spinge il cancelliere tedesco e ha avvertito che il Brasile è un’economia “sovrana” e pertanto adotterà “tutte le misure atte alla sua protezione” (O Globo, 5 marzo). Continua a leggere