di Rodrigo Rivas
Scrivere sulla situazione latinoamericana oggi cercando di evitare luoghi comuni e diffusi fideismi non è semplice. Comunque ci provo, pur sapendo che il punto di partenza e l’analisi sono sempre discutibili.
Due chiarimenti metodologici:
di Jean-Luc Mélenchon
Si traduce un articolo di Jean-Luc Mélenchon, leader del movimento “La France Insoumise“ che richiama con forza l’attenzione sul peso mondiale dei preoccupanti recenti accadimenti antidemocratici e non di rado anticostituzionali dell’America Latina. È bene non dimenticare anche la “disattenzione” istituzionale dei singoli paesi europei e dell’Unione Europea nelle sue diverse istanze. L’Italia non fa eccezione, ed anzi nel caso del Brasile ha oggettivamente dato un aiuto alla eversione istituzionale con l’estradizione nel 2015 del banchiere italo-brasiliano Henrique Pizzolato per decisione del ministro della giustizia nonostante il parere contrario di tutti i gradi della magistratura (notizie su questa vicenda sono facilmente rintracciabili on line). T.I. Continua a leggere
di Marco Consolo (Santiago)
Le elezioni argentine di domenica scorsa consegnano uno scenario elettorale incerto e lontano dalle aspettative.
Come si sa, 32 milioni di Argentini erano chiamati ad eleggere il Presidente dei prossimi 4 anni, la metà della Camera dei Deputati (130 seggi), un terzo del Senato (24 seggi), i 43 parlamentari del Parlamento del Mercosur (Parlasur) e diversi governatori. Con un’alta affluenza elettorale (quasi il 79 %), sono le ottave elezioni presidenziali senza interruzioni golpiste e le prime post-dittatura dove si va al ballottaggio.
In base alla legge, nel caso che nessun candidato superi il 45% dei voti o il 40% con una differenza di più di dieci punti con il secondo, si va al ballottaggio il 22 novembre. Ed è questo lo scenario che si è presentato alla fine dello spoglio dei voti. Continua a leggere
di Tommaso Nencioni (dal il Manifesto del 23 ottobre)
Que se vayan todos! Era il dicembre del 2001, e l’intera classe dirigente argentina sprofondava nel grado zero della sua credibilità. Il Presidente De la Rúa aveva appena scatenato una selvaggia repressione nel tentativo di porre un freno ai tumulti sociali che scuotevano il Paese, giunto al culmine della stagione della grande espropriazione neoliberista. Continua a leggere
di Adriana Bernardotti (Buenos Aires)
Cristina è tornata al lavoro dopo un delicato intervento chirurgico e come prima cosa ha annunciato importanti cambiamenti nel gabinetto di Governo. Si tratta, evidentemente, di una tempestiva – e pragmatica – reazione alla sconfitta elettorale nelle legislative dello scorso mese di ottobre. Tra le novità, la sparizione dalla scena della figura più polemica e discussa dai poteri economici, dall’opposizione e dai Media in questi anni: il segretario di Commercio Interno Guillermo Moreno. Il suo destino: l’ambasciata argentina a Roma. Continua a leggere
di Adriana Bernardotti (Buenos Aires) – Il dramma dei qom e le vittime dell’attuale modello di sviluppo in Argentina. In un alto gesto politico, il Papa riceve lunedì il leader della lotta per le terre dei popoli indigeni. Continua a leggere
di Adriana Bernardotti (Buenos Aires)
Passato il brivido iniziale, e le prime reazioni di stupore e incertezza davanti all’elezione a Papa del gesuita definito da Nestor Kirchner “capo spirituale dell’opposizione politica”, il Governo argentino ha cambiato i toni, riaccomodato posizioni, e si appronta a vivere una stagione non esente da rischi. Ieri, in un gesto pieno di simboli, Papa Francisco ha ricevuto la presidente Cristina Kirchner, il primo mandatario di Stato che ha potuto vedere il Papa. Continua a leggere
di Agostino Spataro
Spero, sinceramente, di sbagliarmi, ma temo che l’elezione a Papa del cardinale argentino Mario Bergoglio potrebbe essere stata concepita, anche al di là della sua volontà, come nuovo fattore della strategia dei poteri forti internazionali per il “recupero”, la “normalizzazione” dell’America del Sud. Mentre il mondo è in piena recessione economica, in quasi tutti i Paesi del Sud-America è in corso una grande mutazione politica ed economica in favore del progresso dei poveri, dei lavoratori, dei ceti meno abbienti, delle stesse economie nazionali con risultati buoni, talvolta eccellenti. Continua a leggere
La presidente argentina Cristina Kirchner, nel suo discorso alla tribuna dell’ONU, ha detto che “la FIFA ha avuto più successo nell’organizzare i mondiali di calcio che il Fondo Monetario Internazionale (FMI) nel riorganizzare l’economia internazionale nel corso degli ultimi 20 anni”. Questa è stata la risposta all’altra Cristina, quella che comanda il FMI dopo che venne sbrigativamente estromesso Strauss Kahn, via scandalo sessuale. Continua a leggere
Decine di migliaia di auto-convocati riempiono le piazze delle principali città del paese
di Adriana Bernardotti (Buenos Aires)
Le pentole delle classe media argentina, le stesse che nelle tragiche giornate del dicembre 2001 hanno accelerato le dimissioni e la fuga del presidente De la Rua, si sono fatte sentire forte giovedì sera a Buenos Aires e nelle principali capitali dell’interno dell’Argentina. I manifestanti, organizzati attraverso le reti sociali e senza l’intervento dei partiti politici, si sono concentrati a Buenos Aires nella Piazza di Maggio e in altri punti nevralgici dei quartieri residenziali. Scene similari si sono ripetute a Rosario, Cordoba, Mar del Plata, Mendoza e altre città del paese. Continua a leggere
Parlando alla Camera di Commercio di Buenos Aires il 2 agosto, il Presidente argentino Cristina Fernandez de Kirchner ha stigmatizzato la politica antipopolare dei governi europei – Ha ricordato che il suo scomparso consorte Nestor Kirchner, ammonì nel 2003 alle Nazioni Unite che “i morti non possono pagare i debiti“. Spiegò che l’austerità non avrebbe mai generato una ripresa in Argentina e giurò di non anteporre gli interessi dei banchieri a quelli dei cittadini. “Sento che l’Europa non capisce questo“, ha detto la Kirchner. Continua a leggere
di Ricardo Camporeale (Bueno Aires)
Hay que estar atentos y analizar los sucesos del miércoles 20/6 en Argentina como destituyente, donde pudo suceder un desastre y que por suerte, la impecable actuación de las fuerzas de gendarmeria, mantuvieron a raja tabla las ordenes recibidas de la Pta de no reprimir, a pesar de haber paralizado y desabastecido al país en su totalidad de nafta y gas,con todo lo que esto implica, fogoneada la situación con declaraciones de sindicalistas como Barrionuevo y el propio Pablo Moyano diciendo ” vamos por ellos” o se tienen que ir”. Continua a leggere